In questa pagina puoi trovare tutti i COMUNICATI STAMPA rilasciati da Amnesty International – Italia.
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14 marzo 2024 – L’AI Act approvato dall’Ue non fermerà le tecnologie illegali
“Sebbene l’approvazione delle prime norme a livello mondiale sullo sviluppo e l’implementazione delle tecnologie di intelligenza artificiale rappresenti un traguardo, è deludente che l’Unione europea e i suoi 27 stati membri abbiano scelto di dare priorità agli interessi dell’industria e delle forze di sicurezza, anziché alla tutela delle persone e dei loro diritti umani”.
Mher Hakobyan, consulente di Amnesty International su intelligenza artificiale e diritti umani
14 marzo 2024 – Italia: la Commissione affari esteri approva la risoluzione contro le violazioni dei diritti umani in Iran
Ieri, la Commissione affari esteri della Camera dei deputati ha approvato all’unanimità la risoluzione presentata da Laura Boldrini con cui impegna il governo a combattere la sistematica violazione dei diritti umani in Iran contro donne, ragazze, attiviste e attivisti e dissidenti politici.
La risoluzione è stata motivata dal recente rapporto di Amnesty International “Mi hanno stuprato con violenza”, che documenta l’uso sistematico e indiscriminato, da parte delle autorità iraniane, di stupro, violenze sessuali e torture come arma di repressione del movimento Donna Vita Libertà, ai danni di donne, uomini e perfino minori.
Con l’approvazione di tale risoluzione il governo si è impegnato a chiedere, tra le altre cose, l’immediata e incondizionata scarcerazione dei prigionieri di coscienza, tra cui lo scienziato di nazionalità svedese e iraniana Ahmadreza Djalali e il Premio Nobel per la pace Narges Mohammadi. Amnesty International Italia ribadisce l’urgenza di dare seguito immediato agli impegni assunti.
13 marzo 2024 – Gaza: 25 Ong chiedono un cessate il fuoco immediato e accesso agli aiuti via terra
Venticinque tra gruppi per i diritti umani e organizzazioni umanitarie presenti nella Striscia di Gaza* hanno ribadito che l’unico modo per rispondere alla crisi umanitaria senza precedenti è assicurare un cessate il fuoco immediato e permanente e l’accesso via terra completo, in sicurezza e privo di ostacoli degli aiuti umanitari.
11 marzo 2024 – Rischio di estradizione in Israele per cittadino palestinese residente in Italia
In una lettera inviata l’11 marzo al ministro della Giustizia Carlo Nordio, Amnesty International ha espresso profonda preoccupazione per il procedimento di estradizione verso Israele attualmente in corso nei confronti di Anan Ya’eesh, un cittadino originario di Tulkarem, nella Cisgiordania occupata, e legalmente residente in Italia.
Amnesty International ritiene che, a causa della natura sistematica della tortura e degli altri maltrattamenti nei confronti dei palestinesi condannati o in attesa di giudizio nelle carceri israeliane, se estradato Anan Ya’eesh rischierebbe di essere torturato o sottoposto ad altri maltrattamenti. Se autorizzata, l’estradizione di Anan Ya’eesh violerebbe dunque gli obblighi di diritto internazionale dell’Italia, in particolare il principio di non-refoulement (non respingimento), che sanciscono il divieto di trasferire una persona in un luogo dove rischierebbe concretamente di subire gravi violazioni dei diritti umani, quali sono la tortura e gli altri maltrattamenti.
Il divieto di tortura e di altri maltrattamenti e l’obbligo di non respingimento, ha sottolineato Amnesty International, sono assoluti e non consentono alcuna eccezione, neanche per motivi di sicurezza nazionale.
11 marzo 2024 – Caso Lombardo: la famiglia intende chiedere la riapertura delle indagini
La famiglia Lombardo – Galeani è intenzionata a chiedere la riapertura delle indagini affinché venga accertato cosa è successo la notte tra il 26 e il 27 ottobre 2019, quando Enrico Lombardo, 42 anni, muore durante un fermo dei carabinieri a Spadafora, provincia di Messina. A tal proposito serviranno nuovi elementi e fonti di prova.
Il 27 ottobre 2023 il Tribunale di Messina aveva dichiarato inammissibile il reclamo contro l’archiviazione delle indagini sulla morte di Enrico Lombardo presentato dalla famiglia e dal legale Pietro Pollicino. In seguito, Alessandra Galeani, ex moglie di Lombardo, insieme alla figlia Erika Lombardo e all’avvocato Pollicino, aveva presentato una richiesta di revoca di quell’ordinanza, che però è stata rigettata in data 23 novembre 2023, in quanto gli elementi erano stati già tutti valutati dal giudice per le indagini preliminari ed erano ritenuti ininfluenti ai fini di un processo.
Il giudice, dichiarando inammissibile il reclamo dei familiari e del loro legale, ha di fatto sospeso ulteriori approfondimenti sulle circostanze della morte di Enrico Lombardo. La famiglia Lombardo – Galeani continua invece a chiedere che sia fatta chiarezza su cosa sia successo quella notte. A Buon Diritto e Amnesty International Italia sostengono la richiesta di verità e giustizia.
11 marzo 2024 – Libia: a sei mesi dall’inondazione di Derna la giustizia è lontana
Sei mesi dopo la catastrofica inondazione di Derna – almeno 4352 morti, migliaia di scomparsi e quasi 45.000 sfollati – le autorità libiche non hanno ancora indagato sulle responsabilità di potenti attori militari e politici, né hanno garantito equi risarcimenti.
8 marzo 2024 – Sudan: Il blocco di internet minaccia l’accesso ai servizi umanitari e d’emergenza
“La persistente interruzione delle comunicazioni è inaccettabile e mette a rischio milioni di vite. Mentre milioni di fedeli musulmani si preparano a celebrare l’inizio del mese sacro di Ramadan, Amnesty International esige il pieno ripristino dei servizi di comunicazione in tutto il Sudan”.
Sarah Jackson, vicedirettrice di Amnesty International per l’Africa orientale e del sud
7 marzo 2024 – Messico, giornalisti uccisi mentre erano sotto la protezione dello stato
In Messico, negli ultimi sette anni, sono stati uccisi otto giornalisti che erano registrati presso il Meccanismo per la protezione dei difensori dei diritti umani e dei giornalisti.
6 marzo 2024 – Sorveglianza e sequestri di auto: così le autorità iraniane impongono il velo
“In un sinistro tentativo di abbattere la resistenza all’obbligo d’indossare il velo, nata sull’onda della rivolta Donna Vita Libertà, le autorità iraniane stanno terrorizzando le donne e le ragazze sottoponendole a costanti sorveglianze e controlli stradali, ostacolando la loro vita quotidiana e causando loro immenso stress mentale. Queste tattiche draconiane vanno dai sequestri di massa degli autoveicoli, ai controlli, ai posti di blocco, all’imposizione di pene inumane come le frustate o di periodi di carcere”.
Diana Eltahawy, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord
5 marzo 2024 – La Corte penale internazionale emette mandati d’arresto per due alti ufficiali russi
“Vi sono fondati motivi per ritenere che i due sospettati siano responsabili degli attacchi missilistici lanciati dalle forze sotto il loro comando contro l’infrastruttura elettrica dell’Ucraina da almeno il 10 ottobre 2022 fino ad almeno il 9 marzo 2023. Durante questo periodo c’è stata una campagna di attacchi contro numerose centrali e sottostazioni elettriche da parte delle forze armate russe in più località dell’Ucraina”.
Erika Guevara-Rosas, direttrice delle ricerche di Amnesty International
4 marzo 2024 – Francia, l’aborto è nella Costituzione
“Questo storico voto fa della Francia il primo stato al mondo ad aver inserito l’aborto nella sua Costituzione ed è di enorme significato, dati i passi indietro che il mondo sta facendo rispetto a quel diritto essenziale. Proteggere la libertà di accedere all’aborto è un importante muro eretto contro i sempre più infervorati movimenti ostili ai diritti umani”.
Agnés Callamard, Segretaria Generale di Amnesty International
1 marzo 2024 – 8 marzo: urgente una legge sul consenso per combattere la violenza di genere
“La violenza sessuale contro le donne è endemica e le definizioni basate sul consenso sono cruciali per garantire maggiore protezione e accesso alla giustizia, facilitare le segnalazioni e punire i responsabili. Continueremo a portare la nostra campagna nelle scuole e nelle piazze, oltre ad esercitare pressione sulle istituzioni italiane, affinché vengano abbattuti tutti gli stereotipi legati alla violenza di genere e sia chiaro il concetto che il consenso al rapporto sessuale si debba basare su un atto necessario e insostituibile: comunicare la propria volontà”.
Tina Marinari, Ufficio campagne di Amnesty International Italia
29 febbraio 2024 – Processo Iuventa: il pubblico ministero riconosce che le accuse dovrebbero essere ritirate
Oggi, durante il processo Iuventa, il pubblico ministero del tribunale di Trapani ha riconosciuto che le accuse contro i membri dell’equipaggio dovrebbero essere ritirate e chiesto che la motonave venga dissequestrata e restituita ai proprietari.
“Accogliamo con favore la buona notizia di oggi: il pubblico ministero del tribunale di Trapani ha chiesto l’archiviazione del caso contro tutti i membri dell’equipaggio della Iuventa e gli altri difensori dei diritti umani che avevano operato sulle navi di soccorso gestite da Medici Senza Frontiere e Save the Children. L’equipaggio della Iuventa ha affrontato sei anni e mezzo di procedimenti giudiziari con inalterata grazia e resilienza e siamo lieti che ci sia ora una nuova speranza che il caso venga finalmente archiviato”.
Elisa De Pieri, ricercatrice di Amnesty International
28 febbraio 2024 – Carovana solidale – Rafah: Gaza oltre il confine
Dal 3 al 6 marzo una delegazione di operatori e operatrici umanitari, 16 parlamentari, 13, giornaliste e giornaliste, accademici ed esperte di diritto internazionale si recherà in Egitto per raggiungere il valico di Rafah.
Si tratta di un’iniziativa promossa dall’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (Rete AOI), nell’ambito della campagna #EmergenzaGaza, in collaborazione con Amnesty International Italia, ARCI e Assopace Palestina.
27 febbraio 2024 – Ungheria: la Legge sulla propaganda ha seminato la paura nella comunità Lgbtqia+
“La Legge sulla propaganda ha creato un nugolo di paura e ha limitato l’accesso all’informazione, soprattutto ai danni dei giovani. Il timore di subire sanzioni sta frenando le persone dal fornire, cercare e ricevere informazioni sull’orientamento sessuale e l’identità di genere. La norma ha anche contribuito a rafforzare stereotipi negativi e attitudini discriminatorie nei confronti delle persone Lgbtqia+. Negli ultimi dieci anni le autorità ungheresi e gli organi d’informazione filo-governativi hanno portato avanti una campagna contro i diritti delle persone Lgbtqia+ usando retoriche stigmatizzanti e prendendo di mira coloro che, nella società civile, si battono per l’uguaglianza”
Esther Mihály, responsabile per i diritti delle persone Lgbtqia+ di Amnesty International Ungheria.
26 febbraio 2024 – Israele non consente l’arrivo di sufficienti aiuti umanitari a Gaza
“Israele non solo ha creato una delle peggiori crisi umanitarie del mondo ma sta anche mostrando una cinica indifferenza per il destino della popolazione di Gaza, creando quelle condizioni che secondo la Corte la pongono a rischio di genocidio. Ancora una volta, Israele non ha fatto il minimo passo, che le agenzie umanitarie sollecitano disperatamente e che sarebbe chiaramente in suo potere fare, per alleviare la sofferenza della popolazione civile di Gaza”
Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.
23 febbraio 2024 – A un anno da Cutro urgente un cambio delle politiche
A un anno dal naufragio, oltre alle responsabilità specifiche legali, è necessario ancora una volta evidenziare quelle politiche legate a leggi e prassi introdotte dai governi italiani che si sono succeduti e che hanno minato sempre di più l’integrità del sistema di ricerca e soccorso.
22 febbraio 2024 – Giustizia per l’Ucraina: la Russia deve rispondere dei crimini commessi dal 2014
“Non può esserci giustizia per la popolazione ucraina senza il completo accertamento delle responsabilità di tutti i crimini commessi dalla Russia a partire dal suo intervento militare nel 2014”.
21 febbraio 2024 – Gaza: stop ai trasferimenti di armi italiane a Israele e ai gruppi armati palestinesi
Amnesty International Italia, AOI, Oxfam, Rete Pace e Disarmo e Save the Children chiedono la conferma della sospensione anche per le spedizioni coperte dalle licenze precedenti alla decisione dell’8 ottobre, accolto con favore dal governo italiano, di non autorizzare l’export di armi in seguito al riacuirsi del conflitto.
20 febbraio 2024 – L’indagine della Commissione europea su TikTok mira a proteggere i minori
“Accogliamo positivamente la decisione della Commissione europea di avviare un’indagine su TikTok per la possibile violazione del Digital Service Act in quanto non protegge adeguatamente i minori e i giovani utenti. Le preoccupazioni riguardo alle implicazioni a lungo termine del colosso dei social media sulla salute mentale dei giovani rimangono inalterate”
Damini Satija, direttrice di Amnesty Tech
20 febbraio 2024 – Repubblica Democratica del Congo: le autorità proteggano e assistano i civili
“A causa del recente intensificarsi degli scontri nei pressi della città di Goma, migliaia di civili sono nuovamente intrappolati nel fuoco incrociato e disperatamente in cerca di aiuti umanitari. Tutte le parti coinvolte nel conflitti in corso nel Kivu Nord devono immediatamente porre fine agli attacchi deliberati e indiscriminati contro i civili e assicurare che questi vengano protetti e ricevano assistenza”.
Tigere Chagutah, direttore di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale
19 febbraio 2024 – Russia: brutale repressione delle commemorazioni di Navalny
“Le autorità russe stanno ricorrendo agli arresti arbitrari, all’uso eccessivo della forza e alle detenzioni illegali nei confronti di chi vuole unicamente commemorare Aleksei Navalny. Queste azioni non solo mostrano una clamorosa insensibilità ma costituiscono anche una evidente violazione dei diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica. Nella città di Surgut, Bakyt Karypbaev è stato sottoposto a maltrattamenti e torture in una stazione di polizia, dove è stato picchiato e gli è stata puntata una pistola alla tempia solo per aver deposto dei fiori”
Oleg Kozlovsky, ricercatore di Amnesty International sulla Russia
19 febbraio 2024 – Russia: leggi anti-terrorismo per reprimere i dissidenti
“Quello che stiamo notando oggi in Russia non è solo un uso spropositato della legge; le autorità strumentalizzano le leggi anti-terrorismo e anti-estremismo per soffocare il dissenso e tenere sotto controllo l’opinione pubblica in maniera allarmante e sconvolgente. Queste leggi, vaghe nella loro formulazione e arbitrarie nella loro applicazione, vengono utilizzate per zittire le voci critiche e infondere paura in coloro che hanno il coraggio di prendere la parola”
Oleg Kozlovsky, ricercatore di Amnesty International sulla Russia
19 febbraio 2024 – Israele deve porre fine all’occupazione della Palestina
“Quella israeliana della Palestina è la più lunga e una delle più mortali occupazioni militari al mondo. Da decenni è caratterizzata da massicce e sistematiche violazioni dei diritti umani contro i palestinesi. L’occupazione ha anche reso possibile e rafforzato il sistema israeliano di apartheid sulla popolazione palestinese”
Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International
19 febbraio 2024 – Rafah, Gaza: dichiarazione urgente
“Siamo sconvolti dai terribili sviluppi in corso a Rafah, la zona più popolata di Gaza dove un milione e 500.000 persone cercano un riparo non essendovene più altri: oltre mezzo milione sono bambini. Se Israele lancerà l’annunciata offensiva di terra, migliaia di civili verranno ulteriormente uccisi e l’attuale lento flusso di aiuti umanitari rischierà di interrompersi del tutto. Se questo piano militare non verrà fermato immediatamente, le conseguenze saranno catastrofiche“.
- Ana Alcalde, segretaria generale ad interim di ActionAid International;
- Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International;
- Charlotte Slente, segretaria generale del Danish Refugee Council:
- Manuel Patrouillard, CEO di Handicap International-Humanity & Inclusion;
- Amitabh Behar, direttore generale di Oxfam International;
- Rob Williams, CEO della War Child Alliance;
- Faris Arouri, direttore dell’Association for International Development Agencies
16 febbraio 2024 – Russia: morto in carcere il prigioniero di coscienza Aleksei Navalny
“Dopo essere stato avvelenato, ingiustamente imprigionato e torturato, Aleksei Navalny è deceduto, dopo 37 mesi di sofferenza dietro le sbarre, a seguito di un trasferimento in una delle carceri più remote e dure della Russia. Aleksei era un prigioniero di coscienza, detenuto solo per aver denunciato un governo repressivo. Navalny chiedeva libertà politica per sé e i suoi sostenitori; denunciava la corruzione e sfidava Putin. La sua morte è una testimonianza devastante e grave delle condizioni di vita sotto il regime oppressivo e repressivo del Cremlino. Ha pagato il prezzo più alto per aver espresso la propria opinione critica e per aver difeso la libertà d’espressione. Amnesty International è al fianco di tutti coloro che lottano per i diritti umani dentro e fuori i confini della Russia”.
Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International
15 febbraio 2024 – Ratifica parlamentare dell’accordo Italia-Albania: “Vergognosa e pericolosa”
Il Parlamento italiano ha appena dato il via libera a un accordo di detenzione che rischia di danneggiare migliaia di persone che verrebbero portate in Albania e detenute dopo il loro salvataggio in mare. In base all’accordo, le persone rimarrebbero sulle navi diversi giorni prima di raggiungere l’Albania. Questa distorsione delle regole di ricerca e salvataggio è pericolosa, mette a rischio vite umane e colpisce persone che si trovano già in condizioni di vulnerabilità a causa delle circostanze dei viaggi, segnando un capitolo vergognoso per l’Italia.
13 febbraio 2024 – Il giornalismo non è un reato: le iniziative per Assange alla vigilia dell’udienza decisiva
Il 20 e il 21 febbraio la Corte suprema di Londra deciderà se Julian Assange avrà ancora o meno la possibilità di ricorrere a qualche organo di giustizia britannico contro la richiesta di estradizione presentata dagli Stati Uniti. Se dovesse perdere l’appello, tutte le vie legali nel Regno Unito gli sarebbero concluse e dovrebbe presentare formale ricorso alla Corte europea dei diritti umani per opporsi all’estradizione.
12 febbraio 2024 – Nuove prove di attacchi illegali israeliani a Gaza: “Rischio concreto di genocidio”
Nuove prove di attacchi illegali e mortali nella Striscia di Gaza occupata, raccolte da Amnesty International, mostrano come le forze israeliane continuino a ignorare il diritto internazionale umanitario, cancellando famiglie intere nella completa impunità.
L’organizzazione per i diritti umani ha svolto un’indagine su quattro attacchi israeliani – tre nel dicembre 2023, dopo la fine della “pausa umanitaria”, e uno nel gennaio 2024 – che hanno ucciso almeno 95 civili, tra i quali 42 bambini. Gli attacchi hanno colpito il governatorato di Rafah, all’estremità meridionale della Striscia di Gaza e asseritamente la zona “più sicura”, dove tuttora le forze israeliane stanno accelerando i preparativi per un’operazione da terra, che avrà conseguenze devastanti per oltre un milione di persone stipate in un’area di 63 chilometri quadrati a seguito di successive ondate di sfollamenti di massa.
07 febbraio 2024 – India, le autorità smettano di demolire le proprietà dei musulmani
In due rapporti gemelli diffusi oggi, Amnesty International ha chiesto al governo dell’India di porre fine alle massicce e illegali demolizioni di abitazioni, negozi e luoghi di preghiera di persone di fede musulmana. I due rapporti mettono in luce il ruolo dell’azienda Jbc, che fornisce bulldozer e altri macchinari per eseguire le demolizioni.
06 febbraio 2024 – Unione europea, persa un’opportunità storica per contrastare la violenza di genere
Il Parlamento e il Consiglio dell’Unione europea hanno raggiunto l’accordo politico sulla Direttiva per contrastare la violenza sulle donne e la violenza domestica. Un accordo “profondamente deludente” per Eve Geddie, direttrice dell’ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee, che ha dichiarato quanto segue: “L’accordo di oggi è molto meno di quel passo avanti di dimensione storica nel contrasto alla violenza di genere per cui ci siamo battuti a lungo”.
06 febbraio 2024 – Azerbaigian: aumenta la repressione in vista delle elezioni
Alla vigilia delle elezioni presidenziali anticipate del 7 febbraio, Amnesty International denuncia l’aumento della repressione del diritto alla libertà d’espressione in Azerbaigian, con particolare riferimento a coloro che criticano il presidente in carica, e candidato, Ilham Aliyev.
05 febbraio 2024 – Israele: brutale campagna di violenza contro i palestinesi della Cisgiordania occupata
Negli ultimi quattro mesi, mentre il mondo era concentrato su quanto stava accadendo nella Striscia di Gaza, le forze israeliane hanno scatenato una brutale campagna di violenza contro i palestinesi della Cisgiordania occupata, compiendo uccisioni illegali, ricorrendo alla forza mortale senza necessità o in modo sproporzionato durante le protese o le incursioni e impedendo l’accesso ai soccorsi alle persone ferite.
05 febbraio 2024 – Sospendere i fondi a Unrwa significa mettere a repentaglio la vita di 5.9 milioni di persone
Le Organizzazioni della società civile italiana (OSC) raggruppate nelle reti AOI e CINI, la Piattaforma delle OSC italiane in Medio Oriente e Mediterraneo, Amnesty International, Assopace Palestina esprimono forte preoccupazione per la pesante crisi umanitaria che si sa perpetrando a Gaza da oltre 100 giorni, ora aggravata altresì dalla sospensione da parte di molti paesi inclusa l’Italia, dei fondi destinati all’agenzia delle Nazioni Unite Unrwa, che dal 1949 si occupa di fornire assistenza ai rifugiati palestinesi: oggi 5.9 milioni di persone tra Territori palestinesi occupati, Giordania, Libano e Siria. In questi territori Unrwa gestisce 58 campi di rifugiati, con 706 scuole frequentate da oltre 543.000 bambine e bambini, ragazze e ragazzi; 140 presidi sanitari che effettuano 7 milioni di visite mediche di base ogni anno, a cui si aggiungono 113 centri di servizi per le donne, senza calcolare le iniziative di supporto economico alle famiglie. I dipendenti di Unrwa sono circa 30.000.
02 febbraio 2024 – Premio “Sport e diritti umani”: aperte le segnalazioni per l’edizione 2024
Ha preso il via la sesta edizione del premio “Sport e diritti umani”, promosso e conferito da Amnesty International Italia e Sport4Society. Il premio è nato con l’obiettivo di diffondere e promuovere la cultura dei diritti umani attraverso lo sport, riconoscendo e rendendo noti gesti, simbolici o concreti, nell’ambiente sportivo. Fino al 31 marzo 2024 sarà possibile segnalare all’indirizzo info@sportedirittiumani.it un/un’atleta, una squadra o un gruppo sportivo, professionisti e non, che nel corso del 2023 si siano resi protagonisti in Italia di un gesto pubblico, di una presa di posizione, di un’azione coerente coi valori positivi dello sport.
Le candidature saranno selezionate da Amnesty International Italia e Sport4Society e proposte, per la scelta finale, alla giuria del premio presieduta da Riccardo Cucchi e di cui fanno parte esponenti delle due associazioni, giornalisti sportivi e personalità di rilievo del mondo dello sport.
Nelle passate edizioni, il premio è stato conferito al cestista Pietro Aradori nel 2019, al Pescara Calcio nel 2020, al calciatore Claudio Marchisio nel 2021, alla ciclista Alessandra Cappellotto nel 2022 e alla calciatrice Natali Shaheen nel 2023. Nell’edizione 2023, inoltre, è stato assegnato un riconoscimento speciale a Gary Lineker.
31 gennaio 2024 – Myanmar, terzo anniversario del colpo di stato
Alla vigilia del terzo anniversario del colpo di stato del 1° febbraio 2021, Amnesty International ha denunciato che, nonostante le sanzioni, l’esercito di Myanmar sta ricorrendo a nuove tattiche per continuare a importare carburante per compiere attacchi aerei che causano morti e feriti.
30 gennaio 2023 – Gli stati che hanno sospeso i fondi all’Unrwa annullino la loro decisione
“È profondamente sconcertante – anzi, disumano – che diversi governi abbiano preso decisioni che causeranno ulteriori sofferenze a più di due milioni di palestinesi, già esposti al rischio di genocidio e a una carestia pianificata, solo pochi giorni dopo che la Corte internazionale di giustizia ha concluso che la sopravvivenza dei palestinesi a Gaza è a rischio. È particolarmente sconvolgente che tali azioni siano state intraprese a seguito di accuse riguardanti 12 su un totale di 30.000 dipendenti dell’Unrwa. Le accuse riguardanti il coinvolgimento di dipendenti dell’Unrwa negli attacchi del 7 ottobre sono gravi e devono essere oggetto di un’indagine indipendente; chiunque sia implicato in modo sufficientemente accertato deve essere sottoposto a processi equi. Tuttavia, le presunte azioni di alcuni individui non devono essere utilizzate come pretesto per interrompere l’assistenza vitale in quella che potrebbe configurarsi come una forma di punizione collettiva”
Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International
29 gennaio 2024 – Quattro curdi impiccati dopo un processo farsa e accuse infondate
“In Iran c’è stata l’ennesima alba di sangue: le autorità si vendicano dei crimini israeliani a Gaza mettendo a morte loro cittadini accusati di spionaggio per Israele”. Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ha commentato l’impiccagione, avvenuta questa mattina all’alba, di quattro prigionieri curdi nella prigione di Karaj.
Mohsen Mazloum, Pejman Fatehi, Vafa Azarbar ed Hezir Faramanzi erano stati arrestati il 22 giugno 2021 e accusati di “inimicizia contro Dio” e spionaggio in favore di Israele. Dopo mesi di isolamento, seguendo una prassi consolidata, gli organi d’informazione di stato avevano diffuso i video delle loro “confessioni” forzate. Per tutta la durata della detenzione, i quattro prigionieri non hanno potuto incontrare i loro avvocati. I familiari hanno potuto vederli, per un ultimo saluto, solo un giorno prima dell’esecuzione.
“Siamo sempre più preoccupati per la sorte di un altro condannato a morte per l’assurda accusa di spionaggio in favore di Israele: Ahmadreza Djalali, con passaporto svedese che ha svolto ricerca presso l’Università del Piemonte Orientale, nel braccio della morte dal 2017″, ha sottolineato Noury.
27 gennaio 2024 – Giornata della Memoria: lezione appresa solo in parte
In occasione del 79° anniversario dell’apertura dei cancelli di Auschwitz, la presidente di Amnesty International Italia Alba Bonetti ha diffuso questa dichiarazione:
“La Giornata della Memoria sta lì a ricordarci, quasi 80 anni dopo, il peggio del secolo passato. Qualcosa di irripetibile, che spinse la comunità internazionale di allora a immaginare e attuare strumenti per impedire che quell’orrore si verificasse ancora. Il ‘mai più’ ispirò la Dichiarazione universale e questa ha ispirato trattati e meccanismi, giudiziari e non, per prevenire i più gravi crimini di diritto internazionale”.
“Dire che ciò abbia avuto successo sarebbe ipocrita. La lezione è stata appresa solo in parte: odio, deumanizzazione e volontà di distruzione caratterizzano i conflitti del nostro tempo, dalle guerre più note a quelle dimenticate. Sta ai movimenti della società civile, alle organizzazioni per i diritti umani ricordare cos’è stato il nazifascismo e cosa ha prodotto e riattualizzare, a partire dalle scuole, quel ‘mai più’ di otto decenni fa”.
26 gennaio 2024 – Israele deve rispettare la decisione della Corte internazionale di giustizia
La decisione odierna della Corte internazionale di giustizia di emanare misure cautelari in risposta alla denuncia di genocidio presentata dal Sudafrica contro Israele, rappresenta un passo significativo che potrebbe contribuire a salvaguardare la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza occupata, evitandole ulteriori sofferenze e danni irreparabili.
“La decisione di oggi è un autorevole richiamo al ruolo cruciale del diritto internazionale nella prevenzione del genocidio e nella tutela di tutte le vittime di crimini atroci. Invia un chiaro messaggio che il mondo non rimarrà in silenzio mentre Israele intraprende una spietata campagna militare per decimare la popolazione della Striscia di Gaza e scatenare morte, orrore e sofferenze contro i palestinesi su una scala senza precedenti” ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
26 gennaio 2024 – L’Unione europea deve approvare una direttiva solida per contrastare la violenza contro le donne
Nel corso delle trattative finali per la direttiva dell’Unione europea sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica (COM/2022/105), Amnesty International e altre 11 organizzazioni per i diritti umani e della società civile hanno inviato una lettera aperta ai negoziatori della presidenza belga del consiglio dell’Unione europea, agli stati membri, al Parlamento europeo e alla Commissione europea.
26 gennaio 2024 – Messo a morte con l’azoto in Alabama il 58enne Kenneth Eugene Smith
Kenneth Eugene Smith è stato il primo statunitense messo a morte, questa notte in Alabama, mediante il metodo dell’ipossia da azoto.
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ha dichiarato:
“Premesso che nessun metodo di esecuzione è indolore o incruento, qui è stato raggiunto un livello peggiore. Smith è stato una cavia su cui è stato testato un nuovo metodo che, inspiegabilmente, la Corte suprema non ha considerato incostituzionale ai sensi dell’Ottavo emendamento, che vieta le pene crudeli. Pompare azoto per molti minuti per togliere ossigeno è una cosa terribile, una sofferenza atroce. Sembra quasi che la Corte abbia deciso di vedere come andava a finire con Smith per poi, eventualmente, vietare esecuzioni successive. Un esperimento nell’esperimento, dunque”.
“Dopo l’annullamento della prima condanna a morte, Smith era stato nuovamente condannato alla pena capitale su decisione del giudice che aveva ignorato il parere, 11 contro uno, della giuria favorevole a salvarlo: una prassi poi messa fuorilegge ma non retroattiva. Ma non basta: 14 mesi fa era stato immobilizzato su un letto per diverse ore mentre invano gli addetti all’esecuzione cercavano una vena per l’iniezione letale”.
“L’Alabama ha introdotto il metodo dell’ipossia da azoto nel 2018, così come Oklahoma e Mississippi. Gli scienziati hanno preso la parola contro questa pratica, hanno letto la procedura e hanno confermato che si tratta di un metodo di esecuzione crudele. Gli esperti delle Nazioni Unite lo hanno equiparato alla tortura. Del resto, non viene usato per abbattere gli animali. Ma per le autorità dell’Alabama è andato tutto bene”.
25 gennaio 2024 – Usa: vite distrutte dall’inquinamento dell’industria petrolchimica
Amnesty International ha pubblicato oggi un nuovo rapporto, dal titolo Il prezzo degli affari? L’inquinamento tossico dell’industria petrolchimica negli Stati Uniti d’America, che descrive nel dettaglio i danni connessi all’inquinamento tossico proveniente da centinaia di impianti petrolchimici e di combustibili fossili lungo lo Houston Ship Channel in Texas; il rapporto esamina inoltre le emissioni e i registri di sicurezza di quattro stabilimenti industriali appartenenti a società multinazionali.
24 gennaio 2024 – Stop ai trasferimenti di armi a Israele e ai gruppi armati palestinesi
Mettere immediatamente fine ai trasferimenti di armi, componenti e munizioni a Israele e ai gruppi armati palestinesi, dato il rischio che siano usati per commettere o facilitare gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. È l’appello lanciato oggi alla comunità internazionale da 16 organizzazioni umanitarie e per i diritti umani, tra cui Amnesty International, Oxfam e Save the Children.
24 gennaio 2024 – Altre due esecuzioni in Iran
L’esecuzione di due prigionieri in Iran, al termine di processi clamorosamente irregolari, ha segnato un nuovo picco di crudeltà da parte delle autorità iraniane.
All’alba del 23 gennaio è stato impiccato Mohammad Ghobadlou, un manifestante di 23 anni con disabilità mentale, a seguito di un processo e di una sentenza avvolte dal segreto. Lo stesso giorno è stato messo a morte Farhad Salimi, appartenente alla minoranza curda, la cui richiesta di un nuovo processo era stata ignorata per un decennio
23 gennaio 2023 – Alabama, Usa: fermare la crudele esecuzione di Kenneth Smith
È prevista il 25 gennaio, nello stato dell’Alabama, l’esecuzione di una condanna a morte, quella di Kenneth Smith, mediante un metodo mai sperimentato: l’ipossia da azoto.
Smith era già sopravvissuto a un tentativo di esecuzione, 14 mesi fa, quando col tradizionale metodo dell’iniezione letale il personale medico, per lungo tempo, non era riuscito a trovare una vena in cui inserire l’ago. Smith è stato condannato a morte poiché il giudice del processo aveva ribaltato la decisione della giuria, che non aveva chiesto la pena capitale: una prassi messa fuori legge nel 2017 ma senza retroattività.
L’esecuzione di Smith tramite un metodo mai provato potrebbe essere estremamente dolorosa e costituire tortura o altro trattamento o punizione crudele, inumana e degradante, in violazione di norme internazionali ratificate dagli Usa
Amnesty International ha pertanto chiesto alla governatrice dell’Alabama di esercitare il suo potere di clemenza per fermare l’esecuzione di Smith e di collaborare con gli organi legislativi dello stato perché sia approvata ed entri poi in vigore la proposta di legge 27, sulla retroattività dell’annullamento della prassi per cui Smith venne condannato a morte e di cui potrebbe beneficiare un altro detenuto in attesa di esecuzione, Rocky Myers.
19 gennaio 2024 – Italia: il Ddl contro gli attivisti climatici è legge
Criminalizzare l’attivismo e la disobbedienza civile e quindi il diritto di protesta, peraltro concentrando l’attenzione su uno specifico gruppo e specifiche vertenze, cercando di eroderne gli spazi attraverso leggi draconiane che hanno il chiaro scopo di porre pene esemplari per “spaventare” le persone che vorrebbero protestare con modalità più radicali, è un atteggiamento che non permette di realizzare e implementare il diritto di protesta, ponendo quindi barriere improprie al godimento di questo diritto.
19 gennaio 2024 – Ratifica del protocollo Italia-Albania: “Conseguenze negative sui diritti umani”
“L’attuazione del protocollo avrà innumerevoli conseguenze negative sui diritti umani. In particolare, sul sistema di ricerca e soccorso in mare, sul diritto di asilo e sulle garanzie procedurali a difesa delle persone in condizioni di vulnerabilità, nonché sulla libertà personale delle persone richiedenti asilo e migranti”
Anneliese Baldaccini, responsabile Relazioni istituzionali di Amnesty International – Italia
18 gennaio 2024 – L’Europa fermi i rimpatri in Russia di rifugiati e richiedenti asilo del Caucaso del Nord
“È scandaloso che, nonostante abbiano dichiarato di aver sospeso ogni forma di cooperazione giudiziaria con la Russia, a seguito della sua invasione dell’Ucraina, diversi stati europei stiano minacciando di rimandare persone nel Caucaso del Nord, esattamente nei luoghi dai quali erano fuggite a causa della persecuzione. Gli stati europei devono riconoscere che molte di queste persone, in caso di rimpatrio, rischierebbero arresti, rapimenti, maltrattamenti e torture, nonché l’arruolamento forzato”
Nils Muiznieks, direttore di Amnesty International per l’Europa
18 gennaio 2024 – Ilaria Salis: il governo si adoperi per il rispetto dei suoi diritti
Amnesty International Italia ha scritto alla presidente del Consiglio Meloni, al vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri Tajani, al ministro della Giustizia Nordio e, per conoscenza, all’ambasciatore italiano in Ungheria Jacoangeli sollevando una serie di preoccupazioni riguardo alla situazione di Ilaria Salis, in detenzione preventiva nel carcere di massima sicurezza di Budapest da febbraio 2023.
L’organizzazione per i diritti umani ha sottolineato le condizioni degradanti in cui è detenuta Ilaria Salis, riferite dai suoi familiari e dai suoi legali, e ha evidenziato come la mancanza di traduzione di una parte degli atti processuali e di accesso ai video depositati come prove incriminanti violino il diritto, internazionalmente riconosciuto, a un processo equo.
Nella lettera al governo, Amnesty International Italia ricorda come i legali di Ilaria Salis abbiano ripetutamente presentato istanza per chiedere che le misure cautelari fossero svolte nello stato di residenza dell’imputata, in ottemperanza alla Decisione quadro 2009/829/GAI del Consiglio: tali richieste, mai sostenute dall’ambasciata italiana a Budapest, sono state respinte dalla magistratura ungherese.
Amnesty International Italia chiede pertanto al governo Meloni di “intraprendere ogni azione possibile per garantire i diritti fondamentali a Ilaria Salis e a rispondere con la massima solerzia alle richieste dei legali e della famiglia di adoperarsi per consentire che abbia luogo un processo in Italia”.
16 gennaio 2024 – Supercoppa italiana in Arabia Saudita
“Il calcio non può rinunciare ai valori, vendere la passione dei tifosi e se stesso, in cambio di soldi. Se lo fa minaccia la sua stessa identità di sport per trasformarsi in strumento di un processo di cancellazione della realtà. Una realtà che, in Arabia Saudita, è violazione dei diritti umani, violenza e totalitarismo”.
Riccardo Cucchi, giornalista, scrittore e presidente del premio Sport e diritti umani
12 gennaio 2024 – Argentina: l’Italia rifiuta la richiesta di estradizione di don Franco Reverberi
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha rifiutato l’estradizione di don Franco Reverberi, ricercato per crimini contro l’umanità dall’Argentina, lo stato in un cui centro di detenzione, durante la dittatura militare, aveva svolto la funzione di cappellano. La richiesta di estradizione dell’Argentina era stata già rigettata dall’Italia nel 2013 perché i reati di cui era accusato, imprescrittibili in quel paese, in Italia erano prescritti. In seguito la richiesta di estradizione era stata modificata e ripresentata, ottenendo lo scorso anno il parere positivo della giustizia italiana, fino alla Corte di cassazione.
“Dopo tutto questo tempo, secondo il ministro Nordio, don Reverberi è in età avanzata, ha il cuore debole e la probabilità di non tornare più in Italia sarebbe fonte di uno stress eccessivo. Giustizia ritardata, giustizia negata come si dice. Don Reverberi non dovrà rendere conto a nessuno”, ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
10 gennaio 2024 – Accusa di genocidio a Israele: al via le udienze alla Corte internazionale di giustizia
Il procedimento avviato dalla Corte internazionale di giustizia sulla denuncia del Sudafrica circa la violazione, da parte di Israele, dei suoi obblighi ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio, potrebbe contribuire a proteggere i civili palestinesi, porre fine alla catastrofe umanitaria nella Striscia di Gaza occupata e offrire un po’ di speranza per la giustizia internazionale.
“In attesa di una sentenza finale della Corte internazionale di giustizia che dichiari se il crimine di genocidio e altri crimini di diritto internazionale siano stati o meno commessi, un ordine urgente di attuare misure provvisorie sarebbe uno strumento importante per evitare ulteriori morti, distruzioni e sofferenze dei civili e servirebbe a segnalare ad altri stati che non devono contribuire al compimento di gravi crimini contro i palestinesi”
Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International
20 dicembre 2023 – Gaza: necessarie indagini urgenti sui trattamenti inumani e le sparizioni forzate di detenuti palestinesi
“Tutte le persone detenute devono essere trattate umanamente e devono vedersi garantito il diritto a un processo equo. Tutti coloro che sono detenuti arbitrariamente devono essere rimessi in libertà. Il drammatico livello d’impunità di cui godono le forze israeliane per le violazioni dei diritti umani da loro commesse sottolinea l’urgente bisogno di un’efficace indagine internazionale su tutti i decessi in custodia, sulle denunce di sparizioni forzate nonché di torture e maltrattamenti dei palestinesi di Gaza”
Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord
20 dicembre 2023 – Accordo sul Patto Ue migrazione e asilo: un’ondata di sofferenza alle frontiere
“Questo accordo farà regredire di decenni la legislazione europea in materia di asilo. Il suo esito più probabile sarà un aumento della sofferenza umana, in ogni fase del viaggio intrapreso in cerca di asilo nell’Unione europea. Dal modo in cui le persone verranno trattate dai paesi extra Unione europea, al loro accesso all’asilo e all’assistenza legale alle frontiere europee, fino all’accoglienza all’interno dell’Unione europea, questo accordo è progettato per rendere più difficile l’accesso alla sicurezza”.
Eve Geddie, direttrice dell’Ufficio Istituzioni europee di Amnesty International
15 dicembre 2023 – Giornata di azione globale per un “cessate il fuoco” nei Territori palestinesi occupati e in Israele
Il 18 dicembre associazioni e organizzazioni della società civile di tutto il mondo si mobiliteranno nuovamente per una giornata di azione globale, con l’obiettivo di chiedere ai leader politici e alle istituzioni un “cessate il fuoco” permanente nei Territori palestinesi occupati e in Israele.
14 dicembre 2023 – Grecia: sei mesi dopo il naufragio di Pylos, giustizia ancora assente
Secondo Amnesty International e Human Rights Watch, le indagini ufficiali sulle accuse credibili per cui azioni e omissioni della Guardia costiera greca avrebbero contribuito, sei mesi fa, alla catastrofica perdita di vite umane seguita al naufragio di Pylos, hanno fatto ben pochi passi avanti.
“Quasi 10 anni dopo il mortale naufragio di Farmakonisi, la risposta delle autorità greche alla tragedia di Pylos è un test decisivo per determinare la loro volontà di indagare sulle violazioni dei diritti umani ai danni di persone razzializzate ai confini dello stato. La Grecia deve assicurare che i sopravvissuti e le famiglie delle centinaia di vittime possano partecipare al massimo livello possibile, in sicurezza e con efficacia, ai procedimenti in corso e devono altresì garantire che le indagini siano condotte in modo tempestivo, garantendo la completezza e l’integrità delle prove ammesse”
Adriana Tidona, ricercatrice di Amnesty International sulle migrazioni
13 dicembre 2023 – Diritti umani e corretta informazione: firmato con Fnsi un protocollo di intesa
Amnesty International Italia e Federazione nazionale della Stampa italiana hanno firmato oggi a Roma un protocollo di intesa per lo sviluppo di progetti comuni finalizzati a diffondere la cultura dei diritti umani, della trasparenza e della corretta informazione e a contrastare disinformazione e linguaggio d’odio.
12 dicembre 2023 – Russia, timore per il prigioniero di coscienza Aleksei Navalny
Aleksei Navalny, attivista politico russo e prigioniero di coscienza non è più ufficialmente registrato nel penitenziario in cui stava scontando una condanna ingiusta a 19 anni di carcere. Attualmente il suo destino e il luogo in cui si trova sono sconosciuti.
“Come se avvelenamento, prigionia e condizioni disumane di detenzione non fossero stati abbastanza, ora Aleksei Navalny potrebbe essere vittima di sparizione forzata. Nella sua risolutezza nel reprimere le critiche, il Cremlino non si fermerà davanti a nessun ostacolo”.
Denis Krivosheev, vicedirettore per l’Europa e l’Asia centrale di Amnesty International
12 dicembre 2023: Emirati Arabi Uniti: nuovo vergognoso processo di massa contro i dissidenti
“Avviare udienze per un nuovo processo di massa durante quella che è stata dichiarata come ‘la Cop più inclusiva di sempre’ è uno sconcertante atto di disprezzo nei confronti dei diritti umani da parte delle autorità emiratine. Il tempismo sembra studiato appositamente per lanciare un messaggio inequivocabile al mondo intero: nessuna forma di dissenso pacifico sarà tollerata e le autorità non hanno nessuna intenzione di migliorare la precaria situazione dei diritti nel paese”.
Aya Majzoub, direttrice per il Medio Oriente e l’Africa del Nord di Amnesty International
11 dicembre 2023 – Ucraina: l’aggressione russa continua a limitare l’istruzione
Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, coloro che vivono sotto l’occupazione russa rischiano brutali rappresaglie se cercano di continuare a seguire i programmi scolastici ucraini. Alcuni genitori scelgono di nascondere i loro figli per evitare che vengano portati negli istituti per la “rieducazione”, adottati in Russia od obbligati a iscriversi alle scuole che seguono i programmi russi.
10 dicembre 2023 – Sfide e trionfi: la Dichiarazione universale dei diritti umani compie 75 anni
La Dichiarazione rappresenta fiducia e ispirazione. È una testimonianza vivente che una visione globale per i diritti umani è possibile, fattibile e realizzabile ed è per questo che celebriamo coloro che hanno usato la Dichiarazione per modellare il corso della storia.
9 dicembre 2023 – Il veto Usa alla risoluzione sul cessate il fuoco è spietato
Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International, ha così commentato il veto posto dagli Usa al testo della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per un immediato cessate il fuoco nei Territori palestinesi occupati e in Israele:
“Col loro veto, gli Usa hanno mostrato uno spietato disprezzo per le sofferenze dei civili di fronte a uno sconvolgente numero di vittime, alla vasta distruzione e a una catastrofe umanitaria senza precedenti in corso nella Striscia di Gaza occupata”.
7 dicembre 2023 – Gli attacchi israeliani contro i giornalisti nel sud del Libano siano indagati come crimini di guerra
Gli attacchi israeliani del 13 ottobre contro un gruppo di sette giornalisti nel sud del Libano, che hanno causato la morte del giornalista dell’agenzia Reuters Issam Abdallah e il ferimento di altri sei colleghi, sono stati attacchi diretti contro i civili e in quanto tali devono essere indagati come crimini di guerra.
“Dalla nostra indagine sono emerse inquietanti prove di attacchi a un gruppo di giornalisti internazionali che stavano svolgendo il loro lavoro, documentando il conflitto. Gli attacchi diretti ai civili e gli attacchi indiscriminati contro obiettivi civili sono assolutamente vietati dal diritto internazionale umanitario e possono costituire crimini di guerra”, ha dichiarato Aya Majzoub, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.
4 dicembre 2023 – Al Campidoglio con 250 studenti per il 75° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani
Amnesty International Italia ha celebrato oggi il 75° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, che ricorrerà domenica 10 dicembre, presso il Campidoglio, riunendo 250 studenti delle scuole secondarie di primo grado e delle scuole primarie della l.C. Via delle Carine Roma.
1 dicembre 2023: Un cessate il fuoco per porre fine a bagni di sangue e sofferenze di massa
A seguito della ripresa degli attacchi israeliani contro la Striscia di Gaza occupata e del lancio di razzi da parte di gruppi armati palestinesi contro il sud d’Israele, con la conseguente fine della tregua di sette giorni, Amnesty International ha ribadito la necessità di un immediato e duraturo cessate il fuoco ad opera di tutte le parti in conflitto.
1 dicembre 2023: Invasione russa in Ucraina: l’impatto sulle persone con disabilità
In Ucraina, mentre l’invasione russa perdura, le persone anziane con disabilità sfollate non riescono, né fisicamente né economicamente, a ottenere cure e alloggi adeguati; in alcuni casi, non hanno alternativa se non finire nelle strutture assistenziali statali. È quanto ha dichiarato oggi Amnesty International, in un nuovo rapporto reso pubblico in vista della Giornata internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre.
30 novembre 2023: Malta, incriminati “i tre della El Hiblu”
Il procuratore generale di Malta ha incriminato tre giovani richiedenti asilo dell’Africa occidentale, conosciuti come “i tre della El Hiblu”, per aver cercato di impedire che l’equipaggio della nave che, nel 2019, li aveva soccorsi in mare li riportasse illegalmente in Libia.
29 novembre 2023: Cop28 – difendere i diritti umani, facendo pressione sugli Emirati Arabi Uniti
In occasione della partecipazione di Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, alla Conferenza annuale delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Cop28) negli Emirati Arabi Uniti, l’organizzazione per i diritti umani ha esortato tutti i leader presenti a porre al centro della discussione i diritti umani. Tale impegno dovrebbe concretizzarsi tramite un accordo sull’immediata eliminazione dei combustibili fossili, garantendo la partecipazione libera della società civile ed esercitando pressioni sul governo emiratino per la liberazione di tutti i dissidenti attualmente in carcere.
28 novembre 2023: Le restrizioni dei donatori Ue discriminano la società civile palestinese
Amnesty International e altre 95 organizzazioni hanno reso pubblica una lettera inviata all’Unione europea e ai suoi stati membri, in cui esprimono preoccupazione per gli annunci della Commissione europea e di alcuni stati che ne fanno parte di limitare i finanziamenti alle organizzazioni palestinesi per i diritti umani: provvedimenti discriminatori che avrebbero un impatto negativo sulla situazione dei diritti umani e minerebbero ulteriormente la credibilità di un’Unione europea auto-proclamatasi campione dei diritti umani.
23 novembre 2023: Egitto – si avvicinano le elezioni presidenziali e aumenta la repressione
In vista delle elezioni presidenziali, in programma dal 10 al 12 dicembre, le autorità egiziane hanno intensificato la repressione contro dissidenti e manifestanti pacifici, impedendo anche la candidatura di un esponente dell’opposizione.
22 novembre 2023: Israele – TPO: l’accordo per la liberazione di ostaggi e prigionieri non basta
La notizia della liberazione di almeno 50 ostaggi detenuti da Hamas e altri gruppi armati palestinesi, insieme a 150 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, è un sollievo per tutte le persone coinvolte e per le loro famiglie. Tuttavia, è necessario fare molto di più per far fronte alla sofferenza e alle ingiustizie in corso.
20 novembre 2023: Il Protocollo Italia-Albania è illegittimo e va revocato
Il Tavolo Asilo e Immigrazione (TAI) chiede che il Protocollo Italia-Albania venga revocato e presenterà, insieme ad altre reti e organizzazioni, nella conferenza stampa convocata per domani, un documento di analisi critica nel quale si spiegano i diversi profili di illegittimità.
20 novembre 2023: Nessun luogo di Gaza è sicuro: una nuova ricerca
Le forze israeliane hanno dimostrato ancora una volta un’agghiacciante indifferenza per il catastrofico numero di vittime civili dei loro incessanti bombardamenti sulla Striscia di Gaza occupata. Lo ha dichiarato oggi Amnesty International, rendendo nota una nuova indagine sulle violazioni delle leggi di guerra da parte di Israele, relativa a due attacchi che hanno causato 46 vittime civili tra cui 20 bambini, il più piccolo dei quali di soli tre mesi, e una donna ottantenne.
20 novembre 2023: Fermare la strage di bambine e bambini a Gaza.
Lunedì 20 novembre come ogni anno si celebra la giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, occasione in cui ci si interroga sugli sforzi internazionali e le azioni intraprese per garantire ai bambini e alle bambine i diritti fondamentali come quello alla vita, alla famiglia, alla salute, alla protezione da ogni forma di abuso e sfruttamento, al gioco e allo svago.
IL PORTAVOCE DI AMNESTY ITALIA
Riccardo Noury è dal 2003 portavoce di Amnesty International Italia, organizzazione per la quale lavora dal 1980. Cura l’edizione italiana del rapporto annuale di Amnesty International. Ha due blog, sul Corriere della Sera e sul Fatto Quotidiano, e collabora con Articolo 21, Focus on Africa e Pressenza.Ha scritto, tra gli altri, Non sopportiamo la tortura (Rizzoli Libri Illustrati, 2001), La testa altrove (Infinito Edizioni, 2020), La stessa lotta, la stessa ragione (People Pub, 2020) e Molla chi boia. La lenta fine della pena di morte negli Usa (Infinito Edizioni, 2022).
E’ possibile contattarlo inviando una mail: