
“La
notizia della morte di Mohamed Morsi, avvenuta il 17 giugno durante un’udienza
in tribunale, è profondamente scioccante e solleva forti domande sul
trattamento subito dall’ex presidente egiziano durante la detenzione. Le
autorità egiziane devono ordinare immediatamente un’indagine imparziale,
approfondita e trasparente sulle circostanze del decesso, sulle condizioni
detentive e sulla possibilità di avere accesso alle cure mediche”, ha dichiarato
Magdalena Mughrabi, vicedirettrice per il Medio Oriente e l’Africa del Nord di
Amnesty International.
“Le autorità egiziane avevano la responsabilità di assicurare che, in quanto
detenuto, Mohamed Morsi avesse accesso a cure mediche adeguate”, ha
proseguito Mughrabi.
“Mohamed Morsi risultò scomparso per mesi dal suo arresto fino al 4 novembre
2013, quando comparve per la prima volta di fronte a un giudice. Per quasi sei
anni è stato tenuto in isolamento: una condizione che ha comportato un
considerevole stress psicofisico e che ha violato il divieto assoluto di
maltrattamenti e torture. In quei sei anni, è rimasto di fatto isolato dal
mondo esterno, senza poter avere accesso ai suoi avvocati e a un medico, con la
sola eccezione di tre visite familiari”.
“Le autorità egiziane vantano una terribile storia di detenzione di prigionieri
in isolamento per lunghi periodi di tempo e in condizioni durissime, così come
di maltrattamenti e torture nei confronti dei detenuti. Ecco perché è più che
mai cruciale che le autorità indaghino per determinare se maltrattamenti del
genere abbiano contribuito alla morte di Mohamed Morsi e assicurare che i
responsabili delle violazioni dei diritti umani commesse ai suoi danni siano
chiamati a risponderne”.
Ulteriori informazioni
I familiari di Mohamed Morsi hanno reso noto che il loro congiunto soffriva di
diabete, che nel corso della detenzione era collassato due volte e che non
aveva avuto accesso a cure mediche adeguate. A causa delle limitazioni poste
alle comunicazioni del detenuto col mondo esterno, si conoscono pochi dettagli
sulle sue condizioni di detenzione.
Le ricerche di Amnesty International hanno determinato che in sei casi le
condizioni di isolamento hanno costituito forme di tortura nei confronti dei
detenuti.
Roma, 18 giugno 2019