20.09.2024 >
Nel secondo anniversario dell’inizio delle proteste avviate in seguito alla morte in custodia di Mahsa Jina Amini, in cui persone di ogni parte dell’Iran scesero in piazza per sfidare decenni di oppressione e di discriminazione di genere, la popolazione iraniana continua a subire le devastanti conseguenze della brutale repressione della rivolta “Donna Vita Libertà”, in un contesto di sistematica impunità per i crimini di diritto internazionale.
A sostegno di queste ragioni a Cuneo e ad Asti i locali gruppi Amnesty sono scesi in piazza in solidarietà con le persone che stanno continuando a manifestare pacificamente per chiedere il rispetto dei diritti umani, verità, giustizia e la fine delle norme discriminatorie contro le donne in Iran.
“L’anniversario della rivolta ‘Donna Vita Libertà’ è un inquietante promemoria del fatto che un numero incalcolabile di persone è ancora alle prese con le conseguenze di quella brutale repressione” ha dichiarato Patrizia Barello, responsabile del Gruppo Amnesty di Cuneo.
“Le autorità iraniane hanno trascorso gli ultimi due anni alimentando una propaganda di diniego e di distorsione dei fatti per nascondere le prove dei loro crimini e intimidendo fino al silenzio le persone sopravvissute e le famiglie delle vittime” ha aggiunto Simona Franzino, responsabile del Gruppo Amnesty di Asti. “In assenza di alcuna prospettiva di indagini nazionali indipendenti e imparziali, è indispensabile che gli organi di giustizia degli stati avviino indagini sui crimini commessi dalle autorità iraniane attraverso il principio della giurisdizione universale”.