14.02.2024 >
Il 20 e il 21 febbraio la Corte Suprema di Londra deciderà se Julian Assange ha esaurito ogni possibilità di opporsi all’estradizione negli Stati Uniti.
In vista di queste date cruciali, Amnesty International ribadisce ancora una volta che il giornalismo non è un reato; per questo motivo continuerà a fare pressione affinché la richiesta di estradizione sia respinta, le accuse annullate e Assange scarcerato.
Come in tutta Italia, anche gli attivisti del Piemonte e della Valle d’Aosta si uniscono alle azioni organizzate dai Comitati per la liberazione di Julian Assange.
“Rendere pubblici dei crimini non può essere un crimine” dichiara Luca Andreani, responsabile Circoscrizionale di Amnesty International – Piemonte e Valle d’Aosta. “La libertà di stampa, così come il diritto all’informazione, non possono e non devono essere repressi. Ecco perché Amnesty, in virtù del rispetto di questi principi alla base di ogni democrazia, chiede alle autorità di Usa e Regno Unito di annullare le accuse e non procedere all’estradizione”.
Da Cuneo a Novara, passando per Collegno, gli attivisti scenderanno in piazza sabato 17 febbraio: a Cuneo è in programma un flash mob, alle 17 in largo Audiffredi; a Collegno l’appuntamento è nella piazza del Municipio, dalle 10:30 alle 11:30. A Novara dalle 15:30 alle 18 in piazza della Repubblica il sit in a cui parteciperanno alcuni rappresentanti piemontesi di Free Assange Italia e altre associazioni novaresi.
A Torino, lunedì 19 e martedì 20, la sede del Movimento internazionale resterà aperta in corso San Maurizio 12 bis: dalle 16:30 alle 19 gli attivisti propongono una foto-petizione a sostegno di Julian Assange e saranno a disposizione per fornire informazioni sulla campagna.
Julian Assange, ha già trascorso quasi cinque anni nella prigione londinese di Belmarsh, ove è detenuto in attesa di giudizio dall’aprile 2019, detenzione che Amnesty International ha ritenuto per gran parte arbitraria. Se venisse estradato, potrebbe passare il resto della vita in carcere per l’accusa di aver pubblicato nel 2010 documenti segretati resi noti tramite Wikileaks.
La pubblicazione da parte di Wikileaks di documenti rivelati all’organizzazione da altre fonti rientra nella condotta che giornalisti investigativi ed editori possono legalmente tenere nell’ambito della loro attività professionale. Le accuse di spionaggio e di frode informatica contro Assange sono motivate politicamente, violano il diritto alla libertà di espressione e possono avere una “grave ricaduta” sulla libertà dei media a livello globale, spingendo giornalisti ed editori ad autocensurarsi per evitare il rischio di denunce.