Questa pagina è aggiornata settimanalmente sulla base di informazioni raccolte da Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International – Italia.
ANNO 2024
40/2024 – “Anche io penso che Sasha oggi sia qui [libera] principalmente grazie agli sforzi di Amnesty International e anche io vi ringrazio perché so che avete fatto pressione sui governi europei e questo è fondamentale per noi. Il fatto che Sasha sia qui, ora, è un miracolo perché nella lista per lo scambio di prigionieri c’erano solo politici, membri della Fondazione anticorruzione e cittadini di altri paesi. Con grande sorpresa il nome di Sasha era nella lista!”
(Sofia Subbotina, compagna di Aleksandra Skochilenko, l’attivista per i diritti umani e artista della Russia, tornata in libertà il 1° agosto 2024 a seguito di un negoziato per lo scambio di prigionieri. Arrestata nel marzo 2022, il 16 novembre 2023 era stata condannata a sette anni di carcere per “discredito nei confronti delle forze armate russe”, per aver sostituito i cartellini dei prezzi in un supermercato di San Pietroburgo con messaggi contro la guerra all’Ucraina. Vedi anche Grazie Amnesty 39_2024)
39/2024 – “Voglio dire un enorme grazie ad Amnesty International. È difficile esprimere la mia gratitudine a parole. Perché se sono qui è in larga parte grazie a questa organizzazione”.
(Aleksandra Skochilenko, attivista per i diritti umani e artista della Russia, tornata in libertà il 1° agosto 2024 a seguito di un negoziato per lo scambio di prigionieri. Arrestata nel marzo 2022, il 16 novembre 2023 era stata condannata a sette anni di carcere per “discredito nei confronti delle forze armate russe”, per aver sostituito i cartellini dei prezzi in un supermercato di San Pietroburgo con messaggi contro la guerra all’Ucraina)
38/2024 – “Ringrazio di cuore Amnesty International Italia e il pubblico del festival ‘Vicoli corti’ per i premi conferiti ad ‘Amina’. Stimo e ammiro da sempre il lavoro di Amnesty International nella lotta per i diritti umani nel mondo e non potrei essere più felice. L’apprezzamento del pubblico è la mia seconda fonte di gioia. Grazie a tutte le donne afgane che mi hanno accompagnato in questo percorso”
(Serena Tondo, vincitrice del Premio diritti umani di Amnesty International al festival “Vicoli corti” di Massafra per il suo cortometraggio “Amina”)
37/2024 – “Sono molto grata ad Amnesty International. Se non fosse stato per lei, non avrei avuto una madre così. Ci ha dato forza, è stata la voce di mia madre. Senza Amnesty International, non avrebbe fatto tutta quella strada per cercare giustizia. Grazie, davvero, ad Amnesty International: c’è per me, per la mia famiglia, per quelle persone che non hanno privilegi. E noi tutte siamo vive grazie ad Amnesty International”.
(Blessing Kiobel, figlia di Ester Kiobel, il cui marito Barinel Kiobel venne impiccato dalla giunta militare della Nigeria nel 1995 perché denunciava i danni all’ambiente provocati dalla multinazionale Shell – vedi anche Grazie Amnesty 36_2024)
36/2024 – “Dopo la morte di mio marito, siamo andati a vivere in un campo rifugiati. Lì ho avuto la fortuna d’incontrare Amnesty International, senza la quale neanche avrei saputo cosa sono i diritti umani. Ci ha dato speranza e una nuova vita. Ci sono persone che non hanno voce e che hanno bisogno di qualcuno che sia la loro voce. Sono felice che Amnesty International sia stata lì per me. Sempre con l’aiuto di Amnesty International, ci siamo trasferiti negli Usa, dove ho incontrato un avvocato disposto ad ascoltarmi. Grazie ad Amnesty International io e le altre otto vedove abbiamo ritrovato la forza. Io sono quella che ha portato Shell in giudizio. La lotta va ancora avanti”.
(Esther Kiobel, vedova di Barinel Kiobel, uno dei nove attivisti ogoni impiccato dalla giunta militare della Nigeria nel 1995 perché denunciavano i danni all’ambiente provocati dalla multinazionale Shell)
35/2024 – “Siamo molto commossi per il sostegno, l’amore e la solidarietà per Narges Mohammadi e le coraggiose donne di Evin. Grazie, a nome della famiglia, per stare dalla nostra parte e dalla parte di tutte le donne che continuano a soffrire così tanto”.
(Messaggio su X della Fondazione Narges Mohammadi, la difensora dei diritti umani iraniana e premio Nobel per la pace 2023 detenuta nella prigione di Evin e sottoposta a un pestaggio il 9 agosto 2024)
33/2024 – “Il lavoro che Amnesty International Italia svolge è di fondamentale importanza, così come il nostro impegno collettivo nel portare alla luce le ingiustizie che ancora oggi siamo costretti a sopportare nel 2024. Credo che partecipare alla vita sociale e fare politica significhi anche immedesimarsi negli altri, provare a mettersi nei loro panni e in questo la musica e l’arte in generale possono fare molto. Nella condivisione c’è l’incontro e la possibilità di unirsi nella lotta per il nostro futuro e i nostri diritti. Ringrazio di cuore Amnesty International Italia e Voci per la Libertà per questo riconoscimento. Continuerò a utilizzare la mia musica come strumento di ricerca e crescita personale e per provare a raggiungere e diffondere consapevolezza e promuovere il cambiamento. Insieme, possiamo fare la differenza”.
(Diodato, vincitore col brano “La mia terra” dell’edizione 2024 del concorso musicale “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty”)
32/2024 – “Vi ringrazio per questo premio e per l’applauso, che dovrei fare io a voi ogni giorno. Io faccio semplicemente ciò che mi hanno insegnato i miei genitori: rispettare tutti e tutti. Grazie ad Amnesty International Italia per il suo impegno e per avermi conferito questo premio. Ritengo che il calcio sia un veicolo pubblicitario importante e che debba educare le future generazioni a una competizione avvincente e leale. Speriamo che un giorno si possa arrivare a questo, lasciando da parte il razzismo e le disuguaglianze”.
(Claudio Ranieri, allenatore di calcio cui, durante la XXXIX Assemblea generale di Amnesty International Italia è stato conferito il premio Sport e diritti umani 2024 di Amnesty International Italia e Sport for Society)
31/2024 – “Desidero estendere inoltre la mia gratitudine; ai media globali, ai giornalisti che diffondono le nostre voci nel mondo, a tutte le femministe che considerano i diritti delle donne una cartina al tornasole della democrazia, della pace e della qualità della vita e spingono il mondo a cambiare sempre per il meglio; alle associazioni per i diritti umani, che sono il nostro santuario; ad Amnesty International (…)”
(Narges Mohammadi, difensora dei diritti umani dell’Iran, premio Nobel per la pace 2023, in carcere per scontare una condanna a 12 anni per reati di opinione. Questo testo è tratto dal libro “Più ci rinchiudono, più diventiamo forti: voci di donne iraniane in lotta per la libertà“, pubblicato da Mondadori nel 2024)
30/2024 – “Ho seguito con Amnesty International questo progetto. Grazie a questa esperienza, queste persone mi hanno cambiato la vita. Mi hanno aperto le porte delle loro case e fatto entrare nelle loro vite e nel loro dolore. Grazie quindi ad Amnesty International per avermi dato questa opportunità”.
(Antonio De Matteo, attore e fotografo, autore dei ritratti della mostra di Amnesty International Italia “La lotta, il coraggio e l’amore” sulle storie di familiari di vittime di violazioni dei diritti umani che lottano per la verità e la giustizia)
29/2024 – “Voglio esprimere la mia profondissima gratitudine al team di Amnesty International. La vostra azione tempestiva – lettere, petizioni, firme e l’enorme numero di lettere trasmesse al tribunale e all’ufficio del procuratore- è stata davvero molto potente. Ha dato forza anche a noi. Ogni volta che apro le buste e leggo le lettere, mi rendo conto di quanto la solidarietà sia potente. Inizio ogni giornata aprendo cinquanta nuove lettere e trovo energia. Ovviamente, l’assoluzione è stata una cosa del tutto inaspettata, ancora devo rendermene bene conto. Avevamo immaginato vari scenari, tranne quello che saremmo stati assolti. A partire da oggi, spero che davanti a noi ci siano solo buone cose e che il Kirghizistan potrà intraprendere il cammino della libertà e dello sviluppo democratico. Sono così felice, davvero non ho parole. Grazie a tutte e a tutti voi per il vostro sostegno, per tutte le lettere che avete scritto. Continuerò a pubblicarle, ne ho ancora moltissime persino da aprire. M’inchino rispettosamente di fronte a tutto quello che state facendo!”
(Rita Karatasova, difensora dei diritti umani, una delle 22 persone imputate in un processo irregolare per presunti disordini di massa” avvenuti nel 2022 nella zona di Kempir Abad, un bacino d’acqua che il governo aveva ceduto all’Uzbekistan nel corso di un accordo sulla modifica dei confini. La pubblica accusa aveva chiesto condanne a oltre 20 anni di carcere. Vedi anche Grazie Amnesty 25/2024)
28/2024 – “Oggi l’avvocato ha potuto vedere Vladimir [Kara-Murza]! Vladimir è stato trasferito nel reparto ospedaliero della prigione ma è vivo e, per quanto lo consenta la situazione, sta bene. Un enorme grazie a ogni persona che ha lanciato l’allarme e chiesto che l’avvocato potesse entrare in carcere!”
(Messaggio pubblicato su X il 10 luglio 2024 da Evgenia Kara-Murza, moglie di Vladimir, prigioniero di coscienza della Russia, condannato nell’aprile 2023 a 25 anni di carcere per alto tradimento e altri reati unicamente per aver denunciato i crimini delle forze armate russe in Ucraina).
27/2024 – “Grazie per il vostro sostegno, non da oggi ma da moltissimi anni! Vi assicuro che, nonostante ci vorrà ancora un po’ di tempo, avrò la protezione internazionale, tramite voi! Vi assicuro che la vostra presenza ha cambiato molto sia nel passato, sia nel presente e, sono sicuro, anche nel futuro sia per me che per tutti. Viva Amnesty International!”
(Mohamed Dihani, ex prigioniero di coscienza e difensore dei diritti umani saharawi. Il 3 luglio 2024, nella seconda udienza relativa alla sua richiesta di protezione internazionale, il tribunale di Roma ha dato parere favorevole).
26/2024 – “Le parole non possono esprimere la nostra immensa gratitudine a VOI, sì VOI, che vi siete mobilitati per anni e anni per far sì che questo diventasse realtà. Grazie. Grazie. Grazie.”
(Il ringraziamento di Stella Morris, moglie di Julian Assange, tornato definitivamente libero il 26 giugno 2024, a tutte le persone che hanno sostenuto la campagna #FreeAssange)
25/2024 – “Un enorme ringraziamento ad Amnesty International, davvero grande. Il numero delle lettere ricevute [durante la Maratona Write for Rights del 2023] è incredibile. Le pubblicherò tutte sui miei social ma ci vorrà tempo almeno fino alla fine dell’anno! Quelle lettere hanno dato forza non solo a me ma anche a tutte le altre persone imputate nel caso Kempir Abad. Abbiamo sentito il sostegno della comunità globale. La nostra gratitudine è immensa”.
(Rita Karatasova, difensora dei diritti umani, una delle 22 persone imputate in un processo irregolare per presunti disordini di massa” avvenuti nel 2022 nella zona di Kempir Abad, un bacino d’acqua che il governo aveva ceduto all’Uzbekistan nel corso di un accordo sulla modifica dei confini. La pubblica accusa aveva chiesto condanne a oltre 20 anni di carcere)
24/2024 – “Grazie per aver voluto esprimere, svolgendo qui a Ravenna la vostra Assemblea annuale, solidarietà alle nostre comunità così colpite lo scorso anno dal cambiamento climatico. E grazie anche, da cittadino ancora prima che da sindaco, per il modo in cui affrontate le crisi in corso senza alcuna faziosità, usando la lingua dei diritti umani”
(Michele De Pascale, sindaco di Ravenna, in occasione del suo saluto inaugurale alla XXXIX Assemblea generale di Amnesty International)
23/2024 – “Ringrazio Amnesty International per avermi aiutato a gestire questa mia vicenda”
(Matteo Falcinelli, studente italiano sottoposto a tortura da parte della polizia di Miami, Florida, Usa nel febbraio 2024)
22/2024 – “Sono Virginia Laparra, che avete dichiarato prigioniera di coscienza il 28 novembre 2022. Ho trascorso 680 giorni in carcere, ma sono sopravvissuta. E dato che la mia sopravvivenza è dipesa in buona parte da voi, desidero ringraziarvi per il sostegno, la solidarietà che avete manifestato nei miei confronti. Che Dio vi benedica! Un abbraccio a ciascuna e ciascuno di voi dal profondo del mio cuore!”
(Virginia Laparra, ex procuratrice dell’ufficio speciale contro la corruzione della procura del Guatemala, al centro di una persecuzione giudiziaria durata quasi due anni a causa delle sue attività professionali. E’ stata scarcerata il 3 gennaio 2024)
21/2024 – “Grazie ad Amnesty International ho scoperto il mondo dei diritti umani e lì ho trovato finalmente la mia strada: ho capito che le aziende possono violare i diritti umani ma anche contribuire a difenderli”
(Martina Rogato, cofondatrice di Young Women Network e core member di Human Rights International Corner, l’unica organizzazione in Italia che si occupa verticalmente del tema imprese e diritti umani. Fa parte di Women 20, gruppo ufficiale del G20 su parità di genere e diversità. Dal 2022 è Gender Advisor di Women 7 (presidenza del G7). Nominata da Start Up Italia tra le 100 donne che stanno cambiando l’Italia ed è tra le change-maker scelte da papa Francesco per ridisegnare una nuova economia sostenibile).
20/2024 – “Ringraziamo tutte le persone e le organizzazioni, tra le quali Amnesty International che non ci ha mai fatto mancare il suo sostegno”
(Nicola Canestrini, avvocato difensore dell’equipaggio della Nave ‘Iuventa’, che il 19 aprile 2024 è stato assolto dall’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione illegale dal giudice per l’udienza preliminare di Trapani che ha stabilito che ‘il fatto non sussiste’)
19/2024 – “È un grande onore ricevere questo riconoscimento da Amnesty International Italia e sono davvero felice che arrivi con il brano ‘La mia terra’. La questione tarantina è stata spesso relegata a una pura problematica lavorativa, occupazionale, nascondendo il vero nocciolo della questione e cioè i diritti umani. Sono soprattutto questi a essere violati continuamente nella mia città. Il disastro ambientale e la violenza verso gli esseri viventi è sicuramente il tema principale da cui partire. La bellezza che la mia terra continua a mostrare nonostante tutto è un monito che lancia a noi tutti è richiesta d’amore e di giustizia. Ringrazio Amnesty International Italia anche per essere da sempre al fianco dell’Uno Maggio Taranto Libero e Pensante, venendo sul nostro palco a dar voce a tantissimi esseri umani che ogni giorno lottano per i propri diritti”.
(Diodato, vincitore del premio Amnesty International 2024 per il migliore brano sui diritti umani, “La mia terra”)
18/2024 – “Grazie a chi, come Amnesty International, ha preso le mie difese. Continuerò a battermi per la mia innocenza e per la libertà di stampa nella Repubblica Democratica del Congo”
(Stanis Bujakera, giornalista della Repubblica Democratica dal Congo, corrispondente della rivista “Jeune Afrique” e dell’agenzia di stampa “Reuters”, tornato in libertà il 18 marzo 2024. Era stato arrestato nel settembre 2023 a causa di un articolo che coinvolgeva i servizi segreti militari nella morte dell’oppositore politico Chérubin Okende)
17/2024 – “Quando il mio avvocato è venuto a trovarmi nella prigione di Ofer e mi ha detto che Amnesty International aveva organizzato una campagna in mio favore, la cosa mi ha dato molta forza: ho sentito che non ero solo, che non ero stato dimenticato, che i tentativi di Israele di farci scomparire dietro le sbarre e di ridurci al silenzio non avrebbero avuto successo”.
(Munther Amira, difensore dei diritti umani palestinese, scarcerato il 28 febbraio 2024 da una prigione militare israeliana. Era stato arrestato il 18 dicembre 2023 nel campo rifugiati Aida di Betlemme. Dopo che non erano emerse prove circa l’istigazione alla violenza attraverso post su Facebook, il 31 dicembre era stato condannato a quattro mesi di detenzione amministrativa. Amnesty International aveva emesso un’azione urgente in suo favore)
16/2024 – “Molti ringraziamenti ad Amnesty International per averci dato quest’opportunità. In un mondo in cui l’arte spesso gioca un ruolo periferico, iniziative come questa l’hanno messa al centro della comunicazione di messaggi sociali, culturali e politici fondamentali”.
(Giacomo Guccinelli, che insieme a Gloria Pizzilli ha curato la parte artistica del flash mob sulla giustizia climatica organizzato da Amnesty International Italia a Bologna il 16 marzo 2024)
15/2024 – “Grazie per il riconoscimento. Ma il premio in denaro ve lo restituiamo come donazione, chiedendovi di farne uso per una campagna in favore dei rifugiati”
(Brandt Andersen, regista di “The Stranger case”, vincitore del premio diritti umani di Amnesty International Germania alla Berlinale 2024)
14/2024 – “Vi scrivo dal braccio della morte del Texas, anche se noi preferiamo chiamarlo il braccio della vita. So di parlare a nome di tutti quando dico che siamo grati a tutte le persone che agiscono per abolire la pena di morte e per liberare noi che siamo innocenti. Non sono l’unica innocente qui, ma devo dire che anche i colpevoli meritano comunque di vivere”.
(Melissa Lucio, condannata a morte del Texas, Usa. Nell’aprile 2022 la sua esecuzione è stata sospesa quando mancavano solo due giorni. Nel 2008 è stata giudicata colpevole dell’omicidio di una delle sue figlie, ma secondo nuove prove il decesso sarebbe stato causato da caduta accidentale dalle scale)
13/2024 – “Grazie per tutto il vostro sostegno. Con le vostre azioni state evitando che le persone che difendono la terra e l’ambiente siano criminalizzate solo per aver esercitato il diritto di protesta pacifica. Continuate ad agire in favore di altre comunità che stanno subendo situazioni simili in Chiapas e nello Yucatan”.
(Miguel Lopez Vega, difensore dei diritti umani del Messico, assolto il 24 febbraio 2024 da tutte accuse mosse a suo carico in seguito alla partecipazione, il 30 ottobre 2019, a una protesta pacifica contro la costruzione di un sistema di scaricamento delle acque delle industrie tessili di Huejotzingo che avrebbe inquinato il fiume Metpapanapa, nello stato di Oaxaca)
12/2024 – “Munther ringrazia Amnesty International e tutte le persone attiviste che hanno scritto appelli in suo favore. Pensa che questo sostegno abbia contribuito a farlo tornare libero. Continuerà a lottare per la giustizia e per la fine dell’occupazione e dell’apartheid di Israele”
(Messaggio ricevuto da parte di Munther Amira, difensore dei diritti umani palestinese, già prigioniero di coscienza nel 2018, scarcerato nel marzo 2024 dopo nove settimane di detenzione nel carcere militare di Ofer, nella Cisgiordania occupata. Era stato arrestato il 18 dicembre 2023 nel campo rifugiati Aida di Betlemme. Dopo che non erano emerse prove circa l’istigazione alla violenza attraverso post su Facebook, il 31 dicembre era stato condannato a quattro mesi di detenzione amministrativa. Amnesty International aveva emesso un’azione urgente in suo favore)
11/2024 – “A tutte le persone di Amnesty International. Non trovo le parole per descrivere l’impatto della vostra campagna per me, il bene che fate a me e alla mia famiglia. Provo una gioia immensa. Voglio ringraziarvi e chiedere a Dio di continuare a benedirvi. Non siate scoraggiati perché state facendo davvero del bene. Avete iniziato a occuparvi di me nel momento di maggiore bisogno. Mio figlio stava male, mia madre stava male: lei si è ammalata perché io sono finita in carcere. Ma la vostra campagna le ha ridato forza e ha incoraggiato tutti noi. Insomma, non so come ringraziarvi abbastanza. Il 15 febbraio [2024] il tribunale ha accolto il mio ricorso contro la condanna, l’udienza ci sarà il 21 marzo. Quindi, c’è un po’ di speranza. Dobbiamo sperare. Sono così stanca di questo posto. Ci sono giorni in cui appena mi sveglio scoppio a piangere. La vita in prigione è dura, se non l’avete provata non potete rendervene conto, è come la tortura. Sarei grata se poteste proseguire l’azione in mio favore”
(Dorgelesse Nguessan, madre single del Camerun, arrestata il 22 novembre 2020 alla prima manifestazione pacifica contro la crisi economica cui aveva preso parte. Il 7 dicembre 2021 un tribunale militare l’ha condannata a cinque anni di carcere per “insurrezione”. Amnesty International l’ha adottata come prigioniera di coscienza)
10/2024 – “Desidero ringraziare le oltre 70.000 persone che hanno preso parte all’azione di sostegno in mio favore e fatto pressioni sulle autorità di Andorra. Queste persone fanno parte di questa vittoria collettiva e pacifica. Nonostante questi anni difficili, mi sento fortunata ad andare avanti al vostro fianco. La nostra forza sta nella solidarietà e nell’agire in favore dei diritti delle altre persone”.
(Vanessa Mendoza Cortés, attivista per i diritti delle donne di Andorra, assolta il 17 gennaio 2024 dall’accusa di diffamazione per aver dichiarato nel 2019, di fronte al Comitato delle Nazioni Unite sull’eliminazione della discriminazione contro le donne, che ad Andorra è impossibile abortire)
9/2024 – “Il mio messaggio è per tutte le persone che difendono i diritti umani, per il loro nobile lavoro; la mia costante gratitudine per tutte le azioni che stanno svolgendo. In particolare, voglio ringraziare Amnesty International e tutte le persone che Amnesty International coinvolge, in Venezuela e nel mondo intero. La vostra campagna contribuisce a rendere note le violazioni dei diritti umani in Venezuela e nel mondo. Vi sono davvero riconoscente e vi mando un abbraccio fraterno”.
(Guillermo Zarraga, ex sindacalista del Venezuela, tornato in libertà il 20 dicembre 2023. Era stato arrestato nel novembre 2020 per l’infondata accusa di associazione criminale e di diffusione di informazioni riservate sulla sicurezza dello stato)
8/2024 – “Grazie per non aver mai smesso di chiedere la mia liberazione. Vi chiedo di continuare a farvi sentire per tutti i prigionieri di coscienza nel mondo”
(Patrick Zaki, ex prigioniero di coscienza egiziano, in occasione del conferimento dell’onorificenza Primo Tricolore da parte del comune di Reggio Emilia, il 23 gennaio 2024)
7/2024 – “Da quando ho conosciuto Amnesty, c’è stata una fusione, c’è stato qualcosa di magico che mi ha portato a dedicarmi a quest’associazione in modo totale. Ogni volta che mi chiede di incontrare delle persone, magari nelle scuole, faccio di tutto per esserci. Vedo Amnesty come l’associazione dei miracoli, mi dà maggiore speranza che qualcosa nella vita possa cambiare”.
(Vito Fiorino, falegname e pescatore. Il 3 ottobre soccorse migranti e richiedenti asilo durante la strage al largo di Lampedusa. Collabora regolarmente con Amnesty International
6/2024 – “Grazie a tutte le persone e a tutte le organizzazioni per i diritti umani che sono state dalla mia parte. A nome delle mie compagne di prigionia, chiedo alle autorità di smetterla di accusare e di processare altre donne innocenti come me. Ho trascorso un periodo traumatico, che non auguro a nessuna di vivere”.
(“Lilian“, una donna di El Salvador scarcerata alla fine del dicembre 2023. Nel 2015 era stata condannata a 30 anni di carcere per “abbandono”, “negligenza” e “omicidio aggravato” poiché la bambina che aveva dato alla luce era morta tre giorni dopo il parto).
5/2024 – “Come autore di Blob, storico programma di Rai3, collaboro con Amnesty International Italia da molti anni e per questo li ringrazio profondamente. Ho trovato in Amnesty International una serietà di intenti e un rigore nel proprio operato che li rende davvero un unicum tra le associazioni internazionali che si occupano di diritti umani. Sempre attenti alle questioni internazionali, sia quelle macroscopiche che quelle più nascoste o dimenticate, intransigenti nelle collaborazioni e retti nei rapporti con le istituzioni, riflettono appieno la luce di quella candela che portano nel mondo come simbolo di speranza. Sapere che anche nella prigione più lontana, dentro la cella più buia e isolata ci sia qualcuno che porta una luce di speranza grazie al proprio operato, restituisce dignità e diritto a qualsiasi detenuto dimenticato. Grazie.”
(Fabio Masi, autore e regista di Blob Rai3)
4/2024 – “In questi ultimi anni abbiamo passato i momenti più difficili delle nostre vite, momenti che non avremmo mai immaginato di trascorrere. La cosa che ci fa andare avanti è l’incredibile sostegno che abbiamo ricevuto dai nostri amici, dai colleghi di Ahmadreza e da tutte le persone piene di compassione come voi, che siete stati dalla nostra parte in questi anni. Siete davvero la forza che ci spinge a combattere e a non arrenderci. Grazie da parte mia, dei nostri figli e di Ahmadreza. Il vostro sostegno è tanto importante per noi!”
(Vida Merhannia, moglie di Ahmadreza Djalali, scienziato iraniano con passaporto svedese, arrestato in Iran nel 2016 e condannato a morte nel 2017 per l’infondata accusa di spionaggio in favore di Israele)
3/2024 – “Ho ricevuto centinaia di lettere con le parole ‘Libertà per Rita’. Questo è il potere del sostegno universale. Mi dà forza per raggiungere i miei obiettivi. Grazie a ognuno e ognuna di voi. Dedico queste lettere a tutte le persone che sono illegalmente in carcere. Possa l’Onnipotente inviare gli Angeli ad aprire queste sbarre d’acciaio!”
(Rita Karasartova, difensora dei diritti umani, presidente dell’Istituto per le analisi pubbliche ed esponente del Movimento democratico unito del Kirghizistan. Detenuta per un mese alla fine del 2022, è in attesa del processo per “disordini di massa” e “sovversione dei poteri dello stato” per esserci pacificamente opposta a un accordo che ha modificato la frontiera con l’Uzbekistan in favore di quest’ultimo, che ha così ottenuto il controllo di un’importante riserva idrica. Se giudicata colpevole, rischia fino a 15 anni di carcere)
2/2024 – “Grazie Amnesty per aver difeso i miei diritti, i nostri diritti. Grazie per il lavoro di sensibilizzazione che fate ogni giorno, per rivendicare la dignità di ogni persona“.
(Remon Karam, attivista per i diritti umani e mediatore culturale, fuggito dall’Egitto e arrivato da solo in Italia a 14 anni. La sua storia è stata raccontata da Francesca Barra nel libro “Il mare nasconde le stelle”. Collabora con Amnesty International Italia)
1/2024 – “Amnesty International va ringraziata per il lavoro immenso, incredibile che ha fatto sui diritti dei palestinesi”
(Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nel territorio palestinese occupato dal 1967, durante una diretta con Amnesty International Italia)
ANNO 2023
“Nel corso del primo periodo della mia detenzione, in cui mi erano preclusi i contatti con l’esterno, mai avrei immaginato che vi sarebbe stata tanta solidarietà nei miei confronti. Ne ho avuto parzialmente notizia durante il primo colloquio con il mio avvocato, dopo oltre due settimane dall’arresto. Anche se non mi era ben chiara la portata del lavoro portato avanti in Italia, il sapere di poter contare sulla solidarietà di molti, non solo parenti, amici e conoscenti, ma anche di persone semplicemente e profondamente colpite dall’ennesimo sopruso perpetrato impunemente dall’occupazione israeliana, mi ha alzato il morale e contribuito a darmi la forza per non abbattermi.
La campagna che si è mobilitata in Italia ha giocato, a mio avviso, un ruolo fondamentale nel portare il mio caso all’attenzione generale, rendendo sconveniente per le autorità israeliane sottopormi ad un simile regime di detenzione.
Vorrei per questo esprimere grande gratitudine a tutti coloro che si sono spesi nel corso degli ultimi mesi, ognuno – dai singoli ai comitati, dai collettivi alle organizzazioni – mi ha permesso di poter tornare ad abbracciare la mia famiglia”.
(Khaled El-Qaisi, studente italo-palestinese, arrestato dalle forze israeliane nella Cisgiordania occupata il 31 agosto 2023, tenuto in carcere per motivi non resi noto fino al 7 ottobre 2023 e rientrato in Italia l’8 dicembre 2023)
“Grazie a tutte le attiviste e a tutti gli attivisti Lgbtqia+ che mi hanno accompagnato in questo difficile cammino verso la libertà. Grazie a tutta la comunità globale dei diritti umani che ha sostenuto la campagna #FreeSareh!”
(Zahra Sedighi-Hamedani, nota come Sareh, attivista Lgbtqia+ iraniana, ora in esilio in un luogo non rivelato. A causa del suo attivismo per i diritti umani, alla fine del 2021 era stata arrestata al confine con la Turchia, dove era intenzionata a chiedere asilo. Condannata a morte nel 2022 per “corruzione sulla Terra”, aveva ottenuto l’annullamento della sentenza e, grazie anche a una campagna di Amnesty International, nel marzo 2023 era stata scarcerata su cauzione)
“Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine per il vostro sostegno e la costante azione in favore della mia libertà. La vostra azione urgente ha avuto un ruolo determinante al fine di assicurare il mio ritorno in libertà. Sono rimasto molto colpito dalla vostra solidarietà”.
(Messaggio inviato ad Amnesty International da Mohamed Ibrahim Osman Bulbul, giornalista della Somalia assolto da ogni accusa l’11 ottobre 2023, solo 24 ore dopo il lancio dell’azione urgente che chiedeva la sua scarcerazione. Era stato arrestato il 17 agosto e incriminato, il 25 settembre, per “disprezzo nei confronti dello stato” e “diffusione di notizie false”, per un articolo in cui aveva denunciato l’appropriazione indebita di fondi europei destinati alla formazione delle forze di polizia.
“Sono emozionata e onorata di essere stata chiamata da Amnesty per leggere alcuni articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani a dei giovanissimi ragazzi provenienti da vari istituti di Roma. Sono rimasta colpita dall’intelligenza emotiva di questi ragazzi nonostante la loro età. Grazie ancora, Amnesty!”
(Jenny De Nucci, attrice, influencer, testimonial di Amnesty International Italia, intervenuta il 4 dicembre 2023 a una cerimonia in Campidoglio per celebrare i 75 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani)
“Siamo sempre riconoscenti per tutto quello che fa Amnesty International per noi, è l’organizzazione più indipendente che ci sia!”
(Taghi Rahmani, giornalista ed ex prigioniero di coscienza iraniano, marito di Nages Mohammadi, difensora dei diritti umani e prigioniera di coscienza iraniana, premio Nobel per la pace 2023)
“Amnesty International difende i diritti umani. Ora però è il momento di difenderla, ringraziandola sempre per quello che fa, che è essenziale ed eccezionale. Grazie a persone come voi si riesce ancora ad avere fiducia nell’umanità”
(Marisa Laurito, attrice e attivista per i diritti umani)
“Il fatto che io sia qui oggi è merito vostro, di Amnesty International. Il fatto che io non abbia perso la speranza in carcere è merito vostro. Mi rendo conto che a qualcuno che ha un’altra agenda possa dare fastidio che Amnesty International protegga tutti i civili. Ma questo è quello che penso anche io, che faccio parte della famiglia di Amnesty International: tutti i civili vanno protetti dalla violenza”.
(Patrick Zaki, ospite il 12 novembre 2023 del Gruppo Giovani di Amnesty International Bisceglie)
“Grazie a tutta la vostra organizzazione per l’enorme lavoro che state facendo!”
(Messaggio di Alex Zanotelli, missionario comboniano, attivista per i diritti umani)
“Grazie a tutte le persone che hanno contribuito al mio ritorno. Il primo pensiero, quando sono atterrata, è stato per Osman Kavala, ingiustamente condannato all’ergastolo in Turchia. Poi, ho pensato alle mie compagne di prigionia nel reparto di Evin, come Niloufar Bayani, Sepideh Kashani e Kylie Moore Guilbert, che mi hanno sostenuto dal momento del mio arresto. Penso alle mie connazionali che devono ancora ritrovare la libertà”.
(Fariba Adelkhah, antropologa franco-iraniana trattenuta in carcere in Iran dal giugno 2019 al febbraio 2023 con l’accusa di spionaggio, rientrata in Francia il 18 ottobre 2023)
“Virginia Laparra Rivas ha preso parte a molte importanti indagini sulla corruzione in Guatemala: ha indagato sul giudice Lesther Castellano Rodas e lui nel 2018 l’ha denunciata per “abuso d’ufficio” e “diffusione di notizie riservate”. Arrestata arbitrariamente, è stata condannata a quattro anni di carcere. La Corte suprema di giustizia non ha ancora esaminato il nostro ricorso. Virginia Laparra non è una criminale, è un’avvocata, una madre, una sorella, una figlia, una sposa. Mi ha inviato una lettera in cui scrive che ringrazia moltissimo per il vostro sostegno, per aver firmato l’appello per la sua libertà”.
(Messaggio di Wendy Geraldina de los Angeles Lopez Rosales, avvocata di Virginia Laparra Rivas, a sua volta un’avvocata che sta scontando una condanna a quattro anni di carcere come rappresaglia per aver denunciato la corruzione all’interno della magistratura).
“Buonasera! Purtroppo, le circostanze mi impediscono di essere con voi di persona. La mia assenza è dovuta al fatto che il mio passaporto è stato confiscato dal regime iraniano e mi è stato imposto un divieto di viaggio e lavoro. Immagino che a loro non sia piaciuto ‘Kafka a Teheran’. Tuttavia, sono orgoglioso di vedere che il mio film esce in Italia, un paese che mi ha accolto calorosamente e che io considero profondamente come la mia seconda casa. Nonostante tutte queste limitazioni, la bellezza dell’arte è che non conosce confini o limitazioni. ‘Kafka a Teheran’ è il riflesso della mia anima. Mentre il film parla di cose serie e profonde, vi invito a trovare dei momenti leggeri e divertenti, perché di fronte a regimi oppressivi, un sorriso può essere un potente atto di sfida. Quindi, grazie per aver organizzato questa serata! Godetevi l’esperienza, sorridete e immergetevi nel film”.
(Messaggio inviato da Ali Asgari, regista insieme ad Alireza Khatami del film “Kafka a Teheran”, oggetto di due proiezioni speciali organizzate da Academy Two e Amnesty International Italia a Roma il 5 ottobre 2023)
“Amnesty International nel mio percorso mi ha dato davvero molto. E sapere che apparterrete anche voi in maniera diretta a questo disco è emozionante”.
(Lorenzo Lepore, vincitore del premio Emergenti al festival “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty” nel 2022, alla vigilia dell’uscita del suo primo album
“Tutto è cambiato quando ho realizzato che la mia arte potesse diventare anche protesta politica e sociale. Artivismo. La potenza comunicativa di un poster affisso su un muro, specie se quello giusto, è più forte di mille parole.
Fare luce e indignarsi sulle violazioni dei diritti umani, sociali e civili dovrebbe essere una prerogativa di ogni essere umano se si vuole costruire un mondo migliore. Aver unito il mio lavoro e la mia passione alla lotta per i diritti umani è stata la scelta più naturale che potessi fare, nella mia vita.
Ricevere un premio oggi mi spinge e mi motiva ad andare avanti, a fare di più.
Un premio che voglio dedicare a tutti gli esseri umani che vivono in uno stato di privazione dei propri diritti, e penso quindi alle donne iraniane che lottano, sacrificando la loro vita, per vivere in un paese migliore, libero da tradizioni barbare e fondamentalismi religiosi. Il loro coraggio è un grande esempio. Non bisogna però dimenticarle, abbandonarle in questa lotta. Ringrazio Amnesty International – Italia perché non abbassa mai la guardia, neanche per un secondo”.
(Laika, artista e attivista, vincitrice del premo “Arte e diritti umani” 2023 di Amnesty International Italia)
“Grazie per essere sempre dalla parte di mio padre e degli altri prigionieri di coscienza del Bahrein. Ecco cosa significa la solidarietà. Grazie per la vostra!”
(Maryam al-Khawaja, figlia di Abdulhadi al-Khawaja, difensore dei diritti umani del Bahrein. Condannato all’ergastolo nel 2012 per aver denunciato la repressione delle proteste pacifiche dell’anno precedente, è in sciopero della fame da settimane)
“Il sostegno e il patrocinio di Amnesty International, la più rispettata organizzazione per i diritti umani al mondo, al mio film ‘Il sole sorgerà’ mi hanno colpito fortemente. Il patrocinio avrà un peso a livello internazionale”.
(Ayat Najafi, regista iraniano, il cui ultimo film “Il sole sorgerà” è stato presentato il 30 agosto 2023 alla LXXX Mostra internazionale del cinema di Venezia)
“Mohamed el-Baqer e sua moglie Naema vi ringraziano per il lavoro svolto e il sostegno ricevuto. Mohamed ha aggiunto che tutte le persone di Amnesty International hanno fatto più di quanto lui si aspettasse e che non scorderà mai il fatto che si sono schierate in suo favore”
(Messaggio del team di ricerca sull’Egitto del Segretariato Internazionale di Amnesty International. Mohamed el-Baqer, avvocato egiziano per i diritti umani, è stato scarcerato il 20 luglio 2023 a seguito di un provvedimento di grazia. Stava scontando una condanna a quattro anni di carcere per reati di opinione)
“Sono felicissima e contenta di proiettare il film; voglio ringraziare voi, ringraziare il Festival e Amnesty International Italia per averlo sostenuto e averne promosso la visione, soprattutto in questo momento in cui la Siria non fa più notizia e la gente pensa che tutto vada bene. Ma non va bene, no: in Siria ora è ancora peggio perché prima della guerra c’era la speranza che qualcosa sarebbe cambiato. In realtà quello che è successo è che siamo tornati a zero, senza speranza.
(Soudade Kaadan, regista siriana del film “Nezouh”, premio diritti umani di Amnesty International al Med Film Festival 2022 e proiettato il19 agosto 2023 al festival “Vicoli corti” di Massafra)
“Meno male che c’è Amnesty International che tanto si batte per evitare e lenire le profonde ingiustizie. Un grazie enorme a Patrick Zaki, alla sua famiglia e a tutti quelli che gli sono stati vicini, come Amnesty International”
(Andrea Scanzi, commento del 21 luglio 2023 alla grazia ottenuta da Patrick Zaki il giorno prima)
“Ero veramente in un momento buio. Un giorno mia sorella mi è venuta a trovare portandomi alcune lettere dalle scuole italiane, che mi hanno salvato la vita. Ho letto che c’erano studenti, bambini che volevano veramente incontrarmi una volta libero. Penso a quel momento ogni volta che mi sento giù. Penso a quanto sia stato molto emozionante, mi ha colpito nel profondo e mi ha dato la forza per resistere sempre di più nella mia piccola cella al Cairo. Vi sono davvero riconoscente per questa iniziativa e sarò molto felice di poter partecipare alle attività di Amnesty International nelle scuole!”
(Patrick Zaki, difensore dei diritti umani egiziano, in visita alla Sede Nazionale di Amnesty International Italia il 28 luglio 2023)
“Prima di tutto, sono molto felice e mi sento molto emozionato di essere oggi nell’ufficio di Amnesty International, che c’è stata sempre quando non potevo combattere da solo e dopo anni di prigione. Apprezzo veramente tanto tutto quello che avete fatto. In Italia e in Europa tutti hanno conosciuto la mia storia, hanno saputo del mio caso, grazie agli appelli, ai post e a tutte le manifestazioni che avete organizzato. Non vedo l’ora di lavorare, come difensore dei diritti umani, per la libertà di parola, per le libertà accademiche, per la libertà dei giornalisti, per chiunque voglia essere libero di dire la propria opinione. Io difenderò queste persone. Proverò a fare del mio meglio per liberare quante più persone possibile. Grazie!”
(Patrick Zaki, difensore dei diritti umani egiziano, in visita alla sede nazionale di Amnesty International Italia il 28 luglio 2023)
“Prima di tutto, sono molto felice e mi sento molto emozionato di essere oggi nell’ufficio di Amnesty International, che c’è stata sempre quando non potevo combattere da solo e dopo anni di prigione. Apprezzo veramente tanto tutto quello che avete fatto. In Italia e in Europa tutti hanno conosciuto la mia storia, hanno saputo del mio caso, grazie agli appelli, ai post e a tutte le manifestazioni che avete organizzato. Non vedo l’ora di lavorare, come difensore dei diritti umani, per la libertà di parola, per le libertà accademiche, per la libertà dei giornalisti, per chiunque voglia essere libero di dire la propria opinione. Io difenderò queste persone. Proverò a fare del mio meglio per liberare quante più persone possibile. Grazie!”
(Patrick Zaki, difensore dei diritti umani egiziano, in visita alla sede nazionale di Amnesty International Italia il 28 luglio 2023)
“Ringraziamo Amnesty International Italia per questo bellissimo messaggio che è stato di grande conforto. Ieri è stata una giornata di grande emozioni e di dolore, ma anche di propositi concreti. Gli interventi si sono accresciuti e hanno parlato anche altre persone che hanno aderito alla mobilitazione, con apporti di grande caratura e con determinazione al cambiamento”.
(Messaggio inviato da Letizia Caselli, promotrice del Comitato Parenti Residenza Paradiso di Ferrara, al termine della manifestazione “Violati i diritti umani, Bergamo e l’Italia non dimenticano” svoltasi a Bergamo il 28 giugno 2023 per chiedere giustizia per tutte le vittime di Covid-19, in particolare per le tante persone anziane decedute nelle residenze socioassistenziali italiane)
“È davvero una sensazione incredibile essere nuovamente tra le braccia della mia famiglia dopo 29 anni. Grazie ai miei avvocati che non hanno mai desistito dal raccontare la verità, grazie alla mia famiglia e a tutti coloro che mi sono stati accanto in questo terribile incubo”.
(Barry Jones, cittadino statunitense, tornato in libertà il 15 giugno 2023 dopo aver trascorso 29 anni nel braccio della morte dello stato dell’Arizona. Era stato condannato alla pena capitale nel 1995 per l’omicidio della figlia della sua compagna, un delitto di cui è stata finalmente riconosciuta la sua innocenza)
“Voglio ringraziare Amnesty International Italia per averci appoggiato e aver continuato a sostenerci in questa lotta. La giustizia non dev’essere concessa ma dev’essere ottenuta attraverso la nostra perseveranza e il nostro impegno!”
(Mohamed Dihani, difensore dei diritti umani del Sahara occidentale attualmente in Italia in attesa del riconoscimento della protezione internazionale)
“Grazie per avermi protetto mentre ero in prigione. Il vostro lavoro ha reso le cose più difficili alle autorità israeliane, con la vostra campagna siete riusciti a cambiare le cose”
(Issa Amro, difensore dei diritti umani della Palestina, a Roma il 24 maggio 2023 per la cerimonia di conferimento del Premio “Sport e diritti umani” 2023 alla calciatrice palestinese Natali Shaheen)
“Sono molto onorato e ringrazio per questo premio, mi fa sentire sicuramente, nel mio piccolissimo, un po’ utile nel parlare di argomenti che purtroppo vengono raramente presi in considerazione dai media ufficiali; mi dà un senso d’importanza riuscire a parlare dei valori umani, anche della parte emotiva delle persone che viene sempre trascurata”.
(Manuel Agnelli, vincitore con “Severodonetsk” del premio di Amnesty International Italia e Voci per la libertà per il migliore brano sui diritti umani del 2022, durante la cerimonia di conferimento del premio svoltasi a Torino il 9 giugno 2023)
“Grazie, Amnesty, per aver dichiarato l’operatore umanitario palestinese di Gaza Mohamed al-Halabi prigioniero di coscienza!”
(Sophie McNeill, giornalista australiana, ricercatrice di Human Rights Watch, autrice del libro “We Can’t Say We Didn’t Know”)
“Ringrazio per questo premio, di grande valore perché mette in evidenza l’importanza di rispettare i diritti umani nel mondo dello sport”
(Gary Lineker, ex calciatore britannico, attualmente commentatore sportivo per la Bbc, vincitore del premio straordinario Sport e diritti umani 2023 di Amnesty International e Sport for Society)
“Quando mi hanno chiamata per annunciare che avrei ricevuto il premio, non potevo credere alle mie orecchie. Non me lo sarei mai aspettata. Sono estremamente grata per questo riconoscimento, che dedico a tutte le persone che mi hanno sostenuta, che hanno sempre creduto in me e che continuano a farlo. Sono onorata di ricevere questo meraviglioso e importante premio”.
(Natali Shaheen, capitana della nazionale di calcio femminile della Palestina, attualmente calciatrice in Sardegna, vincitrice del premio Sport e diritti umani 2023 di Amnesty International Italia e Sport for Society)
“Voglio esprimere la mia più profonda gratitudine per il vostro continuo appoggio e per la reiterata richiesta che io sia scarcerata. Per me significa molto sapere che l’organizzazione internazionale rispettata come Amnesty International sostenga la mia innocenza!”
(Leila de Lima, senatrice dell’opposizione delle Filippine in carcere dal 24 febbraio 2017. Il 12 maggio 2023 è stata assolta da una delle due pretestuose accuse di traffico di droga con le quali il governo dell’ex presidente Duterte aveva cercato di ridurla al silenzio per le sue costanti critiche e denunce di violazioni dei diritti umani)
“Non passa giorno senza che io ringrazi Amnesty International per il meraviglioso lavoro che fa in favore dei diritti umani, anche riguardo al mio paese su cui agisce da 44 anni”
(Le parole di Pegah Moshir Pour, attivista per i diritti umani e digitali italo-iraniana, durante l’inaugurazione del ciclo di incontri “Maggio. Il mese dei diritti e della legalità” svoltasi a Mesagne il 2 maggio 2023)
“Il 18 aprile ho visitato Sasha. Adora la primavera, anche se è reclusa. Vi saluta caramente e vi ringrazia per tutte le cartoline spedite da Amnesty International. Grazie per le emozioni che le date!”
(L’avvocata di Aleksandra Skochilenko, attivista femminista russa, arrestata nell’aprile 2022. Rischia fino a 10 anni di carcere per aver sostituito, in un supermercato di San Pietroburgo, i cartellini dei prezzi con informazioni e messaggi contro la guerra all’Ucraina)
“Ringrazio infinitamente Amnesty International, che mi ha accompagnata nel cammino verso la giustizia, mi ha dato protezione, mi ha resa più forte in tutti questi anni e alla fine ha fatto sì che venissi ascoltata!”
(Esperanza Lucciotto, madre di Karla Pontigo, vittima di femminicidio in Messico il 28 ottobre 2012. A seguito di una campagna di Amnesty International, il 13 gennaio 2023 la procura generale dello stato di San Luis Potosí ha istituito un ufficio speciale sui femminicidi per indagare sulle morti violente delle donne da una prospettiva di genere)
“Credo che per il nuovo processo ci vorranno sei mesi, forse un anno. Sarà un periodo cruciale e per questo chiedo il vostro sostegno. Intanto, grazie!”
(Hakamada Iwao, 87 anni, 45 dei quali trascorsi nel braccio della morte per lo più in isolamento, ringrazia le oltre cento persone, compresi rappresentanti di Amnesty International, intervenute a un evento per festeggiare la sentenza del 13 marzo 2023 con cui l’Alta corte di Tokio ha ordinato un nuovo processo)
“Amnesty International è stata utile ed è servita a rafforzare la mia richiesta di maggiore protezione. Lo so perché molte persone mi hanno cercato per dirmi che avevano letto la dichiarazione di Amnesty. Quella dichiarazione ha generato molta consapevolezza e interesse e ha messo maggiore pressione al governo. Di conseguenza, il governo ha dovuto dare assicurazioni che ero salvo e che i miei diritti erano protetti. Sono sicuro che le lettere ricevute dal governo hanno avuto un ruolo determinante nel costringerlo a cedere. Dunque, al momento le cose vanno bene. Non ho ricevuto più molte minacce”.
(Madi Jobarteh, difensore dei diritti umani del Gambia, accusato pubblicamente dal governo di essere un “agitatore” e di voler portare la violenza nel paese. Nel maggio 2022 Amnesty International aveva lanciato un’azione urgente in suo favore)
“Il rapporto [di Amnesty International sulla Colombia] è importantissimo perché conferma quanto avevamo sostenuto come donne: che, nei centri di detenzione, le donne sono state abusate sessualmente, subendo differenti tipi di violenza di genere da parte delle forze dell’ordine. Che questo sia stato riconosciuto [da Amnesty International] dà un mandato chiaro per generare all’interno delle forze militari una cultura che le converta in una forza di pace, piuttosto che per la guerra, com’è sempre stato. I corpi delle donne non possono essere usati per disincentivare la protesta sociale, che è un diritto costituzionale”.
(Maria José Pizarro, artista e senatrice della Colombia, intervistata dal quotidiano “Domani” l’11 marzo 2023)
“Sono sempre più convinto che il razzismo non abbia spazio nella nostra società. Questa è una grande vittoria, non solo per me e per le persone di colore ma anche per chi, da anni, lotta contro il razzismo, contro la profilazione etnica e in favore di un trattamento uguale”.
(Mpanzu Bamenga, uno dei due promotori di un ricorso alla Corte d’appello dei Paesi Bassi, accompagnato anche da Amnesty International, contro la profilazione etnica. Il 14 febbraio 2023 la Corte gli ha dato ragione sostenendo che la prassi di selezionare persone da sottoporre a controlli di polizia sulla base di aspetti esteriori è una grave forma di discriminazione ed è pertanto fuorilegge)
“Ringrazio Amnesty International Italia per tutto quello che sta facendo per l’Iran, non solo a mio nome ma a nome di tante attiviste e tanti attivisti che parlano di ciò che sta facendo la vostra organizzazione”
(Azam Bahrami, rifugiata politica iraniana in Italia, al convegno “Iran: diritti violati” svoltosi ad Aosta il 10 febbraio 2023)
“Ringrazio tutto il mondo per il sostegno ricevuto. Sono felice di essere stata liberata ma, in fondo al mio cuore, non provo contentezza [per il fatto che molte altre compagne di prigionia sono rimaste in cella]”
(Niloufar Shakeri, attivista per i diritti umani dell’Iran, arrestata il 10 ottobre 2022 per aver solidarizzato con le proteste e scarcerata il 9 febbraio 2023)
“Grazie ad Amnesty International Italia per l’importante contributo alla promozione e alle proiezioni del film!”
(Christian Carmosino, regista del film “Il paese delle persone integre”, una storia di attivismo del Burkina Faso, proiettato in diverse città italiane tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio del 2023)
“Grazie ad Amnesty Italia che era sin dal primo giorno al fianco di Patrick Zaki e che ci ha chiamati a raccolta in tutti questi anni per chiedere giustizia, libertà e verità!”
(Tweet di Filippo Sensi – ex parlamentare, promotore della risoluzione della Camera dei deputati per il conferimento della cittadinanza italiana a Patrick Zaki – all’indomani della mobilitazione del 7 febbraio 2023, in occasione del terzo anno dall’arresto dello studente egiziano dell’Università di Bologna)
“Vi trasmetto i ringraziamenti di Chow Hang-Tung, in particolare per le campagne svolte dalle sezioni di Amnesty International in Italia e in altri trenta stati del mondo. Legge ogni lettera inviatale anche se la direzione della prigione consente di tenere non più di 30 lettere a volta”.
(Johnson Yeung, presidente di Amnesty International Hong Kong, dopo la visita in carcere a Chow Hang-Tung, difensora dei diritti umani in carcere per aver promosso commemorazioni del massacro di Tianamnen del 1989 in Cina)
“Per me il potere della campagna ‘Write for Rights’ è come il potere dell’amore: una volta che t’innamori non importano l’etnia, la fede, la lingua. ‘Write for rights’ è così: non importa di dove sei, che lingua parli, cosa pensi, perché sei un essere umano. Il potere di ‘Write for Rights’ riesce a fare miracoli, a ridarti dignità e diritti, a farti appartenere nuovamente alla razza umana. Vi ringrazio perché salvate vite umane e lottate per un mondo più giusto”.
(Magai Matiop Ngong, condannato a morte in Sud Sudan nel 2017, quando aveva appena 15 anni, e uscito dal braccio della morte il 29 luglio 2020 grazie agli appelli di Amnesty International)
“Ringrazio Amnesty International per averci fatto questo straordinario regalo, il rapporto sul sistema di apartheid israeliano contro i palestinesi”
(Luisa Morgantini, già vicepresidente del Parlamento europeo, fondatrice dell’Associazione per la pace in Palestina)
“Quando ero un agente di polizia, non avevo mai riflettuto sulla pena di morte. Ora che riguarda me, comprendo bene quanto costituisca un tormento. Sapere che hai la data di esecuzione e che tutto è pronto per metterti a morte, senza di fatto poter far nulla, è una tortura. Ringrazio comunque coloro che hanno fatto il possibile per impedire tutto questo”.
(Le ultime parole di Robert Fratta prima che venisse messo a morte il 10 gennaio 2023 in Texas, Stati Uniti d’America)