GRAZIE AMNESTY

“Amnesty International è stata utile ed è servita a rafforzare la mia richiesta di maggiore protezione. Lo so perché molte persone mi hanno cercato per dirmi che avevano letto la dichiarazione di Amnesty International. Quella dichiarazione ha generato molta consapevolezza e interesse e ha messo maggiore pressione al governo. Di conseguenza, il governo ha dovuto dare assicurazioni che ero salvo e che i miei diritti erano protetti. Sono sicuro che le lettere ricevute dal governo hanno avuto un ruolo determinante nel costringerlo a cedere. Dunque, al momento le cose vanno bene. Non ho ricevuto più molte minacce. La principale è stata quando un sospetto simpatizzante del regime ha pubblicato un post su Facebook augurandosi la mia morte. Ho denunciato il fatto alla polizia”.

(Madi Jobarteh, difensore dei diritti umani del Gambia, accusato pubblicamente dal governo di essere un “agitatore” e di voler portare la violenza nel paese. Nel maggio 2022 Amnesty International aveva lanciato un’azione urgente in suo favore)


“Il rapporto [di Amnesty International sulla Colombia] è importantissimo perché conferma quanto avevamo sostenuto come donne: che, nei centri di detenzione, le donne sono state abusate sessualmente, subendo differenti tipi di violenza di genere da parte delle forze dell’ordine. Che questo sia stato riconosciuto [da Amnesty International] dà un mandato chiaro per generare all’interno delle forze militari una cultura che le converta in una forza di pace, piuttosto che per la guerra, com’è sempre stato. I corpi delle donne non possono essere usati per disincentivare la protesta sociale, che è un diritto costituzionale”.

(Maria José Pizarro, artista e senatrice della Colombia, intervistata dal quotidiano “Domani” l’11 marzo 2023)


“Sono sempre più convinto che il razzismo non abbia spazio nella nostra società. Questa è una grande vittoria, non solo per me e per le persone di colore ma anche per chi, da anni, lotta contro il razzismo, contro la profilazione etnica e in favore di un trattamento uguale”.

(Mpanzu Bamenga, uno dei due promotori di un ricorso alla Corte d’appello dei Paesi Bassi, accompagnato anche da Amnesty International, contro la profilazione etnica. Il 14 febbraio 2023 la Corte gli ha dato ragione sostenendo che la prassi di selezionare persone da sottoporre a controlli di polizia sulla base di aspetti esteriori è una grave forma di discriminazione ed è pertanto fuorilegge)


“Ringrazio Amnesty International Italia per tutto quello che sta facendo per l’Iran, non solo a mio nome ma a nome di tante attiviste e tanti attivisti che parlano di ciò che sta facendo la vostra organizzazione”

(Azam Bahrami, rifugiata politica iraniana in Italia, al convegno “Iran: diritti violati” svoltosi ad Aosta il 10 febbraio 2023)


“Ringrazio tutto il mondo per il sostegno ricevuto. Sono felice di essere stata liberata ma, in fondo al mio cuore, non provo contentezza [per il fatto che molte altre compagne di prigionia sono rimaste in cella]”

(Niloufar Shakeri, attivista per i diritti umani dell’Iran, arrestata il 10 ottobre 2022 per aver solidarizzato con le proteste e scarcerata il 9 febbraio 2023)


“Grazie ad Amnesty International Italia per l’importante contributo alla promozione e alle proiezioni del film!”

(Christian Carmosino, regista del film “Il paese delle persone integre”, una storia di attivismo del Burkina Faso, proiettato in diverse città italiane tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio del 2023)


“Grazie ad Amnesty Italia che era sin dal primo giorno al fianco di Patrick Zaki e che ci ha chiamati a raccolta in tutti questi anni per chiedere giustizia, libertà e verità!”

(Tweet di Filippo Sensi – ex parlamentare, promotore della risoluzione della Camera dei deputati per il conferimento della cittadinanza italiana a Patrick Zaki – all’indomani della mobilitazione del 7 febbraio 2023, in occasione del terzo anno dall’arresto dello studente egiziano dell’Università di Bologna)


“Vi trasmetto i ringraziamenti di Chow Hang-Tung, in particolare per le campagne svolte dalle sezioni di Amnesty International in Italia e in altri trenta stati del mondo. Legge ogni lettera inviatale anche se la direzione della prigione consente di tenere non più di 30 lettere a volta”.

(Johnson Yeung, presidente di Amnesty International Hong Kong, dopo la visita in carcere a Chow Hang-Tung, difensora dei diritti umani in carcere per aver promosso commemorazioni del massacro di Tianamnen del 1989 in Cina)


“Per me il potere della campagna ‘Write for Rights’ è come il potere dell’amore: una volta che t’innamori non importano l’etnia, la fede, la lingua. ‘Write for rights’ è così: non importa di dove sei, che lingua parli, cosa pensi, perché sei un essere umano. Il potere di ‘Write for Rights’ riesce a fare miracoli, a ridarti dignità e diritti, a farti appartenere nuovamente alla razza umana. Vi ringrazio perché salvate vite umane e lottate per un mondo più giusto”.

(Magai Matiop Ngong, condannato a morte in Sud Sudan nel 2017, quando aveva appena 15 anni, e uscito dal braccio della morte il 29 luglio 2020 grazie agli appelli di Amnesty International)


“Ringrazio Amnesty International per averci fatto questo straordinario regalo, il rapporto sul sistema di apartheid israeliano contro i palestinesi”

(Luisa Morgantini, già vicepresidente del Parlamento europeo, fondatrice dell’Associazione per la pace in Palestina)


“Quando ero un agente di polizia, non avevo mai riflettuto sulla pena di morte. Ora che riguarda me, comprendo bene quanto costituisca un tormento. Sapere che hai la data di esecuzione e che tutto è pronto per metterti a morte, senza di fatto poter far nulla, è una tortura. Ringrazio comunque coloro che hanno fatto il possibile per impedire tutto questo”.

(Le ultime parole di Robert Fratta prima che venisse messo a morte il 10 gennaio 2023 in Texas, Stati Uniti d’America)


“Volevo aggiungere un ringraziamento veramente molto, molto sincero ad Amnesty International per tutto l’aiuto che abbiamo ricevuto e per il sostegno nella promozione diffusione del film ‘Una mamma contro G. W. Bush’. Questa non è una storia di fantasia, è una storia vera e per questo motivo vi sono davvero particolarmente grata con tutto il cuore”.

(Rabiye Kurnaz, madre di un ragazzo turco residente in Germania che ha trascorso cinque anni nel centro di detenzione statunitense di Guantánamo prima di essere scarcerato senza accuse. Su questa storia vera è nelle sale italiane il film “Una madre contro George W. Bush, patrocinato da AI Italia)


“Ringrazio, tra gli altri, anche Amnesty International per il costante impegno in favore dei diritti umani”

(Nasrin Sotoudeh, avvocata iraniana per i diritti umani in libertà provvisoria, intervenuta in collegamento il 9 dicembre 2022 a un convegno a Genova)


“Care amiche, cari amici, spero stiate bene! Grazie per i vostri auguri e per il calore e la forza che mi date. Sono trascorsi quasi 34 anni da quando sono stati torturato ed erroneamente condannato. Ora è di nuovo Natale. Spero di vivere almeno fino al Natale del prossimo anno. Ancora auguri di buon Natale e felice anno nuovo!”

(Chiou Ho-shun, 55 anni, nel braccio della morte di Taiwan dal 1989, giudicato colpevole di omicidio ma sempre dichiaratosi innocente)


“Grazie per le vostre firme, per le vostre azioni. Ogni azione, per quanto piccola, conta davvero ed è molto meglio rispetto a restare in silenzio. Vi prego di continuare a lottare per gli attivisti, i combattenti, i cittadini attivi in ogni parte del mondo che si battono per i valori umani fondamentali. Se lavoriamo tutti insieme, oltre le barriere e i confini, credo che ci sia ragione per essere ottimisti. Grazie ancora per il vostro lavoro, ci vedremo in giro!”

(Jasa Jenull, attivista e direttore di teatro della Slovenia. Il 3 ottobre 2022 le autorità hanno ritirato la richiesta di risarcimento ai suoi danni di 40.000 euro per i costi sostenuti dalle forze di polizia nel 2020 per fronteggiare una protesta pacifica)


“Grazie mille per il vostro sostegno, vi prego di trasmettere il mio amore e la mia sincera gratitudine a tutta Amnesty International!”

(Steven Tendo, pastore di una chiesa dell’Uganda, trattenuto in carcere dal dicembre 2018 al febbraio 2021 dalle autorità degli Usa, paese al quale aveva chiesto asilo politico. Una prima campagna in suo favore lo ha fatto tornare in libertà, una seconda ha impedito, il 15 novembre 2022, la sua espulsione dopo che la domanda d’asilo era stata respinta)


“Grazie, Amnesty International. Israele non può cambiare la definizione di apartheid, poiché è esattamente ciò che pratica!”

(Roger Waters, autore e compositore)


“Cari amici, grazie per le vostre lettere. Ricevere lettere e cartoline da AI mi è molto familiare. A mia volta ne ho scritte tante, nel gruppo AI di cui facevo parte all’università. La vita è davvero un mistero: non avrei mai immaginato di diventare destinatario delle vostre lettere. I disegni di dinosauri, gatti e alpaca sono molto dolci. Mi piace soprattutto quello in cui i gatti sono tutti neri salvo i due occhi, come quello che ho a casa. Col vostro sostegno, come potrei mai mollare!!!

(Chow Hang-tung, avvocata per i diritti umani di Hong Kong, in attesa di processo dal settembre 2021, indagata per “incitamento alla sovversione”. Rischia 10 anni di carcere solo per aver provato a commemorare la repressione di Tiananmen del 1989)


“Grazie per la vostra collaborazione e il vostro sostegno. Abbiamo apprezzato moltissimo. Ieri qui in Slovacchia abbiamo avvertito tanto la solidarietà internazionale. Abbiamo anche ricevuto parole di gratitudine e apprezzamento dalle organizzazioni Lgbtqia+ e in generale dal pubblico”.

(Messaggio inviato da Rado Sloboda, direttore di Amnesty International Slovacchia, dopo la giornata internazionale di solidarietà con la comunità Lgbtqia+ del 27 ottobre 2022)


“Grazie mille, Amnesty, per occuparvi di Alaa sin da quando siamo arrivate a Londra. Alaa ha superato i 200 giorni di sciopero della fame. L’ultima volta che l’ho visto sono rimasta atterrita: non avevo mai visto mio fratello così, fisicamente. Dal punto di vista mentale ed emotivo le sue condizioni sono migliori rispetto al passato soprattutto perché avverte che ci sta guidando in questa lotta. Da quel punto di vista, è in uno stato buono grazie alla solidarietà di tutte e di tutti. Per la prima volta dopo tanto tempo, nelle sue lettere Alaa immagina come me che il futuro ci porterà a riunirci qui, insieme. Tutto questo non sarebbe accaduto senza l’incredibile solidarietà e la campagna delle ultime settimane. Grazie! Spero che presto un giorno Alaa sarà qui con noi”.

(Mona Seif, sorella del prigioniero di coscienza egiziano Alaa Abd el-Fattah, Londra, 26 ottobre 2022)


“Voglio ringraziare pubblicamente Amnesty International. Non solo ha fatto molta advocacy per le donne dell’Afghanistan ma ha realizzato anche una ricerca molto approfondita. Amnesty International non ci ha mai lasciate sole. Altre organizzazioni, anche quelle che lanciano slogan potenti, ci hanno abbandonate. Amnesty International no. Vi prego di continuare a essere la nostra voce. Noi afgane siamo le donne più sole al mondo”.

(Sahraa Karimi, regista dell’Afghanistan in esilio in Italia, intervenuta a un evento del festival “Conversazioni sul futuro” organizzato insieme ad Amnesty International Italia, Lecce 13 ottobre 2022)


“Adoro Amnesty International da sempre. Ricordo quando stavo facendo il vaccino contro la rosolia, ero alle elementari e lì in quella sala d’attesa c’era un volantino che spiegava che in un paese le donne venivano rapite dopo che uscivano dal lavoro. Questa cosa mi colpì profondamente. Così, negli anni, è stata tra le associazioni cui ho dato sempre un po’ più di attenzione. Per questo, ringrazio Amnesty International per avermi invitata a Lampedusa: sono lusingata, è davvero un grande onore poter essere una piccola parte di questo ingranaggio”

(Malika Ayane, testimonial di Amnesty International Italia, presente a Lampedusa il 3 ottobre 2022 in occasione della Giornata del ricordo e della memoria)


“Ogni azione di solidarietà ci faceva continuare a respirare. Quando eravamo in carcere, inizialmente eravamo preoccupati che saremmo state dimenticate, che le persone non avrebbero più potuto vedere quello che stavamo facendo. Oggi invece sappiamo e sentiamo che nessuno ci ha abbandonate. Grazie mille per essere stati dalla nostra parte. Nessuna persona dovrebbe essere incriminata per aver esercitato i diritti alla libertà di espressione e di protesta pacifica”.

(Netiporn “Bung” Sanesangkhom, attivista del movimento democratico della Thailandia, arrestata il 3 maggio 2022 per il reato di lesa maestà e rimessa in libertà il 4 agosto dopo uno sciopero della fame di 64 giorni)


“Desidero ringraziare le attiviste e gli attivisti di Amnesty International e tutte le persone che hanno inviato lettere, espresso solidarietà. Quando leggevamo le lettere, o anche solo sapevamo che erano arrivate, tutto questo ci spronava a continuare a vivere all’interno della prigione, ci aiutava a continuare a respirare. Vi prego di continuare ad agire per i nostri amici che sono ancora in carcere!”

(Natthanit “Baipor” Duangmusit, attivista del movimento democratico della Thailandia, arrestata il 3 maggio 2022 per il reato di lesa maestà e rimessa in libertà il 4 agosto dopo uno sciopero della fame di 64 giorni)


“Per me è molto importante sapere quello che state facendo. Dalla città di Bologna e dalla sua Università arriva un messaggio molto importante non solo per me ma per tutti i difensori dei diritti umani in generale. So che siete lì in piazza Verdi, la mia preferita, e vi ringrazio molto per tutto quello che avete fatto sin dal primo giorno in cui siete scesi in piazza. Il vostro è un grandissimo aiuto a resistere, sia fisicamente che psicologicamente. Anche adesso, con tutti questi continui rinvii, sapere che siete ancora al mio fianco mi conforta moltissimo”.

(Messaggio di Patrick Zaki al sit-in organizzato da Amnesty International a Bologna, il 21 settembre 2022, per continuare a chiedere che sia assolto e possa tornare a Bologna a proseguire i suoi studi)


“Il mio film ‘Il tipografo’ ha vinto il premio di Miglior documentario italiano al ‘Festival Visioni dal mondo’ di Milano. Ha suscitato interesse, interrogativi e dibattito intorno al tema. Voglio ringraziare Amnesty International Italia per l’accompagnamento in questa difficile avventura”.

(Messaggio di Stefano Pasetto, autore del film “Il tipografo”, patrocinato da Amnesty International Italia, sul ricorso alla tortura durante gli anni del contrasto al terrorismo in Italia)


“Quando persone che non conosci si mobilitano in ogni parte del mondo in favore di Alaa, è qualcosa che ci riscalda i cuori. Grazie!”

(Messaggio di Mona Seif, sorella di Alaa Abd el-Fattah, prigioniero di coscienza egiziano, condannato alla fine del 2021 a cinque anni di carcere per “diffusione di notizie false” e che il 2 aprile 2022 ha intrapreso uno sciopero della fame)


“Un ringraziamento infinito a tutte le persone che hanno potuto fare qualcosa per mio marito. Dal punto di vista emotivo, sto sulle montagne russe. Aveva già cominciato a impacchettare le sue cose nella cella e stava decidendo per la quarta volta nella sua vita cosa ordinare come ultimo pasto. Poi è arrivata la notizia del rinvio e ora respiriamo un po’ meglio”

(Lea Glossip, moglie di Richard Glossip. Il 16 agosto 2022 il governatore dello stato dell’Oklahoma, Usa, ha sospeso l’esecuzione, prevista sei giorni dopo, per consentire alla Corte d’appello statale di esaminare un ricorso della difesa del condannato a morte, sulla cui colpevolezza permangono forti dubbi).


“Siamo profondamente riconoscenti per il continuo sostegno ricevuto da Amnesty International Austria, dall’Istituto Tahrir per le politiche sul Medio Oriente, da Studenti a rischio, dall’Iniziativa per l’integrazione degli studenti a rischio e da molte altre organizzazioni che si sono battute per la scarcerazione di Ahmed”.

(Messaggio di Shalini Randeria, rettrice dell’Università centrale europea di Vienna, all’indomani della scarcerazione, avvenuta il 30 luglio 2022, di Ahmed Samir Santawy, studente egiziano condannato due volte per reati di opinione e che aveva trascorso un anno e cinque mesi in prigione) 


“Ringrazio sinceramente Amnesty International per questo premio, ma soprattutto la ringrazio per impegnarsi da oltre 60 anni perché – difendendo appassionatamente, sempre e ovunque, la Dichiarazione universale dei diritti umani – ci ricorda che tutti gli esseri umani ‘sono dotati di ragione e coscienza’ e sono ‘liberi e uguali in dignità e diritti’ “

(Carmen Consoli, vincitrice del ventesimo Premio per il miglior brano sui diritti umani con “L’uomo nero”. La consegna del premio ha avuto luogo a Rosolina Mare il 24 luglio, durante la venticinquesima edizione del concorso musicale dal vivo “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty)


“Ringrazio per questo premio e sono onorato di riceverlo perché Amnesty International costruisce la pace. Lo fa controcorrente e cercando di intervenire non solo con lo strumento della condanna dei violentatori, ma anche con i tanti strumenti che è possibile utilizzare per la difesa dei violentati”.

(Ascanio Celestini, vincitore del premio Arte e diritti umani 2022 di Amnesty International Italia) 


“Il 7 luglio di cinque anni fa mio figlio Fabio Vettorel veniva arrestato ad Amburgo durante una manifestazione contro il G20. Chi conosce la storia sa dei mesi di carcere, delle battaglie per farlo uscire di prigione, del processo farsa… La sua vicenda non è ancora finita, siamo ancora in attesa di un nuovo processo. Ieri parlavamo delle vite sospese di tante ragazze e tanti ragazzi nella sua situazione, di come in questo modo cerchino di intimidire e scoraggiare le lotte, di quanto sia di conseguenza sempre più importante la solidarietà. Un abbraccio a tutte le persone che mi hanno dato aiuto, sostegno, amicizia…”

(Jamila Baroni, madre di Fabio Vettorel) 21 luglio 2022


“Sono felice, oggi è un giorno felice. Andrea ha avuto giustizia e con lui tutti i fragili. Da oggi deve cambiare l’approccio alla salute mentale. Grazie per esserci sempre stati!”

(Maria Cristina Soldi, all’uscita dalla Corte di cassazione che il 12 luglio 2022 ha respinto i ricorsi e confermato le quattro condanne per la morte, durante un trattamento sanitario obbligatorio, del fratello Andrea a Torino l’8 agosto 2015)


“Le vostre lettere e le vostre cartoline hanno un’enorme importanza per me e vi ringrazio tantissimo. Tengo il loro conto: siamo a 1818, tutte insieme pesano circa 10 chilogrammi. Arrivano da ogni parte del mondo, anche dalla Russia. C’è scritto di non mollare, che non sono sola, che ci si ricorda di me in tutte le lingue del mondo. Ci sono anche dei disegni fatti dalle classi, perché si parla di me anche nelle scuole.  Ho recuperato molta carta da lettere e inizierò a rispondere. Ma scriverò anche agli altri prigionieri politici, perché non perdano la speranza! 

(Anastasia Schevchenko, difensora dei diritti umani della Russia. Dal 23 gennaio 2019 è agli arresti domiciliari, indagata sulla base della legge sulle “organizzazioni indesiderate” per il suo sostegno all’Ong Open Russia. Se condannata, rischia sei anni di carcere)


“Quando mi hanno arrestato per farmi tacere, nei loro calcoli le autorità [egiziane] hanno dimenticato una cosa: le persone come voi! Grazie!”

(Intervento dell’ex prigioniero di coscienza egiziano Ramy Shaath all’Assemblea generale di Amnesty International Francia, 18 giugno 2022) 


“Negli ultimi otto anni ho ricevuto molti messaggi attraverso Amnesty International. Devo dirvi la verità, ognuno di loro mi faceva piangere ma allo stesso tempo era una fonte di forza, ispirazione e orgoglio. Non ci sono parole, in alcuna lingua del mondo, per esprimere fino a che punto io sia grata. Grazie a ognuna e a ognuno di voi! Grazie Amnesty!

(Ensaf Haidar, moglie di Raif Badawi, blogger dell’Arabia Saudita scarcerato il 12 marzo 2022 al termine della condanna a dieci anni per reati di opinione ma tuttora sottoposto a un divieto di viaggio)


“Mi sento sempre bene quando sto con Amnesty International, mi considero uno della ‘famiglia gialla’. Ed è sempre bello parlare con persone che hanno cura per i diritti umani fondamentali, che sono appassionate e credono nella loro capacità di produrre un cambiamento reale. Grazie per tutto quello che fate e per avermi invitato!”

(Patrick Zaki, intervento alla XXXVII Assemblea generale di Amnesty International Italia, Verona, 12 giugno 2022)


“Quando ho ricevuto la telefonata del presidente della giuria Riccardo Cucchi sono rimasta senza parole, letteralmente. Facevo perfino fatica a capire cosa mi stesse dicendo e mi chiedevo, anzi ho chiesto, se la giuria era proprio sicura di volere premiare me, è stata la telefonata più incredibile mai ricevuta in vita mia. Sono onorata, felice e grata”

(Alessandra Cappellotto, ex ciclista su strada e dirigente sportiva che si è prodigata per far arrivare in Italia alcune cicliste afgane in fuga dai talebani, vincitrice della quarta edizione del premio “Sport e diritti umani”, indetto nel 2019 da Amnesty International e Sport4Society). 


“Ringrazio Amnesty International che, con un coraggio che vent’anni fa non avrebbe avuto, ha denunciato che l’arma più efficace di Israele contro i palestinesi è proprio il sistema di apartheid”

(Ilan Pappé, storico e accademico israeliano, direttore del Centro europeo di studi palestinesi e docente di Storia all’Università di Exeter, intervenuto all’Università Orientale di Napoli il 30 maggio 2022)


“Ai colleghi e alle colleghe che difendono la dignità umana e il diritto a una vita dignitosa. Per tutti i quasi tre anni che ho trascorso in carcere, ogni giorno avvertivo che stavo perdendo una parte della mia anima e la speranza di tornare di nuovo alla vita e alla libertà. A illuminare i miei giorni e a darmi speranza era sapere che le persone non si erano dimenticate di me e che pretendevano la mia scarcerazione. Nei momenti più cupi di disperazione vissuti in carcere, la campagna in corso per liberarmi era l’unico motivo per andare avanti. Voglio ringraziare tutte le persone che hanno preso parte a quella campagna in mia difesa, dentro e fuori l’Egitto. Ringrazio specialmente Amnesty International, il mio raggio di sole nei giorni di buio. Non ci sono parole per esprimere la mia gratitudine. Dobbiamo continuare a parlare degli altri prigionieri e infondere in loro la speranza che riusciranno a fuggire dall’ingiustizia che li ha colpiti!”

26.05.2022 (Ibrahim Ezz el-Din, difensore dei diritti umani dell’Egitto, rilasciato il 26 aprile 2022 dopo aver trascorso 1050 giorni in carcere senza processo, solo per le sue attività in favore dei diritti umani)


Vi chiedo la cortesia di girare i miei ringraziamenti ad Amnesty International e a chiunque altro abbia sostenuto la mia lotta e quella della mia famiglia. Se ripenso a quel periodo, mi sento forte e potente grazie a quelle cartoline di solidarietà che ho ricevuto da soci di Amnesty International di ogni parte del mondo…❤❤”

(Taibeh Abassi, che nel 2018 aveva rischiato di essere espulsa in Afghanistan dalla Norvegia, dove viveva da anni insieme alla famiglia. In questo messaggio ad Amnesty International ha reso noto che la madre ha ottenuto un permesso di soggiorno)


“C’è stato un intervento divino, sì, ma anche voci molto forti che hanno denunciato l’ingiustizia del nostro processo e della nostra condanna, da parte del Parlamento europeo, da parte delle organizzazioni per i diritti umani come Amnesty International così come della Chiesa cattolica. Mio marito e io saremo sempre riconoscenti verso i nostri sostenitori. Grazie. Che Dio vi benedica!”

(Shagufta Emanuel, moglie di Shafqat Emanuel, intervistati dal portale churchinneed.org nel maggio 2022. I due coniugi, cristiani del Pakistan, sono stati assolti e rilasciati il 3 giugno 2021 dopo aver trascorso otto anni in carcere, lontani dai quattro figli, rischiando di essere messi a morte per una falsa accusa di blasfemia)


“Ringrazio Dio per aver preservato la mia vita. Ringrazio il tribunale che mi ha dato la possibilità di vivere e provare la mia innocenza. Mariah è nel mio cuore, oggi e sempre. Ringrazio per la possibilità di avere altri giorni a disposizione per essere la madre dei miei figli e la nonna dei miei nipoti. Sono profondamente riconoscente a tutte le persone che hanno pregato per me e hanno parlato in mia difesa”.

(Melissa Lucio, 52 anni, statunitense di origini messicane. Il 25 aprile 2022 ha ottenuto la sospensione dell’esecuzione, prevista due giorni dopo. La corte d’appello del Texas, alla luce di nuove prove che mettono in forte dubbio il verdetto di colpevolezza per la morte della figlia Mariah di due anni, ha rimandato il caso al tribunale che emise la condanna a morte affinché venga nuovamente giudicata)


Voglio ringraziare tutte le persone di Amnesty International. Mi avete dato la speranza che la giustizia, la libertà e l’uguaglianza vinceranno in ogni nazione. Sono stato indagato, criminalizzato e imprigionato per quattro anni e due mesi, un periodo di dolore, ansia e incertezza. Ma voi, dopo avermi dichiarato prigioniero di coscienza, mi avete restituito la libertà. Ora sono con mia figlia e mia moglie. Non vedo l’ora di leggere tutte le lettere che avete mandato in mio favore. La vostra campagna farà parte della storia del nostro popolo. Un abbraccio a ognuna e ognuno di voi”

(Bernardo Caal Xol, un insegnante guatemalteco di 50 anni, sindacalista e difensore dei diritti del popolo nativo maya q’eqchi’, scarcerato per “buona condotta” il 24 marzo 2022. Il 9 novembre 2018 era stato condannato a sette anni e quattro mesi per false accuse di rapina e sequestro di persona, solo per aver protetto la sua comunità, minacciata da un progetto idroelettrico).


“Amnesty International fa un lavoro molto importante di ricerca e di denuncia sulle violazioni dei diritti umani. Inoltre, con la sua campagna in mio favore ha contribuito alla mia scarcerazione”

(Rami Shaath, ex prigioniero di coscienza di origine palestinese, scarcerato ed espulso dall’Egitto nel gennaio 2022 dopo 29 mesi di detenzione senza processo)


“Ringrazio Amnesty International che continua a tenere alta l’attenzione per ottenere l’annullamento della condanna a morte e la scarcerazione di mio marito”

(Vida Mehrannia, moglie di Ahmadreza Djalali, ricercatore iraniano-svedese, esperto di Medicina dei disastri e assistenza umanitaria, che per alcuni anni ha lavorato presso l’Università del Piemonte Orientale di Novara, arrestato nel 2016 in Iran, condannato a morte l’anno dopo per una falsa accusa di spionaggio ed a rischio di esecuzione)


“Noi siamo legati ad Amnesty International da quando è stata fondata e continuiamo a ringraziarla per quanto sta facendo”

(Jorge Coulon Larranaga, co-fondatore degli Inti Illimani, in occasione del tour italiano del marzo 2022)


“Sono riuscito a non farmi scalfire da quello che mi stava succedendo grazie al vostro sostegno, che ho sempre sentito durante i 22 mesi di detenzione”

(Patrick Zaki, durante la diretta Facebook di Amnesty International – Italia del 15 marzo 2022)


“Dopo avermi costretto a lasciare la mia abitazione e avermi portato in un centro di riabilitazione, sono tornato dalla mia famiglia. Grazie ad Amnesty International che si è prodigata anche questa volta per me!”

(Steven Donziger, avvocato e ambientalista degli Usa, posto agli arresti domiciliari il 9 dicembre 2021 dopo che il 1° ottobre era stato condannato a sei mesi di carcere per oltraggio alla corte. Prima della condanna aveva già trascorso oltre due anni agli arresti domiciliari. La sua vicenda giudiziaria è la conseguenza del suo impegno a portare di fronte alla giustizia il gigante petrolifero Chevron per l’inquinamento della foresta amazzonica – 17 marzo 2022)


“Sono stato nel braccio della morte per 20 anni, per un reato che non ho commesso. Non ho avuto contatti fisici con amici e parenti in questi 20 anni di isolamento. Ieri, per la prima volta dopo tanto tempo, ho riabbracciato la mia sorellina. Toccare l’erba, guardare il sole non più dalle sbarre della mia cella è un dono, una cosa stravolgente. Sto ancora elaborando, non riesco ancora a trovare le parole giuste, se non per dire grazie a tutte e a tutti!”

(Clinton Young, uscito dal braccio della morte dello stato del Texas, Usa, il 21 gennaio 2022, quasi 20 anni dopo la condanna alla pena capitale inflittagli nel 2003 per un duplice omicidio del quale si è sempre proclamato innocente – 10 marzo 2022 )


“A nome di Syamsul, Samsir e dell’intero gruppo, desidero ringraziare molto Amnesty International per averci costantemente sostenuto!”

(Sumiati Surbakti, direttore della Fondazione Srikandi Lestari, che difende i contadini di Sumatra, Indonesia, che all’inizio del 2012 grazie a un’azione urgente di Amnesty International hanno evitato una condanna che sarebbe stata motivata solo dal loro impegno in difesa dell’ambiente – 3 marzo 2022)


“Grazie a tutte le persone che hanno preso la parola, scritto, protestato e pregato per #FreeZhangZhan in ogni parte del mondo”.

(Messaggio inviato ad Amnesty International dallo Zhang Zhan’s Concern Group, che sostiene la richiesta di scarcerazione dell’attivista della Repubblica popolare cinese condannata, alla fine del 2020, a quattro anni di carcere per aver denunciato lo scoppio della pandemia nella città di Wuhan – 24 febbraio 2022)


“Se sono qui oggi, è grazie a voi!”

(Germaine Rukuki, difensore dei diritti umani del Burundi, ex prigioniero di coscienza scarcerato nel 2021, all’arrivo all’aeroporto di Bruxelles dove il 6 febbraio 2022 si è ricongiunto in esilio con la sua famiglia – 17 febbraio 2022).


“Un enorme grazie ad Amnesty International per la sua grande campagna in favore di Ali. Non solo siamo riusciti a evitare la sua esecuzione ma ora è anche libero!”

(Taha Hajii, avvocato di Ali al-Nimr (nella foto), attivista dell’Arabia Saudita rilasciato il 28 ottobre 2021 dopo quasi 10 anni di carcere e dopo aver rischiato l’esecuzione nonostante fosse minorenne al momento del presunto reato per il quale era stato arrestato – 10 febbraio 2022)


“Grazie soprattutto ad Amnesty International. Ci è stata vicina e lo sarà sempre”.

(Maria Cristina Soldi, sorella di Andrea Soldi (nella foto), morto a seguito di un trattamento sanitario obbligatorio a Torino il 5 agosto 2015 – 3 febbraio 2022)


“Ho trascorso 23 anni dietro le sbarre per qualcosa che non ho fatto. C’è voluto tanto tempo per accertarlo, anche se era chiaro sin dall’inizio. Ma sono grato a tutte le persone e alle associazioni che hanno reso possibile, oggi, il mio ritorno a casa”.

(Devonia Inman, ora 43 anni, rilasciato dal braccio della morte dello stato della Georgia, Usa il 23 dicembre 2021 dopo che è stato riconosciuto innocente di un omicidio a seguito del quale era stato arrestato nel 1998 e condannato a morte nel 2001 – 27 gennaio 2022)


“Grazie a tutte le persone che hanno preso parte alla campagna mentre ero in prigione. Grazie per le 436.292 azioni svolte in mio favore dal 20 novembre 2020, durante la maratona Write for Rights. Voglio incoraggiare tutte queste persone a sostenere le altre vittime dell’ingiustizia. Voglio dire a tutti che Write for Rights ha un impatto importante. Il vostro sostegno mi ha fatto uscire dalla prigione ancora più impegnato a difendere i diritti umani”.

(Germain Rukuki, difensore dei diritti umani del Burundi, rilasciato il 1° luglio 2021 dopo che tre settimane prima la sua condanna a 32 anni, emessa in primo grado nel 2018, era stata ridotta a 12 mesi. Dopo la scarcerazione, ha fondato l’associazione Insieme per i difensori dei diritti umani in pericolo – 20 gennaio 2022)


“Continuerò a lottare per i miei compagni e amici ancora in carcere, per i diritti umani in Egitto. Grazie a tutte le persone che mi hanno sostenuto, voglio dire loro non è finita qui, che dobbiamo continuare a lottare, dobbiamo tenere accesa la speranza per tutti. Ringrazio le migliaia di persone che mi hanno inviato messaggi, cartoline, disegni. Non vi rendete conto di quanto tutto questo faccia la differenza, quando sei sottoterra da qualche parte e ti arriva una lettera, una fotografia, un disegno dove c’è scritto ‘Siamo con te, non ti abbiamo dimenticato, sappiamo che non sei quello che dicono, ti aspettiamo libero!’”

(Ramy Shaath, prigioniero di coscienza egiziano-palestinese, appena atterrato all’aeroporto di Parigi l’8 gennaio 2022 dopo aver trascorso oltre 900 giorni in carcere – 13 gennaio 2022)


“Sono molto riconoscente nei confronti di Amnesty International. Non solo ha favorito l’invio di centinaia di lettere mentre ero in prigione, ma ha anche emesso tre azioni urgenti per sollecitare il procuratore generale a chiedere il mio rilascio immediato e incondizionato, in quanto vittima di una persecuzione giudiziaria orchestrata dalla Chevron”.

(Steven Donziger, avvocato per i diritti umani degli Stati Uniti d’America, posto agli arresti domiciliari il 9 dicembre 2021 dopo che il 1° ottobre era stato condannato a sei mesi di carcere per oltraggio alla corte. Prima della condanna aveva già trascorso oltre due anni agli arresti domiciliari – 6 gennaio 2022)


“Grazie, Amnesty International Italia!”

(Patrick Zaki, prigioniero di coscienza egiziano, studente dell’Università di Bologna, posto in libertà provvisoria l’8 dicembre 2021 a 22 mesi dall’arresto – 30 dicembre 2021)


“La sentenza di oggi mi rinfranca. Cinquant’anni sono un tempo enorme per avere giustizia. Ma il messaggio che voglio dare oggi, insieme ai ringraziamenti a tutte le persone e le organizzazioni che ci hanno seguiti fin qui, è: continuate a sperare e a lottare!”

(Francis McGuigan, uno dei cosiddetti “Incappucciati”, un gruppo di prigionieri dell’Irlanda del Nord sottoposti a tortura negli anni Settanta – 22 dicembre 2021)