13.09.2023 >
A un anno dall’inizio della rivolta “Donna Vita Libertà” in Iran, Amnesty International ha sollecitato la comunità internazionale a intraprendere tutti i percorsi di giustizia a disposizione per contrastare la sistematica impunità di cui beneficiano le autorità iraniane, responsabili di centinaia di uccisioni illegali di manifestanti e di diffuse torture.
Nell’ultimo anno, le autorità iraniane hanno commesso una sequela di crimini di diritto internazionale per stroncare ogni minaccia al loro potere: centinaia di uccisioni illegali, l’impiccagione di sette manifestanti, decine di migliaia di arresti arbitrari, torture massicce comprendenti anche gli stupri delle detenute, intimidazioni nei confronti delle famiglie che chiedono verità e giustizia e rappresaglie contro le donne e le ragazze che sfidano le leggi discriminatorie sull’obbligo d’indossare il velo.
“Le autorità iraniane hanno trascorso un anno infliggendo inenarrabili crudeltà a persone che con coraggio avevano sfidato decenni di repressione e disuguaglianza. Un anno dopo la morte nelle mani della polizia di Mahsa/Zhina Amini, non c’è stata un’indagine, per non parlare di processi o condanne per i crimini commessi durante e dopo la rivolta.
L’anniversario delle proteste ‘Donna Vita Libertà’ suona come un crudo monito affinché gli stati avviino indagini, basate sulla giurisdizione universale, sugli spietati crimini commessi dalle autorità iraniane. È più che mai importante, affinché le vittime non siano lasciate sole nei momenti più bui, che i governi chiedano alle autorità iraniane di porre fine all’impiego illegale delle armi da fuoco contro i manifestanti e alle torture nei confronti dei detenuti e di scarcerare tutte le persone imprigionate per aver esercitato pacificamente i loro diritti umani”
Diana Eltahawy
Vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord