11.07.2022 >
Tra l’11 e il 19 luglio del 1995 le forze serbe di Bosnia trucidarono migliaia di musulmani, soprattutto ragazzi e uomini (almeno 8.370 secondo la commissione diretta dall’ex ministro polacco Tadeusz Mazowiecki, o più verosimilmente, almeno 10.700 secondo i sopravvissuti e altre testimonianze) nella città di Srebrenica. I maschi dai 12 ai 77 anni furono separati dalle donne, dai bambini e dagli anziani e vennero uccisi e sepolti in fosse comuni.
Si tratta del peggior massacro in Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale, nonché il “più veloce genocidio della storia”; genocidio che si è compiuto in quella che era stata dichiarata dalle Nazioni Unite una “zona protetta”, sotto la tutela di un contingente olandese dal 1993.
L’anno scorso l’ex capo militare dei serbi di Bosnia, Ratko Mladic, è stato condannato in via definitiva all’ergastolo. Una sentenza storica che ha concluso decenni di ricerca della giustizia per le decine di migliaia di vittime del conflitto in Bosnia.