In questa pagina puoi trovare tutti i COMUNICATI STAMPA rilasciati da Amnesty International – Italia.
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18 settembre 2024 – India: repressione sempre più dura contro il dissenso nel Jammu e Kashmir
Alla vigilia delle prime elezioni degli ultimi dieci anni nel Jammu e Kashmir, Amnesty International ha sollecitato le autorità dell’India a cessare di emettere divieti di viaggio e di compiere arresti arbitrari ai sensi della legislazione antiterrorismo, che hanno l’unico obiettivo di creare un clima di paura per togliere la voce alle persone che esprimono dissenso.
18 settembre 2024 – Assemblea generale Onu: “Israele deve cessare l’occupazione illegale del Territorio palestinese”
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato oggi una risoluzione che chiede a Israele di porre fine alla presenza illegale nel Territorio palestinese occupato entro 12 mesi, in conformità con il parere emesso dalla Corte internazionale di giustizia (Cig) a luglio.
“La risoluzione odierna chiarisce in modo inequivocabile che i 57 anni di occupazione israeliana del Territorio palestinese occupato, in palese violazione del diritto internazionale, non possono più essere tollerati. Israele deve rispettare immediatamente la risoluzione ritirando le sue forze armate dalla Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, annessa illegalmente, e dalla Striscia di Gaza, occupate dal 1967. Inoltre, Israele deve smantellare gli insediamenti israeliani nella Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e annullare la sua annessione illegale, sia dal punto di vista legale che pratico”
Agnès Callamard – Segretaria Generale di Amnesty International
11 settembre 2024 – Iran, due anni dopo la rivolta “Donna Vita Libertà” l’impunità regna sovrana
Nel secondo anniversario dell’inizio delle proteste in cui persone di ogni parte dell’Iran scesero in piazza per sfidare decenni di oppressione e di discriminazione di genere, la popolazione iraniana continua a subire le devastanti conseguenze della brutale repressione della rivolta “Donna Vita Libertà”, in un contesto di sistematica impunità per i crimini di diritto internazionale.
Nessuna indagine degna di questo nome, imparziale e indipendente è stata mai svolta sulle gravi violazioni dei diritti umani e sui crimini di diritto internazionale commessi dalle autorità iraniane durante e dopo le proteste nazionali del periodo settembre-dicembre 2022, come l’uso massiccio e illegale della forza e delle armi da fuoco da parte delle forze di sicurezza.
10 settembre 2024 -Libia: l’Asi deve rispondere delle morti in custodia, delle sparizioni forzate e delle detenzioni arbitrarie
Amnesty International ha dichiarato oggi che l’impunità radicata per le morti in custodia e altre gravi violazioni dei diritti umani da parte dei gruppi armati sotto il comando delle autoproclamate Forze armate arabe libiche (Faal), ha permesso all’Agenzia per la sicurezza interna (Asi) di intensificare, negli ultimi mesi, la sua repressione nei confronti di critici e oppositori politici, tra cui attivisti, scrittori e blogger.
9 settembre 2024 – L’attivista nativoamericano Leonard Peltier compie 80 anni in carcere
Alla vigilia dell’ottantesimo compleanno di Leonard Peltier, che ricorrerà il 12 settembre, Amnesty International Usa ha scritto al presidente Biden sollecitando nuovamente un provvedimento di clemenza che consenta al prigioniero nativoamericano di uscire dal carcere, dove si trova da quasi 50 anni e da tempo in precarie condizioni di salute.
5 settembre 2024 – Le distruzioni israeliane a Gaza prive di necessità militare devono essere indagate come crimini di guerra
La campagna dell’esercito israeliano per espandere in modo ampio una “zona cuscinetto” lungo il perimetro orientale della Striscia di Gaza occupata dovrebbe essere oggetto di indagini per crimini di guerra in quanto portata avanti con distruzioni di massa e punizioni collettive.
Utilizzando bulldozer ed esplosivi collocati manualmente, le forze armate israeliane hanno illegalmente distrutto terreni agricoli e complessi residenziali e raso al suolo intere zone comprendenti case, scuole e moschee.
4 settembre 2024 – Cina, nuovamente arrestata la giornalista che raccontò i primi casi di Covid-19
Zhang Zhan, la giornalista-attivista cinese che aveva raccontato i primi casi di Covid-19 a Wuhan, è stata nuovamente arrestata a causa del suo impegno in favore dei diritti umani. È detenuta in una prigione di Shanghai. Era stata scarcerata neanche quattro mesi fa, il 13 maggio, al termine della condanna a quattro anni di carcere inflittale per “aver causato liti e provocato problemi”.
2 settembre 2024 – Mongolia: Putin deve essere arrestato e consegnato alla Corte penale internazionale
Domani, 3 settembre, il presidente russo Vladimir Putin incontrerà in Mongolia il presidente Ukhnaa Khurelsukh. Si tratta della prima visita di Putin in uno stato parte della Corte penale internazionale (Cpi) da quando, nel marzo 2023, è stato emesso un mandato di arresto nei suoi confronti.
“Gli obblighi legali internazionali della Mongolia, in quanto stato parte della Cpi, sono chiari: il presidente russo Putin deve essere arrestato e consegnato alla Cpi per rispondere alle accuse di crimini di guerra”.
Altantuya Batdorj, direttrice di Amnesty International Mongolia
29 agosto 2024 – Giornata delle persone scomparse: proteggere le “donne in cerca”
In occasione della Giornata internazionale delle vittime di sparizione forzata, Amnesty International ha sollecitato gli stati delle Americhe a riconoscere e proteggere l’azione delle “donne in cerca” delle persone scomparse.
Nelle Americhe, esprimere dissenso verso le politiche governative, reclamare diritti, vivere in una zona di conflitto armato o dove è presente il crimine organizzato, migrare senza documenti possono essere motivi per arrestare persone e occultarne il destino. La ricerca delle persone scomparse è guidata soprattutto dalle donne. Esempi iconici, durante le giunte militari o nei periodi di conflitto armato, sono stati le Abuelas de Plaza de Mayo in Argentina e le donne di Calama in Cile o le donne native in Guatemala e Perú, così come le donne centroamericane che hanno attraversato frontiere e creato meccanismi transnazionali di ricerca delle persone migranti scomparse.
28 agosto 2024 – Dichiarazione sull’operazione militare israeliana in Cisgiordania
L’esercito israeliano ha lanciato una massiccia operazione militare nella Cisgiordania occupata, che sta avendo per obiettivo diverse città, tra le quali Jenin, Tulkarem, Nablus e Tubas, dove centinaia di soldati hanno effettuato incursioni appoggiati da jet da combattimento, droni e bulldozer.
“Questo attacco militare coordinato nella Cisgiordania occupata fa seguito all’escalation, negli ultimi mesi, delle uccisioni illegali da parte delle forze israeliane e metterà in pericolo altre vite palestinesi. Dall’ottobre 2023 in Cisgiordania, Gerusalemme Est compresa, c’è stato un terribile aumento della violenza mortale da parte delle forze israeliane e degli attacchi dei coloni, sostenuti dallo stato israeliano. Le forze israeliane hanno ucciso almeno 662 palestinesi, tra i quali almeno 142 bambini”.
Erika Guevara-Rosas, alta direttrice per le ricerche e le campagne di Amnesty International
28 agosto 2024 – I rapporti tra Unione europea e Israele non possono continuare “come se niente fosse”
In vista della riunione dei ministri degli Affari esteri dell’Unione europea che si terrà domani, 29 agosto, a Bruxelles, Amnesty International ha scritto all’Alto rappresentante/Vicepresidente Josep Borrell Fontelles e ai ministri stessi, chiedendo loro di garantire che l’opinione della Corte internazionale di giustizia del 19 luglio 2024 sia tradotta in politiche efficaci per porre fine alle violazioni del diritto internazionale umanitario da parte di Israele.
27 agosto 2024 – Gli attacchi israeliani a Rafah dovrebbero essere indagati come crimini di guerra
Una nuova indagine di Amnesty International ha rivelato che le forze israeliane, nel corso di due attacchi portati a termine a maggio nel sud della Striscia di Gaza occupata contro comandanti e combattenti di Hamas e della Jihad islamica, non hanno preso tutte le misure possibili per evitare o ridurre al minimo i danni ai civili che si trovavano in due campi per sfollati interni. Si è trattato con ogni probabilità di attacchi indiscriminati e, in un caso, di un attacco anche sproporzionato, che dovrebbero essere indagati come crimini di guerra.
22 agosto 2024 – L’Ucraina ratifica lo Statuto della Corte penale internazionale: positivo, ma c’è una limitazione
Il 21 agosto il parlamento dell’Ucraina ha approvato la legge di ratifica dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, già firmato nel 2000.
L’Ucraina diventerà ufficialmente uno stato parte dello Statuto di Roma il primo giorno del mese successivo ai 60 giorni trascorsi da quando lo strumento di ratifica sarà stato depositato alle Nazioni Unite. La legge approvata dal parlamento ucraino, tuttavia, contiene una dichiarazione, ai sensi dell’articolo 124 dello Statuto di Roma, in base alla quale, per sette anni dall’effettiva entrata in vigore della ratifica, l’Ucraina “non riconoscerà la giurisdizione della Corte penale internazionale” sui crimini di guerra “quando, probabilmente, commessi da suoi cittadini”.
19 agosto 2024 – La violazione del Trattato sul commercio di armi causa un’enorme perdita di vite umane
Alcuni dei più grandi esportatori di armi stanno continuando a violare apertamente le norme del Trattato sul commercio di armi, mediante trasferimenti illegali che causano una devastante perdita di vite umane nelle zone di conflitto come i Territori palestinesi occupati (in particolare la Striscia di Gaza occupata), il Sudan e Myanmar. Lo ha dichiarato oggi Amnesty International, in occasione dell’apertura della decima conferenza degli stati parte del Trattato sul commercio di armi, entrato ufficialmente in vigore nel dicembre 2014.
15 agosto 2024 – Afghanistan: tre anni di talebani e di assenza della comunità internazionale
La comunità afgana è alle prese con tre anni di frustrazioni ignorate mentre le autorità di fatto talebane compiono violazioni dei diritti umani e crimini di diritto internazionale, soprattutto contro le donne e le bambine, nell’assoluta impunità.
“Abbiamo parlato con persone che rappresentano settori diversi della società afgana in tutto il mondo, convinte in larghissima parte che la comunità internazionale abbia abbandonato la popolazione dell’Afghanistan: non solo non ha chiamato i talebani a rispondere delle violazioni e dei crimini commessi ma non ha neanche saputo trovare una direzione strategica per impedire ulteriormente tutto questo”.
Samira Hamidi, campaigner di Amnesty International per l’Asia meridionale
9 agosto 2024 – Stop alla repressione di massa nello Zimbabwe
In vista del vertice della Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale (Southern African Development Community – Sadc), previsto il 17 agosto ad Harare, Amnesty International e Human Rights Watch hanno esortato le autorità dello Zimbabwe a porre fine alla repressione nei confronti dell’opposizione politica e della società civile.
Le due organizzazioni per i diritti umani hanno sollecitato le autorità zimbabweane a scarcerare immediatamente e senza condizioni tutte le persone arrestate per aver esercitato i propri diritti e a indagare tempestivamente ed efficacemente sulle accuse di maltrattamenti e torture ai danni dei detenuti, assicurando che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni in processi equi.
6 agosto 2024 – Iran: scioccante esecuzione in segreto di Reza Rasaei
Reza (Gholamreza) Rasaei, un uomo di 34 anni appartenente alla minoranza etnica curda e a quella religiosa yaresan, è stato impiccato in segreto all’alba del 6 agosto nel carcere di Dizel Abad, nella provincia di Kermanshah. L’esecuzione è avvenuta in relazione alla rivolta “Donna Vita Libertà” che ha attraversato l’Iran nel periodo settembre-dicembre 2022.
“Con l’attenzione della stampa a livello globale e nazionale concentrata sulle tensioni con Israele, le autorità iraniane hanno segretamente eseguito l’orribile e arbitraria condanna a morte di un uomo che aveva subito maltrattamenti e torture in carcere, compresa la violenza sessuale, per poi essere condannato alla pena capitale a seguito di un processo farsa”.
Diana Eltahawy, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e Africa del nord
2 agosto 2024 – Siria: dieci anni dal genocidio del popolo yazida
Nell’agosto 2014 lo Stato islamico attaccò il popolo yazida nel nord dell’Iraq. Le Nazioni Unite hanno riconosciuto quelle azioni come genocidio. Oltre 3000 uomini, donne, bambini e bambine furono uccisi e almeno 6800 persone, soprattutto donne, bambini e bambine, vennero rapite. Lo Stato islamico si rese responsabile di una lunga serie di violazioni dei diritti umani, sottoponendo le donne e le bambine a schiavitù sessuale e di altra natura e costringendo i bambini a combattere.
“La comunità yazida ha subito danni inimmaginabili ad opera dello Stato islamico. Dieci anni dopo, la loro sofferenza perdura ancora oggi, dato che migliaia di yazidi e yazide risultano scomparsi”.
Lauren Aarons, alta consulente di Amnesty International su genere, conflitti e giustizia internazionale
1 agosto 2024 – Venezuela: 11 Ong condannano gli alti livelli di violenza e repressione
Con riferimento alle proteste post-elettorali in Venezuela e all’uso sproporzionato della forza nei confronti dei manifestanti da parte delle forze di sicurezza, chiediamo il rispetto dei diritti alle libertà di espressione, di riunione e di protesta pacifica, la fine della criminalizzazione delle proteste e il rispetto delle norme e degli standard internazionali sull’uso della forza.
1 agosto 2024 – Russia: le scarcerazioni di oggi devono segnare l’inizio di una svolta sui diritti umani
Oggi, giovedì 1° agosto, nell’ambito di uno scambio negoziato tra Russia e Bielorussia da una parte e Germania, Norvegia, Polonia, Slovenia e Stati Uniti dall’altra, le autorità di Mosca e Minsk hanno concesso la grazia, scarcerato ed esiliato 16 persone, tra cui gli attivisti e difensori dei diritti umani russi Oleg Orlov, Aleksandra (Sasha) Skochilenko, Lilia Chanysheva, Ksenia Fadeeva, Vladimir Kara-Murza, Andrei Pivovarov, Ilya Yashin e, tra gli altri, i giornalisti Evan Gershkovich e Alsu Kurmasheva.
“Partecipiamo con sollievo e felicità alla liberazione dei difensori e delle difensore dei diritti umani, delle persone attiviste e dei giornalisti che erano in carcere e che presto potranno finalmente abbracciare i loro cari. Siamo grati che le voci delle organizzazioni mondiali e russe per i diritti umani siano state ascoltate e che sia stata negoziata la libertà di queste persone. Non avrebbero mai dovuto essere incarcerate: la loro persecuzione è stata gravemente ingiusta”.
Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale
31 luglio 2024 – Centri di detenzione in Albania: una “macchia per il governo italiano”
In previsione dell’apertura, ad agosto, di due centri di detenzione in Albania, che saranno utilizzati per trattenere le persone intercettate o soccorse in mare dalle navi italiane, la direttrice dell’Ufficio Istituzioni europee di Amnesty International, Eve Geddie, ha dichiarato:
“È vergognoso che, nonostante tutte le critiche e le preoccupazioni sollevate dalle organizzazioni per i diritti umani, il governo italiano abbia deciso di andare avanti con questo accordo. Non solo il piano è incredibilmente dannoso, ma è anche illegale”.
30 luglio 2024 – Grecia: Samos non diventi il modello per il Patto europeo su migrazione e asilo
La Grecia deve abrogare urgentemente le norme di legge che stanno causando la sistematica e illegale privazione della libertà delle persone richiedenti asilo trattenute nel “Centro chiuso ad accesso controllato” finanziato dall’Unione europea sull’isola di Samos.
L’Unione europea dovrebbe ritenere la Grecia responsabile delle violazioni dei diritti umani in quella struttura e a garantire che quel modello non diventi un esempio per il Patto su migrazione e asilo recentemente adottato.
Sono due richieste contenute in nuovo rapporto intitolato “Samos: ‘Ci sentiamo in prigione sull’isola’. Detenzione illegale e condizioni inferiori agli standard in un centro per rifugiati finanziato dall’Unione europea” che rivela l’uso indiscriminato degli ordini di “restrizione della libertà” che costringono le persone a subire una forma di detenzione illegale e arbitraria.
29 luglio 2024 – Bangladesh: arresti di massa di leader studenteschi e manifestanti
Nello scorso fine settimana sono state arrestate oltre 9000 persone tra leader studenteschi, partecipanti alle proteste ed esponenti dei partiti di opposizione a seguito delle manifestazioni contro la riforma delle quote riservate nel pubblico impiego ai figli dei veterani della guerra d’indipendenza del 1971.
“Siamo di fronte a una caccia alle streghe con cui le autorità vogliono ridurre al silenzio chiunque osi sfidarle e mantenere un clima di paura. Questi arresti sarebbero politicamente motivati, una rappresaglia contro chi ha esercitato i suoi diritti umani. È fondamentale che le autorità del Bangladesh rispettino il diritto della popolazione alla libertà di espressione e di protesta pacifica”, ha dichiarato Smriti Singh, direttrice per l’Asia meridionale di Amnesty International.
26 luglio 2024 – L’uso delle mine antipersona da parte delle forze russe è un possibile crimine di guerra
L’uso delle mine terrestri antipersona, di cui sono pieni i territori dell’Ucraina precedentemente o ancora occupati dalle forze russe, continua a costituire una minaccia mortale per i civili e dev’essere oggetto di un’indagine rapida, esaustiva, indipendente e imparziale.
Secondo il Landmine Monitor 2023, nel 2022 l’Ucraina ha registrato 608 vittime di mine terrestri, un numero inferiore solo a quello della Siria. I dati raccolti dalle organizzazioni umanitarie addette allo sminamento in Ucraina illustrano come la maggior parte delle vittime sia stata causata da mine antipersona, che in quanto munizioni inerentemente indiscriminate sono vietate dal diritto internazionale umanitario.
“Le mine sono sparse lungo i territori dell’Ucraina precedentemente o ancora occupati dalle truppe russe e costituiscono una minaccia mortale quotidiana per i civili. Alcune sono state intenzionalmente collocate all’interno di edifici civili, dove provocano morti e feriti”, ha dichiarato Patrick Thompson, ricercatore di Amnesty International sull’Ucraina.
25 luglio 2024 – Bangladesh: nuove prove dell’uso della forza mortale contro i manifestanti
Le forze di sicurezza del Bangladesh continuano a ricorrere alla forza illegale e mortale nei confronti delle proteste degli studenti contro la riforma delle quote dell’impiego nel settore pubblico. Secondo fonti di stampa, dal 16 luglio sono stati uccisi quasi 200 manifestanti e diverse migliaia di loro sono rimasti feriti; altre fonti parlano addirittura di 61.000 persone colpite dalla violenza. Gli arresti sarebbero circa 2500.
25 luglio 2024 – Sudan: il flusso di armi alimenta la sofferenza dei civili
Una nuova indagine, intitolata “Nuove armi che alimentano il conflitto in Sudan”, documenta come armi e munizioni di recente fabbricazione o recentemente trasferite da stati quali Cina, Russia, Serbia, Turchia, Emirati Arabi Uniti e Yemen vengono importate in grandi quantità in Sudan e poi, in alcuni casi, deviate verso il Darfur, dove vige un embargo sulle armi.
23 luglio 2024 – Russia: prosegue la repressione contro il giornalismo: condannata Alsu Kurmasheva
l 19 luglio Alsu Kurmasheva, giornalista del servizio delle lingue tatara e baschira di Radio Free Europe / Radio Liberty, è stata condannata a sei anni e mezzo di colonia penale per “diffusione di notizie false sulle forze armate”. Il processo si è svolto in segreto presso la Corte suprema della Repubblica russa del Tatarstan e il verdetto è stato reso noto solo la sera del 22 luglio.
“La vicenda di Alsu Kurmasheva, così come quelle di Evan Gershkovich e di molti altri giornalisti in carcere, mette in luce la campagna in corso da parte delle autorità russe per azzerare la libertà d’espressione e il giornalismo indipendente”.
Natalia Zviagina, direttrice di Amnesty International Russia
19 luglio 2024 – Corte internazionale di giustizia: illegale l’occupazione dei Territori palestinesi
Commentando la storica opinione espressa oggi dalla Corte internazionale di giustizia sulla legalità delle politiche e delle prassi di Israele nei Territori palestinesi occupati e sulle conseguenze delle azioni israeliane rispetto ad altri stati e alle Nazioni Unite, Erika Guevara-Rosas, Alta direttrice delle ricerche e delle campagne di Amnesty International, ha diffuso questa dichiarazione:
“La Corte internazionale di giustizia ha espresso la sua opinione e la sua conclusione è forte e chiara: l’occupazione e l’annessione da parte di Israele dei territori palestinesi sono illegali e le leggi e prassi discriminatorie israeliane contro i palestinesi violano il divieto di segregazione razziale e di apartheid”.
“Si tratta di una rivincita storica per i diritti dei palestinesi, vittime di decenni di crudeltà e di sistematiche violazioni dei diritti umani derivanti dall’illegale occupazione israeliana”.
19 luglio 2024 – Libertà per Maysoon Majidi e Marjan Jamali
Giovedì 18 luglio si è tenuta, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati la conferenza stampa “Donna, vita, libertà. Il caso di Maysoon Majidi e Marjan Jamali”, volta a chiedere la libertà per le due donne iraniane arrestate per l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare sulla base di testimonianze rilasciate subito dopo lo sbarco in Italia e senza la possibilità di un controesame.
18 luglio 2024 – Detenzione in isolamento e tortura dei palestinesi di Gaza
Le autorità israeliane devono porre fine alla detenzione senza contatti col mondo esterno, a tempo indeterminato, senza accusa né processo, di palestinesi di Gaza ai sensi della Legge sui combattenti illegali, che viola clamorosamente il diritto internazionale.
Amnesty International ha documentato i casi di 27 palestinesi che sono stati detenuti anche per quattro mesi e mezzo senza poter incontrare un avvocato e i familiari. I detenuti hanno riferito che durante la loro prigionia senza contatti col mondo esterno, in alcuni casi equiparabile a sparizione forzata, funzionari dei servizi di sicurezza e della polizia di Israele li hanno sottoposti a torture e ad altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti.
18 luglio 2024 – Perú: proteste del ‘22-23: possibili responsabilità della presidente Boluarte
Diciotto mesi dopo una delle più gravi violazioni dei diritti umani di massa della storia recente del Perú, ossia le proteste del dicembre 2022 – marzo 2023 in cui furono uccisi 50 manifestanti e un agente di polizia e altre 1400 persone rimasero ferite, un rapporto di Amnesty International presenta prove importanti sulle possibili responsabilità penali della presidente Dina Boluarte, a dimostrazione di quanto siano fondamentali le indagini in corso.
Il rapporto, intitolato “Chi ordinò di sparare? La catena di comando delle responsabilità per le uccisioni e i ferimenti nel corso delle proteste in Perú”, illustra le decisioni assunte dalla presidente, in quanto comandante in capo delle forze armate e della polizia, che meritano di essere esaminate nel corso delle indagini.
“La presidente, i ministri e i comandanti dell’esercito e della polizia presero decisioni che ebbero conseguenze letali. Centinaia di vittime e di sopravvissuti attendono risposte su cosa questi vertici sapevano o avrebbero dovuto sapere e sui motivi per cui non fermarono le uccisioni”, ha dichiarato Ana Piquer, direttrice di Amnesty International per le Americhe.
12 luglio 2024 – Bielorussia: nuovo appello per la scarcerazione di Ales Bialiatski
Alla vigilia del terzo anniversario dell’arresto del difensore dei diritti umani e premio Nobel per la pace 2022 Ales Bialiatski, Amnesty International si è nuovamente appellata alle autorità della Bielorussia affinché, anche alla luce del peggioramento delle sue condizioni di salute, dispongano la sua immediata e incondizionata scarcerazione.
Bialiatski, presidente del Centro per i diritti umani “Viasna”, è stato arrestato il 14 luglio 2021 insieme al suo vice Valiantsin Stefanovich e al legale dell’organizzazione, Uladzimir Labkovich. Sin dagli anni Ottanta “Viasna” ha svolto un ruolo fondamentale nella denuncia delle violazioni dei diritti umani in Bielorussia, non ultima la repressione attuata nei confronti delle proteste pacifiche di massa contro le contestate elezioni presidenziali del 2020. Le accuse di “contrabbando” e di “finanziamento di azioni che violano l’ordine pubblico”, che sono costate a Bialiatski una condanna a dieci anni di carcere, sono del tutto pretestuose.
All’inizio di maggio del 2023 Bialiatski è stato trasferito nella colonia penale n. 9 di Horki. La direzione ha rifiutato la consegna di pacchi contenenti le medicine di cui ha bisogno, facendo precipitare le sue condizioni di salute.
12 luglio 2024 – Hamas e gli altri gruppi armati devono immediatamente liberare i civili in ostaggio a Gaza
“Prendere ostaggi è un crimine di guerra. Coloro che sono ancora vivi sono tenuti in ostaggio da oltre nove mesi, lontani dai loro cari. Non può esserci alcuna giustificazione per infliggere a loro e alle loro famiglie un tale trauma e una tale angoscia. Da ottobre, Amnesty International chiede costantemente a Hamas e agli altri gruppi armati di liberare immediatamente e incondizionatamente tutti gli ostaggi civili. Tutti coloro che sono tenuti prigionieri devono essere trattati con umanità, protetti da torture e altri maltrattamenti e avere accesso al Cicr, in conformità con il diritto internazionale. I malati e i feriti devono ricevere cure mediche“.
Erika Guevara-Rosas, direttrice delle ricerche di Amnesty International
11 luglio 2024 – I sistemi tecnologici alimentano le disuguaglianze di genere in tutto il mondo
Un nuovo rapporto, intitolato “Uguaglianza di genere e diritti umani nell’era digitale”, sottolinea come in tutto il mondo i diversi sistemi di tecnologia digitale stanno alimentando le disuguaglianze di genere e consolidando sistemi di potere basati su razza e condizione socio-economica.
I gruppi marginalizzati, tra cui donne e persone appartenenti alla comunità Lgbtqia+, vedono minacciati i loro diritti umani a causa di pratiche estese e improprie di raccolta dati, che non rispecchiano le loro realtà individuali. I governi giustificano queste tattiche di raccolta dati come una soluzione per ridurre i costi dell’applicazione di sistemi automatizzati nel settore pubblico per l’erogazione dei benefici, mentre le grandi aziende tecnologiche accumulano e utilizzano i dati personali degli utenti per i loro redditizi modelli di business basati sulla sorveglianza.
9 luglio 2024 – Europa: attacchi sistematici e restrizioni minano il diritto di protesta pacifica
Un nuovo rapporto, intitolato “Poco tutelato e troppo ostacolato: lo stato del diritto di protesta in 21 stati europei“, afferma che in tutta Europa il diritto di manifestare pacificamente è sotto duro attacco, poiché le autorità statali stigmatizzano, criminalizzano e reprimono sempre più le persone che manifestano in modo pacifico imponendo restrizioni ingiustificate e punitive e ricorrendo a mezzi sempre più repressivi per soffocare il dissenso.
Il rapporto rivela un modello europeo di leggi repressive, uso eccessivo o non necessario della forza, arresti e procedimenti arbitrari, restrizioni ingiustificate o discriminatorie, nonché l’uso crescente di tecnologie di sorveglianza invasive, che portano a una sistematica erosione del diritto di protestare.
8 luglio 2024 – Ucraina: ospedale pediatrico colpito da un missile russo e decine di morti in tutto il paese
“Le distruzioni di ospedali, di edifici residenziali e di infrastrutture fondamentali sono azioni abominevoli. Ogni attacco che prenda di mira civili o ignori la presenza di civili dev’essere inequivocabilmente condannato. Le prove ampiamente disponibili, alcune delle quali verificate dagli esperti di Amnesty International, come le immagini dell’attacco contro l’ospedale pediatrico Ohmatdyt a Kiyv, concordano sul fatto che quella struttura sia stata colpita da un missile da crociera russo. Il tentativo, da parte russa, di declinare ogni responsabilità attribuendola alla difesa aerea ucraina è di un’arroganza spietata”.
Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale
2 luglio 2024 – Missione multinazionale ad Haiti: si dia priorità alla protezione dei minori
A seguito del dispiegamento ad Haiti della Missione di sicurezza multinazionale (Multinational security support mission, Mssm), guidata dal Kenya, Amnesty International ha sollecitato massima priorità perché siano garantite la protezione dei diritti umani e un’adeguata formazione delle truppe della Missione sulla protezione dei bambini e delle bambine.
“È assai preoccupante che il dispiegamento della Mssm ad Haiti non sia stato preceduto da informazioni trasparenti riguardo a se e come verranno attuate garanzie sui diritti umani”, ha dichiarato Ana Piquer, direttrice per le Americhe di Amnesty International. Tra le garanzie necessarie c’è quella che, durante le sue operazioni, la Mssm sia preparata ad affrontare bambini, compresi quelli arruolati dalle bande armate.
27 giugno 2024 – Egitto: tre anni di carcere per una maglietta contro la tortura
Il 26 giugno il Tribunale speciale di emergenza per la sicurezza dello stato ha condannato a tre anni di carcere Mahmoud Hussein, un attivista egiziano che durante una protesta aveva indossato una maglietta con una scritta contro la tortura.
Mahmoud Hussein è stato arrestato immediatamente dopo la lettura del verdetto e portato in carcere per scontare il resto della pena, avendo già trascorso dieci mesi in detenzione preventiva.
“Siamo di fronte a una parodia della giustizia che spiega bene come il sistema giudiziario egiziano sia usato come uno strumento per punire il dissenso e costringere al silenzio l’attivismo pacifico”, ha dichiarato Sara Hashash, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.
26 giugno 2024 – Russia: negati i contatti familiari a dissidenti e a oppositori della guerra in carcere
In un nuovo rapporto diffuso oggi, Amnesty International ha denunciato che le autorità russe negano sistematicamente i contatti familiari a coloro che sono in carcere per aver criticato il governo. Attraverso una serie di storie emblematiche, il rapporto spiega come le autorità di Mosca usino scappatoie legali e pretesti inventati per isolare ulteriormente i dissidenti, compresi coloro che hanno preso la parola contro l’invasione dell’Ucraina.
“Non si tratta di pratiche sporadiche da parte di poche mele marce, ma di una deliberata strategia del governo russo per isolare e ridurre al silenzio i dissidenti e infliggere ulteriori sofferenze a loro e alle loro famiglie. Ciò riguarda ogni forma di contatto: visite, telefonate e lettere”, ha dichiarato Natalia Prilutskaya, ricercatrice di Amnesty International sulla Russia.
25 giugno 2024 – Mandati di cattura della Corte penale internazionale contro alti ufficiali russi
La Corte penale internazionale ha emesso mandati di cattura nei confronti di Sergei Shoigu e Valery Gerasimov, accusati di crimini di guerra per aver diretto attacchi e causato danni sproporzionati contro i civili e gli obiettivi civili, nonché del crimine contro l’umanità per atti inumani.
All’epoca dei crimini loro imputati, Shoigu era il ministro della Difesa della Russia; Gerasimov era il viceministro della Difesa e il capo di stato maggiore delle forze armate russe.
Secondo un comunicato stampa diffuso dalla Corte penale internazionale, vi sono “ragionevoli motivi per ritenere che i due sospetti siano responsabili degli attacchi missilistici lanciati sotto il loro comando contro le infrastrutture elettriche ucraine dal 10 ottobre 2022 almeno fino al 9 marzo 2023. In tale periodo, c’era stata un’intensa campagna di attacchi contro numerose centrali e sottostazioni elettriche, portata a termine dalle forze armate russe in molteplici località dell’Ucraina”.
25 giugno 2024 – Regno Unito/Usa: Julian Assange libero
Amnesty International accoglie con favore la notizia positiva della liberazione di Julian Assange dopo cinque anni di detenzione nel Regno Unito. Finalmente questo calvario sta giungendo al termine per lui e per la sua famiglia”.
“Riteniamo fermamente che Julian Assange non avrebbe mai dovuto essere imprigionato e abbiamo costantemente chiesto che le accuse contro di lui fossero ritirate”.
19 giugno 2024 – Egitto: stop agli arresti e ai rimpatri forzati dei rifugiati sudanesi
Alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato, è stato pubblicato un nuovo rapporto per chiedere alle autorità egiziane di porre immediatamente fine agli arresti arbitrari di massa e alle deportazioni illegali dei rifugiati sudanesi che hanno attraversato il confine con l’Egitto in cerca di riparo dal conflitto in Sudan.
Il rapporto, intitolato “Ammanettati come criminali pericolosi: detenzione arbitraria e rimpatri forzati dei rifugiati sudanesi in Egitto”, evidenzia come i rifugiati sudanesi vengano rastrellati e deportati illegalmente in Sudan – una zona di conflitto attivo – senza un giusto processo o la possibilità di richiedere asilo, in palese violazione del diritto internazionale.
17 giugno 2024 – L’apartheid di genere sia riconosciuto come crimine di diritto internazionale
Amnesty International ha chiesto oggi che l’apartheid di genere sia riconosciuto come crimine di diritto internazionale, in modo da intensificare gli sforzi per contrastare il regime di oppressione e dominazione, istituzionale e sistematica, per motivi di genere.
“La comunità internazionale non sta riconoscendo, ammettendo e affrontando adeguatamente la dominazione e l’oppressione istituzionali e sistematiche contro le donne, le ragazze e le persone Lgbtqia+. Chiediamo che l’apartheid di genere sia riconosciuto come crimine di diritto internazionale per colmare il vuoto nell’attuale sistema giuridico globale. Nessuno dovrebbe permettersi di violare, segregare, ridurre al silenzio o escludere persone a causa del loro genere”, ha dichiarato Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
“Invece, generazioni e generazioni di donne e ragazze in tutto il mondo sono state sottoposte a violenza, dominazione e oppressione di natura istituzionalizzata e sistematica. Numeri incalcolabili di persone sono state uccise, molte di più private della loro dignità, libertà e uguaglianza nella vita quotidiana. È davvero vergognoso che il mondo, finora, non abbia riconosciuto che la sistematica oppressione e dominazione per motivi di genere è un crimine di diritto internazionale e non abbia reagito in modo appropriato alla sua gravità”, ha aggiunto Callamard.
16 giugno 2024 – L’esclusione di Ahmadreza Djalali dallo scambio di detenuti tra Svezia e Iran è vergognosa
Ahmadreza Djalali, il medico e docente con cittadinanza svedese e iraniana, per anni presso l’Università del Piemonte Orientale di Novara, arrestato nel 2016 e condannato a morte l’anno dopo per “spionaggio”, è stato escluso dallo scambio di detenuti portato a termine sabato 15 giugno tra Svezia e Iran.
A Teheran è tornato Hamid Nouri, condannato in via definitiva all’ergastolo in Svezia per il ruolo avuto nel massacro delle carceri iraniane del 1988, in cui furono sommariamente uccisi migliaia di detenuti politici. In cambio, sono rientrati in Svezia il funzionario dell’Unione europea Johan Floderus, che rischiava l’ergastolo o la pena di morte per “spionaggio”, e Saeed Azizi, condannato a cinque anni per “collusione contro la sicurezza nazionale” e gravemente malato.
13 giugno 2024 – Pylos: un anno dal naufragio
Alla vigilia dell’anniversario del naufragio del peschereccio “Adriana”, avvenuto il 14 giugno 2023 al largo della costa di Pylos, in Grecia, Amnesty International e Human Rights Watch hanno denunciato i pochi progressi compiuti nelle indagini.
L’imbarcazione trasportava circa 750 persone, provenienti principalmente da Siria, Pakistan e Egitto. Solo 104 persone sono sopravvissute; 82 corpi sono stati ritrovati, di cui solo 58 identificati. Più di 500 persone risultano ancora disperse, ormai da un anno. Un’indagine avviata nel giugno 2023 dalla Corte navale greca per determinare l’eventuale responsabilità della Guardia costiera è ancora in fase preliminare.
10 giugno 2024 – Nigeria: le ragazze fuggite da Boko haram abbandonate dalle autorità
In un nuovo rapporto intitolato “Aiutateci a ricostruire le nostre vite”, Amnesty International ha accusato le autorità della Nigeria di aver abbandonato le ragazze che erano riuscite a fuggire dai loro sequestratori di Boko haram: alcune hanno trascorso periodi di detenzione illegale in strutture militari e, in generale, ricevono scarso sostegno nel tentativo di ricostruirsi una vita, dopo aver subito matrimoni forzati, riduzione in schiavitù e violenza sessuale.
Dopo essere riuscite a liberarsi, molte ragazze hanno trascorso lunghi periodi di tempo nelle carceri militari, una prassi che solo negli ultimi anni è risultata meno diffusa. Altre sono state lasciate a sé stesse in campi per sfollati insieme ad altri milioni di persone necessitanti assistenza umanitaria: da quei campi, alcune sono finite in centri di transito dove sono state “riunite” a quei “mariti” di Boko haram che si erano arresi.
I crimini che le ragazze hanno subito sono destinati ad avere conseguenze di lungo periodo, tipiche della loro età e del loro genere: complicazioni di salute, mancato accesso all’istruzione, ostacoli al desiderio di contrarre un vero matrimonio e, per finire, stigma e rifiuto da parte delle famiglie e delle comunità di appartenenza.
7 giugno 2024 – Proteggo la protesta, proteggo il Pride
Quest’anno, Amnesty International Italia scenderà nelle principali piazze e strade italiane accanto ai Pride con la campagna “Proteggo la protesta”, declinata in chiave Lgbtqia+.
Lo slogan della campagna diventa quindi “Proteggo la protesta, proteggo il Pride” e mira a trasmettere un messaggio di tutela e rivendicazione degli spazi di protesta e proposta, con un’attenzione particolare alle battaglie per i diritti umani di tutte le persone. In un contesto politico che spesso mina i diritti delle persone Lgbtqia+, è fondamentale promuovere la libertà di espressione e il diritto alla protesta.
4 giugno 2024 – Ddl sicurezza: ulteriori preoccupazioni per l’impatto sui diritti umani
Amnesty International Italia continua a seguire con grande preoccupazione l’esame del progetto di legge n.1660 in materia di pubblica sicurezza, su cui l’organizzazione per i diritti umani è stata audita alla Camera, lo scorso 17 maggio.
Il dibattito prosegue con il rischio di modifiche peggiorative a un testo già critico per il suo impatto sui diritti umani. Diversi emendamenti, presentati da esponenti della maggioranza, se approvati, restringerebbero ulteriormente gli spazi di protesta pacifica e criminalizzerebbero chi protesta. Questo riflette la tendenza della legislazione antiterrorismo a punire azioni accessorie o preparatorie per prevenire possibili conseguenze, anche prima che queste causino effettivamente un danno.
1 giugno 2024 – A Claudio Ranieri il premio “Sport e diritti umani” 2024
Il premio “Sport e diritti umani”, promosso da Amnesty International Italia e Sport4Society, giunto alla sua sesta edizione, è stato conferito a Claudio Ranieri, allenatore di calcio di fama internazionale.
La cerimonia di premiazione è avvenuta oggi a Ravenna, durante la trentanovesima Assemblea generale di Amnesty International Italia, alla presenza di Riccardo Cucchi, presidente del premio, Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, Luca Musumeci, presidente di Sport4Society, e con la speciale partecipazione di Sara Gama, calciatrice e dirigente sportiva italiana, capitana della Juventus.
31 maggio 2024 – Russia: la crociata del governo contro i dissidenti colpisce anche i bambini
Nell’ambito della loro repressione del dissenso, le autorità russe stanno adottando misure di rappresaglia sempre più gravi contro le bambine e i bambini e i loro familiari, soprattutto quelli che si oppongono alla guerra di aggressione contro l’Ucraina. Lo ha dichiarato oggi Amnesty International pubblicando un rapporto dal titolo “Tuo figlio andrà all’orfanotrofio’. I bambini e la repressione delle proteste” in cui spiega come le autorità russe neghino ai bambini e alle bambine il diritto alla libertà d’espressione, li indottrinino con la propaganda di guerra e prendano di mira i loro familiari che a quella guerra sono contrari
30 maggio 2024 – Barometro dell’odio: allarmante erosione del diritto di protesta
Amnesty International Italia ha pubblicato oggi la settima edizione del Barometro dell’odio, incentrato quest’anno sul tema del diritto di protesta, evidenziando una crescente preoccupazione per la repressione e la narrazione che ruotano intorno a questa tematica, sia a livello globale che nazionale.
L’analisi, che ha preso in esame il dibattito sui social media e il racconto dei media mainstream dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023, sottolinea un preoccupante trend verso la criminalizzazione del dissenso e la delegittimazione delle proteste, fenomeni che minano profondamente la democrazia e il diritto di espressione.
29 maggio 2024 – Gaza: la risposta umanitaria sull’orlo del collasso
Con l’intensificarsi degli attacchi israeliani a Rafah, l’imprevedibilità dell’ingresso degli aiuti a Gaza ha creato l’illusione di un miglioramento dell’accesso, mentre la risposta umanitaria è in realtà sull’orlo del collasso.
È quanto hanno denunciato 20 agenzie umanitarie, sottolineando che la capacità di risposta dei gruppi di soccorso e delle équipe mediche si è ormai sgretolata, e le soluzioni temporanee come il “molo galleggiante” e i nuovi punti d’ingresso hanno avuto un impatto scarso. Le agenzie umanitarie temono ora un’accelerazione delle morti per fame, malattie e assistenza medica negata, mentre i punti di ingresso terrestri e marittimi rimangono di fatto chiusi all’assistenza umanitaria, soprattutto al carburante, e gli attacchi nelle aree che ospitano i civili si intensificano
29 maggio 2024 – Il rapporto sulla pena di morte nel mondo: mai così tante esecuzioni da quasi un decennio
Nel 2023, secondo il rapporto annuale sulla pena di morte nel mondo reso noto oggi da Amnesty International, c’è stato il più alto numero di esecuzioni da quasi un decennio, con un netto aumento registrato nel Medio Oriente.
Senza tener conto delle migliaia presumibilmente portate a termine in Cina, lo scorso anno le esecuzioni sono state 1153, con un aumento di oltre il 30 per cento rispetto al 2022. Si tratta del più alto numero di esecuzioni registrato da Amnesty International dal 2015, quando erano state 1634. Nonostante questo aumento, il numero degli stati che hanno eseguito condanne a morte ha raggiunto un minimo storico: solo 16.
“Il profondo incremento delle esecuzioni è stato dovuto soprattutto all’Iran, le cui autorità hanno mostrato un totale disprezzo per la vita umana con un aumento delle esecuzioni per reati di droga che, ancora una volta, ha messo in luce l’impatto discriminatorio della pena di morte sulle comunità più povere e marginalizzate dell’Iran”
Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International
27 maggio 2024 – Nuova indagine sui crimini di guerra israeliani a Gaza: uccisi 44 civili
Amnesty International ha reso nota una nuova indagine su attacchi aerei israeliani che, lo scorso mese, hanno ucciso 44 civili palestinesi tra cui 32 bambini nella Striscia di Gaza. Almeno altre 20 persone sono rimaste ferite. L’organizzazione per i diritti umani ha dichiarato che questi nuovi attacchi dovrebbero essere indagati dalla Corte penale internazionale come crimini di guerra. Gli attacchi – uno su al-Maghazi il 16 aprile e due su Rafah il 19 e il 20 aprile – costituiscono ulteriori prove dell’ampio schema di crimini di guerra commessi dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza negli ultimi sette mesi.
“Dalle nostre ricerche sono emerse prove conclusive di attacchi illegali delle forze israeliane proprio mentre il procuratore della Corte penale internazionale chiedeva mandati di cattura per alti dirigenti di Hamas e di Israele, compreso il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Di fronte all’espansione dell’offensiva israeliana via terra a Rafah, questi casi illustrano l’urgente necessità di un immediato cessate il fuoco”
Erika Guevara Rosas, direttrice delle ricerche di Amnesty International
25 maggio 2024 – A Ravenna dal 31 maggio al 2 giugno la nostra XXXIX Assemblea Generale
I lavori inizieranno alle 14 del 31 maggio e, dopo i saluti inaugurali e istituzionali, proseguiranno a porte chiuse fino alle 13 del 2 giugno. All’Assemblea generale parteciperanno oltre 270 tra persone delegate e soci/socie singoli/e, che approveranno la relazione del Comitato direttivo e degli altri organismi di nomina assembleare e il bilancio consuntivo 2023, voteranno mozioni su varie tematiche riguardanti il lavoro sui diritti umani ed eleggeranno la presidenza della quarantesima Assemblea generale.
24 maggio 2024 – Israele deve rispettare l’ordine della Corte internazionale di giustizia
“La Corte internazionale di giustizia si è pronunciata ed è tempo che Israele e tutti gli stati agiscano in conformità ai loro obblighi rispetto alla Convenzione sul genocidio. Israele deve immediatamente interrompere le sue operazioni di terra a Rafah, nonché le operazioni militari in tutta la Striscia di Gaza, e garantire un accesso senza ostacoli per gli aiuti umanitari e i servizi di prima necessità. La Corte ha inoltre ordinato a Israele di consentire un accesso privo di ostacoli a missioni di accertamento dei fatti, commissioni d’inchiesta delle Nazioni Unite, investigatori e giornalisti per conservare le prove e verificare la situazione nella Striscia di Gaza, nonché per investigare in modo indipendente ed imparziale su possibili violazioni della Convenzione sul genocidio”.
Heba Morayef, direttrice per il Medio Oriente e Africa del nord di Amnesty International
20 maggio 2024 – Assange potrà ancora appellarsi contro l’estradizione negli Usa
“La decisione dell’Alta corte è una rara buona notizia per Julian Assange e per tutti coloro che difendono la libertà di stampa. Amnesty International ritiene che, in caso di estradizione negli Usa, Assange rischierebbe gravi violazioni dei diritti umani come l’isolamento prolungato, in contrasto col divieto di tortura e altri maltrattamenti”.
Simon Crowther, consulente legale di Amnesty International
20 maggio 2024 – Manifesta oggi per i diritti di domani: nuovo appello e campagna
Amnesty International Italia ha lanciato oggi un nuovo appello nell’ambito della sua campagna “Proteggo la protesta”, per difendere il diritto delle persone di manifestare liberamente e pacificamente.
Contemporaneamente ha preso il via anche la nuova campagna di comunicazione: “Manifesta oggi per i diritti di domani”, realizzata in collaborazione con attivisti e attiviste di Baobab Experience, Extinction Rebellion, Fridays For Future, Greenpeace, Lucha Y Siesta, No Tav, Non Una di Meno e Unione Sindacale di Base. L’obiettivo comune è quello di richiamare l’attenzione sull’importanza delle proteste pacifiche, motore di cambiamento sociale e tutela dei diritti umani, secondo quanto sancito anche dall’art. 17 della Costituzione che garantisce il diritto di riunirsi pacificamente e senza armi.
17 maggio 2024 – Il 20 maggio l’udienza di Assange: l’estradizione mina la libertà di stampa
“Con l’approssimarsi della data dell’udienza, ribadiamo le enormi ripercussioni che potrebbero derivare dall’estradizione di Assange negli Usa: il rischio di essere sottoposto a violazioni dei diritti umani e il danno duraturo alla libertà di stampa nel mondo”.
Simon Crowther, consulente legale di Amnesty International
15 maggio 2024 – I leader del mondo non riescono a fermare l’invasione israeliana di Rafah. L’appello di 20 Ong
Nonostante le ripetute richieste da parte di capi di stato, funzionari delle Nazioni Unite e organizzazioni umanitarie di non espandere la sua offensiva di terra a Rafah, il 7 maggio Israele ha fatto entrare le sue truppe nel governatorato, nella parte meridionale della Striscia di Gaza.
Oltre 1.500.000 persone, tra cui 600.000 bambini, sono in pericolo; dal primo ordine illegale di evacuazione, emesso dalle autorità israeliane il 6 maggio, oltre 450.000 palestinesi hanno lasciato Rafah.
15 maggio 2024 – Giorno della Nakba: Israele rispetti il diritto al ritorno dei palestinesi
“Generazioni di palestinesi dei Territori occupati portano ancora i segni profondi del trauma causato da successivi sradicamenti e spossessamenti e dall’assenza di qualsiasi prospettiva di tornare nelle loro case. È totalmente straziante vedere le drammatiche scene della Nakba del 1948 ripetersi mentre frotte di palestinesi di Gaza sono costrette più volte a lasciare le loro abitazioni a piedi in cerca di salvezza e l’esercito israeliano e i coloni, sostenuti dallo stato israeliano, espellono i palestinesi della Cisgiordania dalle loro case”.
Erika Guevara Rosas, direttrice delle ricerche e delle campagne di Amnesty International
13 maggio 2024 – Repressione transnazionale: studenti cinesi all’estero minacciati e sorvegliati
Secondo un rapporto diffuso oggi da Amnesty International, studenti e studentesse cinesi e di Hong Kong che studiano in Europa e nell’America del Nord sono sottoposti a intimidazioni, minacce e sorveglianza da parte delle autorità cinesi che, in questo modo, cercano d’impedire loro di occuparsi di temi “sensibili” o di politica.
13 maggio 2024 – Italia: decisione europea sullo scandalo delle politiche abitative discriminatorie contro i rom
“La decisione odierna conferma ciò che da tempo era risaputo e che è stato più volte denunciato: in Italia le comunità rom hanno subito e continuano a subire da tempo una discriminazione diffusa e sistematica e un trattamento ineguale per quanto riguarda l’alloggio”,
Elisa De Pieri, ricercatrice presso l’Ufficio regionale europeo di Amnesty International
13 maggio 2024 – A Diodato il Premio Amnesty International Italia 2024
La premiazione di Diodato con un breve live e le finali del contest avverranno durante il festival “Voci per la libertà – Una Canzone per Amnesty” in programma dal 19 al 21 luglio a Rovigo.
Diodato, con la canzone “La mia terra”, è il vincitore del Premio Amnesty International Italia 2024, nella sezione Big, assegnato da una giuria composta da giornalisti, conduttori radiofonici e televisivi, intellettuali, rappresentanti di Amnesty International Italia e di Voci per la Libertà.
Il brano di Diodato, composto per il film “Palazzina LAF” di Michele Riondino e vincitore del David di Donatello per la categoria “miglior canzone originale”, è un omaggio alla città di Taranto: passando dal mito, alle origini e alla sua storia, racconta una città colpita dall’ingiustizia e dal desiderio del suo popolo di rialzarsi.
10 maggio 2024 – Israele: demolite 47 case, sgomberati oltre 300 beduini palestinesi
La demolizione ad opera delle autorità israeliane, avvenuta l’8 maggio 2024, di 47 case a Wadi al-Khalil, un villaggio palestinese/beduino non riconosciuto nella regione del Negev/Naqab, senza un’adeguata consultazione preliminare o compensazione, sottolinea l’urgenza di smantellare il sistema di apartheid israeliano.
7 maggio 2024 – Rafah: l’esercito israeliano deve garantire la sicurezza dei civili
“Il recente ordine di evacuazione dell’esercito israeliano, emesso appena 24 ore prima dell’inizio di un’incursione via terra nei quartieri orientali di Rafah, arriva a seguito dell’intensificarsi dei bombardamenti nella città. Il tutto dopo mesi di minacce di un’operazione militare via terra su larga scala, che porterà a un aumento ulteriore delle sofferenze indicibili che i palestinesi stanno subendo a Gaza”.
Erika Guevara Rosas, direttrice delle ricerche di Amnesty International
7 maggio 2024 – Una mobilitazione globale per chiedere lo stop del trasferimento di armi a Israele
“Questa mobilitazione globale deve servire come campanello d’allarme per gli tutti gli stati che continuano a trasferire armi a tutte le parti coinvolte nel conflitto a Gaza, rischiando di essere complici di crimini di guerra e di altre violazioni del diritto internazionale”.
Erika Guevara Rosas, direttrice delle ricerche di Amnesty International
6 maggio 2024 – Georgia, diniego del diritto di protesta pacifica e uso illegale della forza
Nelle ultime tre settimane, le autorità della Georgia non hanno rispettato il diritto di protesta pacifica, hanno usato forza eccessiva contro manifestanti pacifici e non hanno impedito atti di violenza da parte di soggetti non identificati.
L’obiettivo delle proteste è la legge “sulla trasparenza dell’influenza straniera”, giunta ormai al secondo voto favorevole su tre e che Amnesty International continua a chiedere sia ritirata. La legge impone agli organi d’informazione e alle organizzazioni non governative che ricevano dall’estero oltre il 20 per cento dei finanziamenti, di registrarsi come “organizzazioni che portano avanti interessi di una potenza straniera” e rappresenta una limitazione non necessaria alla libertà di associazione.
6 maggio 2024 – Elezioni parlamentari europee: il nostro manifesto
“Per raggiungere un futuro più luminoso, più equo e più sostenibile, l’Unione europea deve porre i diritti al centro dei suoi programmi d’azione. Vogliamo un Parlamento europeo formato da persone che sosterranno e promuoveranno i diritti umani in casa e all’estero e che saranno pronte a chiamare le Istituzioni europee a rendere conto dei loro fallimenti”.
Eve Geddie, direttrice dell’ufficio di Amnesty International presso le Istituzioni europee
24 aprile 2024 – Fosse comuni a Gaza: garantire accesso a un’indagine indipendente
“La raccapricciante scoperta di queste fosse comuni evidenzia l’urgenza che sia garantito immediato accesso nella Striscia di Gaza a un’indagine indipendente, della quale facciano parte esperti sui diritti umani e di anatomia forense, col compito di conservare prove e svolgere accertamenti indipendenti e trasparenti per assicurare che i responsabili di ogni violazione dei diritti umani siano chiamati a risponderne. La mancanza d’accesso, nella Striscia di Gaza, a personale esperto in materia di diritti umani ha sin qui ostacolato indagini efficaci sull’effettiva dimensione delle violazioni dei diritti umani e dei crimini di diritto internazionale commessi negli ultimi sei mesi, di cui è stata documentata solo una piccola parte”.
Erika Guevara-Rosas, direttrice delle ricerche di Amnesty International
24 aprile 2024 – Rapporto 2023-2024: momento spartiacque per il diritto internazionale
- Governi potenti riportano l’umanità a un’era priva di un’efficace supremazia del diritto internazionale e le popolazioni civili coinvolte nei conflitti ne pagano il prezzo più alto
- L’intelligenza artificiale, in rapido mutamento, è lasciata libera di creare terreno fertile per razzismo, discriminazione e divisione in un anno importante dal punto di vista elettorale
- Di fronte a tutto questo, c’è una mobilitazione popolare senza precedenti per chiedere protezione dei diritti umani e rispetto per la nostra comune umanità.
“Il nostro rapporto presenta un fosco quadro di repressione dei diritti umani e di prolifica violazione delle regole internazionali proprio mentre la disuguaglianza globale si acuisce, le superpotenze gareggiano per la supremazia e il cambiamento climatico è in aumento”.
Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International
22 aprile 2024 – La violenza mortale dei coloni israeliani
“La recente, spaventosa ondata di violenza dei coloni fa parte di una campagna, che va avanti da decenni ed è sostenuta dallo stato israeliano, per spossessare, sfollare e opprimere i palestinesi della Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est occupata, nell’ambito del sistema israeliano di apartheid. Le forze israeliane sono note per favorire la violenza dei coloni ed è oltraggioso che ancora una volta siano state a guardare e, in alcuni casi, abbiano preso parte a quegli attacchi brutali”.
Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord
19 aprile 2024 – Si chiude il caso Iuventa: il fatto non sussiste
“L’indagine e l’azione penale sono state un chiaro esempio di violazione da parte dell’Italia del dovere di proteggere i difensori dei diritti umani e assicurare che possano svolgere il proprio ruolo senza temere rappresaglie. Ne è prova l’attenzione che anche la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani ha dedicato all’udienza preliminare. Siamo quindi molto soddisfatti che il giudice abbia deciso per il non luogo a procedere nei confronti di tutti gli indagati”.
Elisa De Pieri, ricercatrice regionale di Amnesty International
17 aprile 2024 – Siria: nuovo rapporto su omicidi, torture e altre violazioni dei diritti umani
Oltre 56.000 persone poste in detenzione dopo la sconfitta territoriale del gruppo armato Stato islamico stanno subendo sistematiche violazioni dei diritti umani e muoiono in grandi numeri a causa delle condizioni inumane di detenzione nel nordest della Siria.
È quanto ha denunciato oggi Amnesty International in un nuovo rapporto, intitolato “Conseguenze. Ingiustizia, torture e morti in detenzione nel nordest della Siria”, in cui illustra come le autorità della regione autonoma siano responsabili della massiccia violazione dei diritti umani di oltre 56.000 persone da loro trattenute: 11.500 uomini, 14.500 donne e 30.000 minorenni detenuti in almeno 27 centri di detenzione e nei due campi di Al-Hol e Roj.
15 aprile 2024 – Disastroso impatto degli attacchi russi sulle infrastrutture energetiche dell’Ucraina
“Uno dei più devastanti attacchi della Russia contro l’infrastruttura energetica ucraina, in cui sono stati colpiti diversi impianti, ha causato interruzioni di corrente e ulteriori sofferenze alla popolazione civile. Attaccare deliberatamente obiettivi civili, come centrali elettriche e forniture di elettricità, causando danni così ingenti, è una violazione del diritto internazionale umanitario”.
Patrick Thompson, ricercatore di Amnesty International sull’Ucraina
12 aprile 2024 – Stop ai trasferimenti di armi a Israele e ai gruppi armati palestinesi
Oltre 250 le organizzazioni umanitarie e per i diritti umani* che hanno chiesto a tutti gli stati di porre immediatamente fine ai trasferimenti di armi, componenti e munizioni a Israele e ai gruppi armati palestinesi, in quanto vi è il rischio che siano usati per commettere o facilitare gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. I bombardamenti e l’assedio di Israele stanno privando la popolazione civile della Striscia di Gaza delle risorse indispensabili per sopravvivere e stanno rendendo inabitabile la Striscia. Attualmente, la popolazione civile di Gaza sta affrontando una crisi umanitaria di gravità e dimensione senza precedenti. A loro volta, gli attacchi condotti dai gruppi armati palestinesi hanno causato l’uccisione di circa 1200 civili e la cattura di ostaggi, israeliani e non, bambini compresi, oltre 130 dei quali tuttora trattenuti all’interno della Striscia di Gaza.
Notizia originariamente pubblicata il 24 gennaio 2024 e aggiornata il 12 aprile 2024
12 aprile 2024 – Sudan, un anno di conflitto
“Da un anno, la popolazione sudanese sta subendo le conseguenze degli scontri tra Fas e Fsr ma è abbandonata e ignorata. L’azione diplomatica non ha posto fine alle violazioni, non ha protetto i civili, non è riuscita a far arrivare sufficienti aiuti umanitari e non ha chiamato i responsabili di crimini di guerra a rispondere delle loro azioni”.
Tigere Chagutah, direttore di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale.
11 aprile 2024 – Cinque anni dall’arresto di Julian Assange
“Assange ha osato portare alla luce rivelazioni su presunti crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti d’America. È inaccettabile che gli siano stati rubati cinque anni di vita. È detenuto arbitrariamente nel Regno Unito per accuse politicamente motivate, mosse dagli Usa dopo che egli aveva rivelato le loro presunte malefatte. Invece di indagare in maniera esaustiva e trasparente sui loro presunti crimini di guerra, gli Usa hanno deciso di prendere di mira Assange per aver pubblicato informazioni che gli erano state fornite, peraltro di interesse pubblico. La persecuzione in corso ai suoi danni si fa beffa degli obblighi di diritto internazionale degli Usa e dei loro impegni in favore della libertà d’espressione”.
Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
10 aprile 2024 – Sri Lanka: la repressione delle proteste pacifiche
“Fin dall’inizio, la polizia dello Sri Lanka ha reagito alle proteste del 2022-2023 partendo dal presupposto che sarebbero state illegali e violente e che avrebbe dovuto usare la forza per reprimerle. La polizia non ha riconosciuto il diritto delle persone di protestare pacificamente e l’obbligo delle autorità di facilitare e proteggere le proteste. Invece, ha preso di mira, inseguito e picchiato manifestanti, per lo più pacifici”.
Smriti Singh, direttore di Amnesty International per l’Asia meridionale.
6 aprile 2024 – Ruanda: dopo 30 anni, la ricerca di giustizia per i crimini di genocidio è più urgente che mai
“I ritardi nella giustizia equivalgono a negare la stessa. La conferma della morte di molti tra i sospettati più ricercati per il genocidio, avvenuta prima che potessero andare incontro alla giustizia, nonché la sospensione a tempo indeterminato del processo di un altro imputato a causa di una demenza senile, evidenziano quanto sia importante perseverare per garantire giustizia ai sopravvissuti e ai familiari delle vittime in Ruanda”.
Tigere Chagutah, direttore di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale
5 aprile 2024 – Patto Ue su migrazione e asilo: aumenta il rischio di violazioni dei diritti umani
“È più che mai evidente che questo Patto farà regredire di decenni la legislazione europea in materia di asilo, esponendo molte più persone, in ogni fase del loro viaggio, a grandi sofferenze e al rischio di violazioni dei propri diritti umani”.
Eve Geddie, direttrice dell’Ufficio Istituzioni europee di Amnesty International
5 aprile 2024 – L’impatto delle armi meno letali sui manifestanti: il nuovo video
“Le armi meno letali, come i proiettili di gomma, i gas lacrimogeni e i manganelli, hanno causato decine di morti e migliaia di feriti in tutto il mondo, fra i quali persone che hanno riportato disabilità permanenti. Questo video illustra gli impatti devastanti derivanti dal loro uso improprio”.
Patrick Wilcken, ricercatore di Amnesty International su questioni di polizia, militari e di sicurezza
4 aprile 2024 – Iran: picco di esecuzioni nel 2023
Amnesty International ha sollecitato una forte azione internazionale per interrompere l’orribile impennata di esecuzioni che ha trasformato le prigioni dell’Iran in centri di uccisioni di massa. L’organizzazione per i diritti umani ha reso noto che lo scorso anno, nel paese, sono stati messi a morte 853 prigionieri, oltre la metà dei quali, almeno 481, per reati di droga.
Nel 2023 le autorità iraniane hanno intensificato l’uso della pena di morte per seminare la paura nella popolazione e aggrapparsi al potere all’indomani della rivolta “Donna Vita Libertà”. Inoltre, le letali politiche antidroga hanno avuto un impatto sproporzionato sulle comunità povere e marginalizzate. Il numero delle esecuzioni registrato nel 2023 è il più alto dal 2015 e segna un aumento del 48 per cento rispetto al 2022 e del 172 per cento rispetto al 2021. La carneficina sta proseguendo nel 2024, con almeno 95 condanne a morte eseguite alla data del 20 marzo.
3 aprile 2024 – Gaza: 13 Ong chiedono un’azione globale per proteggere i civili a Rafah
Trascorsa una settimana dall’approvazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza che chiedeva un immediato cessate il fuoco e giorni dopo che la Corte di giustizia internazionale ha emesso ulteriori misure cautelari nei confronti di Israele, 13 Ong umanitarie e per i diritti umani (*) hanno sollecitato gli stati ad agire urgentemente per ottenere l’applicazione dell’uno e delle altre e impedire crimini di atrocità a Rafah.
3 aprile 2024 – Al via la maratona per la libertà di stampa
In vista della Giornata mondiale della libertà di stampa, che si celebra ogni anno il 3 maggio, Amnesty International Italia ha dato il via a una maratona di firme della durata di 30 giorni per difendere il diritto alla libertà d’espressione e d’informazione di quattro giornalisti: Alberto Amaro Jordán (Messico), Maria Ponomarenko (Russia), Nidal al-Waheidi e Haitham Abdelwahed (Israele e Territori palestinesi occupati).
28 marzo 2024 – Bhopal: dopo 40 anni, ancora nessuna giustizia per le vittime del disastro chimico
“Il nostro rapporto, quasi 40 anni dopo la devastante fuoriuscita di gas di Bhopal, mostra come la Dow, unitamente alle azioni di autorità statunitensi e indiane, abbia creato una ‘zona di sacrificio’ in cui mezzo milione di persone, di generazione in generazione, sta patendo sofferenze. Questa catastrofe rimane qualcosa cui rimediare immediatamente e urgentemente in favore delle persone la cui salute è stata compromessa, dei loro figli nati con disabilità o di quelli che vengono avvelenati tuttora attraverso la contaminazione dell’acqua e del suolo”.
Mark Dummett, direttore del programma Imprese e diritti umani di Amnesty International
26 marzo 2024 – Assange resta nel limbo: la Corte riesaminerà il caso il 20 maggio
“Il verdetto odierno lascia Assange e tutti coloro che difendono la libertà di stampa in un limbo, ma la lotta continua. Invece di insistere ad andare avanti sul piano giudiziario, gli Usa dovrebbero annullare tutte le accuse nei confronti di Assange”.
Simon Crowther, consulente legale di Amnesty International
25 marzo 2024 – Attentato a Mosca: verità e giustizia per le vittime e stop alle torture degli indagati
“Porgiamo le nostre più profonde condoglianze alle vittime di questo odioso attacco e alle persone a loro care, che meritano giustizia. È necessario individuare mandanti e autori e accertare tutta la verità su quanto accaduto al Crocus City Hall e su cosa lo ha preceduto. Accanto agli orribili dettagli sul massacro che continuano ad arrivare, le autorità russe e i mezzi d’informazione stanno diffondendo immagini, che appaiono veritiere e che lasciano profondamente sgomenti, di torture ai danni delle persone indagate. Anziché accertare le responsabilità in nome delle vittime, la tortura serve solo a offuscare e a compromettere il percorso verso la verità e la giustizia. Il diritto a essere liberi dalla tortura e dagli altri maltrattamenti è assoluto e non prevede eccezioni. È un crimine a sua volta e va trattato come tale. Le vittime non otterranno giustizia se i responsabili delle atrocità non saranno sottoposti a procedure eque, in linea con gli standard internazionali”.
Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale
25 marzo 2024 – Approvata risoluzione Onu sul cessate il fuoco durante il Ramadan
“Una risoluzione attesa da tempo. Ora, per alleviare le perdite di vite umane e affrontare le sofferenze e le devastazioni di massa a Gaza, è fondamentale che sia attuata immediatamente e apra la strada a un cessate il fuoco definitivo”.
Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International
25 marzo 2024 – Arrestati i presunti mandanti dell’omicidio di Marielle Franco e Anderson Gomes
Il 24 marzo, a sei anni e dieci giorni dall’omicidio della difensora dei diritti umani brasiliana Marielle Franco e del suo autista Anderson Gomes, sono stati arrestati e posti in detenzione preventiva i tre presunti mandanti: Domingos Brazão, consigliere della Corte dei conti dello stato di Rio de Janeiro; suo fratello Chiquinho Brazão, eletto al parlamento federale; e Rivaldo Barbosa, all’epoca capo della Polizia civile di Rio de Janeiro.
Amnesty International Brasile, che ha seguito il caso dall’inizio, ritiene che gli arresti costituiscano un importante passo avanti verso il chiarimento dei due omicidi. Tuttavia, questo non significa che sia stata raggiunta la giustizia.
Preoccupa che, a oltre sei anni dai fatti, le autorità investigative brasiliane abbiano identificato solo tre autori del crimine (due ex agenti della Polizia militare e un vigile del fuoco) e, come mandanti, solo tre funzionari pubblici.
Gli omicidi di Marielle Franco e di Anderson Gomes, ricorda Amnesty International Brasile, sono stati altamente pianificati, coinvolgendo svariati attori. Ci sono state innumerevoli falle investigative, per non parlare dei tentativi di ostruire le indagini, che in molti casi hanno chiamato in causa pubblici ufficiali. Molte più persone devono essere chiamate a rispondere di fronte alla giustizia.
Le informazioni raccolte dalle autorità investigative lasciano intendere che i due omicidi possano essere stati legati agli interessi di gruppi paramilitari in fase di espansione, come le milizie, nella città di Rio de Janeiro.
Da questo punto di vista, Amnesty International Brasile sottolinea che non va dimenticato che la nascita e l’espansione del paramilitarismo dipendono da vari fattori, tra i quali le omissioni, la tolleranza e l’acquiescenza dello stato nonché l’impunità e la mancata risposta delle autorità statali alle deviazioni interne alle loro strutture.
22 marzo 2024 – Il Consiglio europeo chiede un cessate il fuoco a Gaza, ma non basta più
“Aspettavamo da tempo la richiesta di ieri di un cessate il fuoco, ma purtroppo non è sufficiente a rispondere agli orrori che i civili palestinesi hanno subito negli ultimi sei mesi. Più di 32.000 persone sono state uccise nella campagna militare spietata e indiscriminata portata avanti da Israele nella Striscia di Gaza; oltre 1000 bambini e bambine hanno subito amputazioni; interi quartieri e città sono state ridotte in macerie; il sistema sanitario è stato quasi interamente ridotto al collasso; un’imminente carestia, architettata da Israele, è alle porte…Tutto ciò si sarebbe potuto evitare se le parti in conflitto avessero già raggiunto un cessate il fuoco. A Gaza è in corso una catastrofe umanitaria causata dall’uomo e i responsabili devono rispondere di tutti i crimini di diritto internazionale che hanno commesso”.
Eve Geddie, direttrice dell’Ufficio Istituzioni europee di Amnesty International
20 marzo 2024 – Crisi ad Haiti: serve una condanna internazionale e soluzioni durature
“Questa crisi è il risultato di decenni di instabilità politica, di povertà estrema, di disastri naturali, di indebolimento delle istituzioni statali e di assenza di un impegno reale da parte della comunità internazionale, che hanno reso la popolazione haitiana vulnerabile alla violenza. Soluzioni militari e interventi esterni non hanno risolto le cause di fondo della crisi e, anziché favorire una stabilità duratura, hanno prodotto una serie di violazioni dei diritti umani rimaste impunite”.
Ana Piquer, direttrice di Amnesty International per le Americhe
19 marzo 2024 – Arabia Saudita: la bozza del primo codice penale è un manifesto per la repressione
“In Arabia Saudita, l’assenza di un codice penale scritto ha per lungo tempo generato violazioni sistematiche dei diritti umani e ingiustizie. Un primo codice scritto potrebbe rappresentare un’opportunità cruciale per le autorità dell’Arabia Saudita e trasformare il loro sistema di giustizia penale arbitrario in uno che rispetti i diritti umani. Tuttavia, la nostra analisi della bozza trapelata rivela che si tratta essenzialmente di un manifesto per la repressione, che consoliderebbe le violazioni dei diritti umani e sopprimerebbe le libertà”.
Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
18 marzo 2024 – Russia-Ucraina: 10 anni di soppressione delle identità non russe nella Crimea occupata
“La Russia ha cercato sistematicamente di sradicare le identità ucraina e tatara ostacolando, limitando o impedendo l’uso dell’ucraino e del tataro nell’istruzione, nel giornalismo, nelle celebrazioni nazionali e in altri contesti e stroncando le pratiche religiose e culturali che non si conformavano a quelle adottate da Mosca. Abbiamo anche denunciato il trasferimento forzato della popolazione locale dalla Crimea e quello di civili russi verso la penisola”,
Patrick Thompson, ricercatore di Amnesty International sull’Ucraina
16 marzo 2024 – Accordo Ue-Egitto: i diritti umani siano al centro delle cooperazioni
I leader dell’Unione europea cercano di rafforzare i loro legami con l’Egitto ma non devono rischiare di diventare complici delle gravi violazioni dei diritti umani in corso nel paese. Giornalisti e difensori dei diritti umani continuano ad andare incontro ad arresti, censura, divieti di viaggio, congelamento di beni e altre forme di persecuzione. Il tutto nel bel mezzo di un’implacabile repressione di ogni forma di dissenso”.
Eve Geddie, direttrice dell’Ufficio presso le Istituzioni europee di Amnesty International
14 marzo 2024 – L’AI Act approvato dall’Ue non fermerà le tecnologie illegali
“Sebbene l’approvazione delle prime norme a livello mondiale sullo sviluppo e l’implementazione delle tecnologie di intelligenza artificiale rappresenti un traguardo, è deludente che l’Unione europea e i suoi 27 stati membri abbiano scelto di dare priorità agli interessi dell’industria e delle forze di sicurezza, anziché alla tutela delle persone e dei loro diritti umani”.
Mher Hakobyan, consulente di Amnesty International su intelligenza artificiale e diritti umani
14 marzo 2024 – Italia: la Commissione affari esteri approva la risoluzione contro le violazioni dei diritti umani in Iran
Ieri, la Commissione affari esteri della Camera dei deputati ha approvato all’unanimità la risoluzione presentata da Laura Boldrini con cui impegna il governo a combattere la sistematica violazione dei diritti umani in Iran contro donne, ragazze, attiviste e attivisti e dissidenti politici.
La risoluzione è stata motivata dal recente rapporto di Amnesty International “Mi hanno stuprato con violenza”, che documenta l’uso sistematico e indiscriminato, da parte delle autorità iraniane, di stupro, violenze sessuali e torture come arma di repressione del movimento Donna Vita Libertà, ai danni di donne, uomini e perfino minori.
Con l’approvazione di tale risoluzione il governo si è impegnato a chiedere, tra le altre cose, l’immediata e incondizionata scarcerazione dei prigionieri di coscienza, tra cui lo scienziato di nazionalità svedese e iraniana Ahmadreza Djalali e il Premio Nobel per la pace Narges Mohammadi. Amnesty International Italia ribadisce l’urgenza di dare seguito immediato agli impegni assunti.
13 marzo 2024 – Gaza: 25 Ong chiedono un cessate il fuoco immediato e accesso agli aiuti via terra
Venticinque tra gruppi per i diritti umani e organizzazioni umanitarie presenti nella Striscia di Gaza* hanno ribadito che l’unico modo per rispondere alla crisi umanitaria senza precedenti è assicurare un cessate il fuoco immediato e permanente e l’accesso via terra completo, in sicurezza e privo di ostacoli degli aiuti umanitari.
11 marzo 2024 – Rischio di estradizione in Israele per cittadino palestinese residente in Italia
In una lettera inviata l’11 marzo al ministro della Giustizia Carlo Nordio, Amnesty International ha espresso profonda preoccupazione per il procedimento di estradizione verso Israele attualmente in corso nei confronti di Anan Ya’eesh, un cittadino originario di Tulkarem, nella Cisgiordania occupata, e legalmente residente in Italia.
Amnesty International ritiene che, a causa della natura sistematica della tortura e degli altri maltrattamenti nei confronti dei palestinesi condannati o in attesa di giudizio nelle carceri israeliane, se estradato Anan Ya’eesh rischierebbe di essere torturato o sottoposto ad altri maltrattamenti. Se autorizzata, l’estradizione di Anan Ya’eesh violerebbe dunque gli obblighi di diritto internazionale dell’Italia, in particolare il principio di non-refoulement (non respingimento), che sanciscono il divieto di trasferire una persona in un luogo dove rischierebbe concretamente di subire gravi violazioni dei diritti umani, quali sono la tortura e gli altri maltrattamenti.
Il divieto di tortura e di altri maltrattamenti e l’obbligo di non respingimento, ha sottolineato Amnesty International, sono assoluti e non consentono alcuna eccezione, neanche per motivi di sicurezza nazionale.
11 marzo 2024 – Caso Lombardo: la famiglia intende chiedere la riapertura delle indagini
La famiglia Lombardo – Galeani è intenzionata a chiedere la riapertura delle indagini affinché venga accertato cosa è successo la notte tra il 26 e il 27 ottobre 2019, quando Enrico Lombardo, 42 anni, muore durante un fermo dei carabinieri a Spadafora, provincia di Messina. A tal proposito serviranno nuovi elementi e fonti di prova.
Il 27 ottobre 2023 il Tribunale di Messina aveva dichiarato inammissibile il reclamo contro l’archiviazione delle indagini sulla morte di Enrico Lombardo presentato dalla famiglia e dal legale Pietro Pollicino. In seguito, Alessandra Galeani, ex moglie di Lombardo, insieme alla figlia Erika Lombardo e all’avvocato Pollicino, aveva presentato una richiesta di revoca di quell’ordinanza, che però è stata rigettata in data 23 novembre 2023, in quanto gli elementi erano stati già tutti valutati dal giudice per le indagini preliminari ed erano ritenuti ininfluenti ai fini di un processo.
Il giudice, dichiarando inammissibile il reclamo dei familiari e del loro legale, ha di fatto sospeso ulteriori approfondimenti sulle circostanze della morte di Enrico Lombardo. La famiglia Lombardo – Galeani continua invece a chiedere che sia fatta chiarezza su cosa sia successo quella notte. A Buon Diritto e Amnesty International Italia sostengono la richiesta di verità e giustizia.
11 marzo 2024 – Libia: a sei mesi dall’inondazione di Derna la giustizia è lontana
Sei mesi dopo la catastrofica inondazione di Derna – almeno 4352 morti, migliaia di scomparsi e quasi 45.000 sfollati – le autorità libiche non hanno ancora indagato sulle responsabilità di potenti attori militari e politici, né hanno garantito equi risarcimenti.
8 marzo 2024 – Sudan: Il blocco di internet minaccia l’accesso ai servizi umanitari e d’emergenza
“La persistente interruzione delle comunicazioni è inaccettabile e mette a rischio milioni di vite. Mentre milioni di fedeli musulmani si preparano a celebrare l’inizio del mese sacro di Ramadan, Amnesty International esige il pieno ripristino dei servizi di comunicazione in tutto il Sudan”.
Sarah Jackson, vicedirettrice di Amnesty International per l’Africa orientale e del sud
7 marzo 2024 – Messico, giornalisti uccisi mentre erano sotto la protezione dello stato
In Messico, negli ultimi sette anni, sono stati uccisi otto giornalisti che erano registrati presso il Meccanismo per la protezione dei difensori dei diritti umani e dei giornalisti.
6 marzo 2024 – Sorveglianza e sequestri di auto: così le autorità iraniane impongono il velo
“In un sinistro tentativo di abbattere la resistenza all’obbligo d’indossare il velo, nata sull’onda della rivolta Donna Vita Libertà, le autorità iraniane stanno terrorizzando le donne e le ragazze sottoponendole a costanti sorveglianze e controlli stradali, ostacolando la loro vita quotidiana e causando loro immenso stress mentale. Queste tattiche draconiane vanno dai sequestri di massa degli autoveicoli, ai controlli, ai posti di blocco, all’imposizione di pene inumane come le frustate o di periodi di carcere”.
Diana Eltahawy, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord
5 marzo 2024 – La Corte penale internazionale emette mandati d’arresto per due alti ufficiali russi
“Vi sono fondati motivi per ritenere che i due sospettati siano responsabili degli attacchi missilistici lanciati dalle forze sotto il loro comando contro l’infrastruttura elettrica dell’Ucraina da almeno il 10 ottobre 2022 fino ad almeno il 9 marzo 2023. Durante questo periodo c’è stata una campagna di attacchi contro numerose centrali e sottostazioni elettriche da parte delle forze armate russe in più località dell’Ucraina”.
Erika Guevara-Rosas, direttrice delle ricerche di Amnesty International
4 marzo 2024 – Francia, l’aborto è nella Costituzione
“Questo storico voto fa della Francia il primo stato al mondo ad aver inserito l’aborto nella sua Costituzione ed è di enorme significato, dati i passi indietro che il mondo sta facendo rispetto a quel diritto essenziale. Proteggere la libertà di accedere all’aborto è un importante muro eretto contro i sempre più infervorati movimenti ostili ai diritti umani”.
Agnés Callamard, Segretaria Generale di Amnesty International
1 marzo 2024 – 8 marzo: urgente una legge sul consenso per combattere la violenza di genere
“La violenza sessuale contro le donne è endemica e le definizioni basate sul consenso sono cruciali per garantire maggiore protezione e accesso alla giustizia, facilitare le segnalazioni e punire i responsabili. Continueremo a portare la nostra campagna nelle scuole e nelle piazze, oltre ad esercitare pressione sulle istituzioni italiane, affinché vengano abbattuti tutti gli stereotipi legati alla violenza di genere e sia chiaro il concetto che il consenso al rapporto sessuale si debba basare su un atto necessario e insostituibile: comunicare la propria volontà”.
Tina Marinari, Ufficio campagne di Amnesty International Italia
29 febbraio 2024 – Processo Iuventa: il pubblico ministero riconosce che le accuse dovrebbero essere ritirate
Oggi, durante il processo Iuventa, il pubblico ministero del tribunale di Trapani ha riconosciuto che le accuse contro i membri dell’equipaggio dovrebbero essere ritirate e chiesto che la motonave venga dissequestrata e restituita ai proprietari.
“Accogliamo con favore la buona notizia di oggi: il pubblico ministero del tribunale di Trapani ha chiesto l’archiviazione del caso contro tutti i membri dell’equipaggio della Iuventa e gli altri difensori dei diritti umani che avevano operato sulle navi di soccorso gestite da Medici Senza Frontiere e Save the Children. L’equipaggio della Iuventa ha affrontato sei anni e mezzo di procedimenti giudiziari con inalterata grazia e resilienza e siamo lieti che ci sia ora una nuova speranza che il caso venga finalmente archiviato”.
Elisa De Pieri, ricercatrice di Amnesty International
28 febbraio 2024 – Carovana solidale – Rafah: Gaza oltre il confine
Dal 3 al 6 marzo una delegazione di operatori e operatrici umanitari, 16 parlamentari, 13, giornaliste e giornaliste, accademici ed esperte di diritto internazionale si recherà in Egitto per raggiungere il valico di Rafah.
Si tratta di un’iniziativa promossa dall’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (Rete AOI), nell’ambito della campagna #EmergenzaGaza, in collaborazione con Amnesty International Italia, ARCI e Assopace Palestina.
27 febbraio 2024 – Ungheria: la Legge sulla propaganda ha seminato la paura nella comunità Lgbtqia+
“La Legge sulla propaganda ha creato un nugolo di paura e ha limitato l’accesso all’informazione, soprattutto ai danni dei giovani. Il timore di subire sanzioni sta frenando le persone dal fornire, cercare e ricevere informazioni sull’orientamento sessuale e l’identità di genere. La norma ha anche contribuito a rafforzare stereotipi negativi e attitudini discriminatorie nei confronti delle persone Lgbtqia+. Negli ultimi dieci anni le autorità ungheresi e gli organi d’informazione filo-governativi hanno portato avanti una campagna contro i diritti delle persone Lgbtqia+ usando retoriche stigmatizzanti e prendendo di mira coloro che, nella società civile, si battono per l’uguaglianza”
Esther Mihály, responsabile per i diritti delle persone Lgbtqia+ di Amnesty International Ungheria.
26 febbraio 2024 – Israele non consente l’arrivo di sufficienti aiuti umanitari a Gaza
“Israele non solo ha creato una delle peggiori crisi umanitarie del mondo ma sta anche mostrando una cinica indifferenza per il destino della popolazione di Gaza, creando quelle condizioni che secondo la Corte la pongono a rischio di genocidio. Ancora una volta, Israele non ha fatto il minimo passo, che le agenzie umanitarie sollecitano disperatamente e che sarebbe chiaramente in suo potere fare, per alleviare la sofferenza della popolazione civile di Gaza”
Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.
23 febbraio 2024 – A un anno da Cutro urgente un cambio delle politiche
A un anno dal naufragio, oltre alle responsabilità specifiche legali, è necessario ancora una volta evidenziare quelle politiche legate a leggi e prassi introdotte dai governi italiani che si sono succeduti e che hanno minato sempre di più l’integrità del sistema di ricerca e soccorso.
22 febbraio 2024 – Giustizia per l’Ucraina: la Russia deve rispondere dei crimini commessi dal 2014
“Non può esserci giustizia per la popolazione ucraina senza il completo accertamento delle responsabilità di tutti i crimini commessi dalla Russia a partire dal suo intervento militare nel 2014”.
21 febbraio 2024 – Gaza: stop ai trasferimenti di armi italiane a Israele e ai gruppi armati palestinesi
Amnesty International Italia, AOI, Oxfam, Rete Pace e Disarmo e Save the Children chiedono la conferma della sospensione anche per le spedizioni coperte dalle licenze precedenti alla decisione dell’8 ottobre, accolto con favore dal governo italiano, di non autorizzare l’export di armi in seguito al riacuirsi del conflitto.
20 febbraio 2024 – L’indagine della Commissione europea su TikTok mira a proteggere i minori
“Accogliamo positivamente la decisione della Commissione europea di avviare un’indagine su TikTok per la possibile violazione del Digital Service Act in quanto non protegge adeguatamente i minori e i giovani utenti. Le preoccupazioni riguardo alle implicazioni a lungo termine del colosso dei social media sulla salute mentale dei giovani rimangono inalterate”
Damini Satija, direttrice di Amnesty Tech
20 febbraio 2024 – Repubblica Democratica del Congo: le autorità proteggano e assistano i civili
“A causa del recente intensificarsi degli scontri nei pressi della città di Goma, migliaia di civili sono nuovamente intrappolati nel fuoco incrociato e disperatamente in cerca di aiuti umanitari. Tutte le parti coinvolte nel conflitti in corso nel Kivu Nord devono immediatamente porre fine agli attacchi deliberati e indiscriminati contro i civili e assicurare che questi vengano protetti e ricevano assistenza”.
Tigere Chagutah, direttore di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale
19 febbraio 2024 – Russia: brutale repressione delle commemorazioni di Navalny
“Le autorità russe stanno ricorrendo agli arresti arbitrari, all’uso eccessivo della forza e alle detenzioni illegali nei confronti di chi vuole unicamente commemorare Aleksei Navalny. Queste azioni non solo mostrano una clamorosa insensibilità ma costituiscono anche una evidente violazione dei diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica. Nella città di Surgut, Bakyt Karypbaev è stato sottoposto a maltrattamenti e torture in una stazione di polizia, dove è stato picchiato e gli è stata puntata una pistola alla tempia solo per aver deposto dei fiori”
Oleg Kozlovsky, ricercatore di Amnesty International sulla Russia
19 febbraio 2024 – Russia: leggi anti-terrorismo per reprimere i dissidenti
“Quello che stiamo notando oggi in Russia non è solo un uso spropositato della legge; le autorità strumentalizzano le leggi anti-terrorismo e anti-estremismo per soffocare il dissenso e tenere sotto controllo l’opinione pubblica in maniera allarmante e sconvolgente. Queste leggi, vaghe nella loro formulazione e arbitrarie nella loro applicazione, vengono utilizzate per zittire le voci critiche e infondere paura in coloro che hanno il coraggio di prendere la parola”
Oleg Kozlovsky, ricercatore di Amnesty International sulla Russia
19 febbraio 2024 – Israele deve porre fine all’occupazione della Palestina
“Quella israeliana della Palestina è la più lunga e una delle più mortali occupazioni militari al mondo. Da decenni è caratterizzata da massicce e sistematiche violazioni dei diritti umani contro i palestinesi. L’occupazione ha anche reso possibile e rafforzato il sistema israeliano di apartheid sulla popolazione palestinese”
Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International
19 febbraio 2024 – Rafah, Gaza: dichiarazione urgente
“Siamo sconvolti dai terribili sviluppi in corso a Rafah, la zona più popolata di Gaza dove un milione e 500.000 persone cercano un riparo non essendovene più altri: oltre mezzo milione sono bambini. Se Israele lancerà l’annunciata offensiva di terra, migliaia di civili verranno ulteriormente uccisi e l’attuale lento flusso di aiuti umanitari rischierà di interrompersi del tutto. Se questo piano militare non verrà fermato immediatamente, le conseguenze saranno catastrofiche“.
- Ana Alcalde, segretaria generale ad interim di ActionAid International;
- Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International;
- Charlotte Slente, segretaria generale del Danish Refugee Council:
- Manuel Patrouillard, CEO di Handicap International-Humanity & Inclusion;
- Amitabh Behar, direttore generale di Oxfam International;
- Rob Williams, CEO della War Child Alliance;
- Faris Arouri, direttore dell’Association for International Development Agencies
16 febbraio 2024 – Russia: morto in carcere il prigioniero di coscienza Aleksei Navalny
“Dopo essere stato avvelenato, ingiustamente imprigionato e torturato, Aleksei Navalny è deceduto, dopo 37 mesi di sofferenza dietro le sbarre, a seguito di un trasferimento in una delle carceri più remote e dure della Russia. Aleksei era un prigioniero di coscienza, detenuto solo per aver denunciato un governo repressivo. Navalny chiedeva libertà politica per sé e i suoi sostenitori; denunciava la corruzione e sfidava Putin. La sua morte è una testimonianza devastante e grave delle condizioni di vita sotto il regime oppressivo e repressivo del Cremlino. Ha pagato il prezzo più alto per aver espresso la propria opinione critica e per aver difeso la libertà d’espressione. Amnesty International è al fianco di tutti coloro che lottano per i diritti umani dentro e fuori i confini della Russia”.
Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International
15 febbraio 2024 – Ratifica parlamentare dell’accordo Italia-Albania: “Vergognosa e pericolosa”
Il Parlamento italiano ha appena dato il via libera a un accordo di detenzione che rischia di danneggiare migliaia di persone che verrebbero portate in Albania e detenute dopo il loro salvataggio in mare. In base all’accordo, le persone rimarrebbero sulle navi diversi giorni prima di raggiungere l’Albania. Questa distorsione delle regole di ricerca e salvataggio è pericolosa, mette a rischio vite umane e colpisce persone che si trovano già in condizioni di vulnerabilità a causa delle circostanze dei viaggi, segnando un capitolo vergognoso per l’Italia.
13 febbraio 2024 – Il giornalismo non è un reato: le iniziative per Assange alla vigilia dell’udienza decisiva
Il 20 e il 21 febbraio la Corte suprema di Londra deciderà se Julian Assange avrà ancora o meno la possibilità di ricorrere a qualche organo di giustizia britannico contro la richiesta di estradizione presentata dagli Stati Uniti. Se dovesse perdere l’appello, tutte le vie legali nel Regno Unito gli sarebbero concluse e dovrebbe presentare formale ricorso alla Corte europea dei diritti umani per opporsi all’estradizione.
12 febbraio 2024 – Nuove prove di attacchi illegali israeliani a Gaza: “Rischio concreto di genocidio”
Nuove prove di attacchi illegali e mortali nella Striscia di Gaza occupata, raccolte da Amnesty International, mostrano come le forze israeliane continuino a ignorare il diritto internazionale umanitario, cancellando famiglie intere nella completa impunità.
L’organizzazione per i diritti umani ha svolto un’indagine su quattro attacchi israeliani – tre nel dicembre 2023, dopo la fine della “pausa umanitaria”, e uno nel gennaio 2024 – che hanno ucciso almeno 95 civili, tra i quali 42 bambini. Gli attacchi hanno colpito il governatorato di Rafah, all’estremità meridionale della Striscia di Gaza e asseritamente la zona “più sicura”, dove tuttora le forze israeliane stanno accelerando i preparativi per un’operazione da terra, che avrà conseguenze devastanti per oltre un milione di persone stipate in un’area di 63 chilometri quadrati a seguito di successive ondate di sfollamenti di massa.
07 febbraio 2024 – India, le autorità smettano di demolire le proprietà dei musulmani
In due rapporti gemelli diffusi oggi, Amnesty International ha chiesto al governo dell’India di porre fine alle massicce e illegali demolizioni di abitazioni, negozi e luoghi di preghiera di persone di fede musulmana. I due rapporti mettono in luce il ruolo dell’azienda Jbc, che fornisce bulldozer e altri macchinari per eseguire le demolizioni.
06 febbraio 2024 – Unione europea, persa un’opportunità storica per contrastare la violenza di genere
Il Parlamento e il Consiglio dell’Unione europea hanno raggiunto l’accordo politico sulla Direttiva per contrastare la violenza sulle donne e la violenza domestica. Un accordo “profondamente deludente” per Eve Geddie, direttrice dell’ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee, che ha dichiarato quanto segue: “L’accordo di oggi è molto meno di quel passo avanti di dimensione storica nel contrasto alla violenza di genere per cui ci siamo battuti a lungo”.
06 febbraio 2024 – Azerbaigian: aumenta la repressione in vista delle elezioni
Alla vigilia delle elezioni presidenziali anticipate del 7 febbraio, Amnesty International denuncia l’aumento della repressione del diritto alla libertà d’espressione in Azerbaigian, con particolare riferimento a coloro che criticano il presidente in carica, e candidato, Ilham Aliyev.
05 febbraio 2024 – Israele: brutale campagna di violenza contro i palestinesi della Cisgiordania occupata
Negli ultimi quattro mesi, mentre il mondo era concentrato su quanto stava accadendo nella Striscia di Gaza, le forze israeliane hanno scatenato una brutale campagna di violenza contro i palestinesi della Cisgiordania occupata, compiendo uccisioni illegali, ricorrendo alla forza mortale senza necessità o in modo sproporzionato durante le protese o le incursioni e impedendo l’accesso ai soccorsi alle persone ferite.
05 febbraio 2024 – Sospendere i fondi a Unrwa significa mettere a repentaglio la vita di 5.9 milioni di persone
Le Organizzazioni della società civile italiana (OSC) raggruppate nelle reti AOI e CINI, la Piattaforma delle OSC italiane in Medio Oriente e Mediterraneo, Amnesty International, Assopace Palestina esprimono forte preoccupazione per la pesante crisi umanitaria che si sa perpetrando a Gaza da oltre 100 giorni, ora aggravata altresì dalla sospensione da parte di molti paesi inclusa l’Italia, dei fondi destinati all’agenzia delle Nazioni Unite Unrwa, che dal 1949 si occupa di fornire assistenza ai rifugiati palestinesi: oggi 5.9 milioni di persone tra Territori palestinesi occupati, Giordania, Libano e Siria. In questi territori Unrwa gestisce 58 campi di rifugiati, con 706 scuole frequentate da oltre 543.000 bambine e bambini, ragazze e ragazzi; 140 presidi sanitari che effettuano 7 milioni di visite mediche di base ogni anno, a cui si aggiungono 113 centri di servizi per le donne, senza calcolare le iniziative di supporto economico alle famiglie. I dipendenti di Unrwa sono circa 30.000.
02 febbraio 2024 – Premio “Sport e diritti umani”: aperte le segnalazioni per l’edizione 2024
Ha preso il via la sesta edizione del premio “Sport e diritti umani”, promosso e conferito da Amnesty International Italia e Sport4Society. Il premio è nato con l’obiettivo di diffondere e promuovere la cultura dei diritti umani attraverso lo sport, riconoscendo e rendendo noti gesti, simbolici o concreti, nell’ambiente sportivo. Fino al 31 marzo 2024 sarà possibile segnalare all’indirizzo info@sportedirittiumani.it un/un’atleta, una squadra o un gruppo sportivo, professionisti e non, che nel corso del 2023 si siano resi protagonisti in Italia di un gesto pubblico, di una presa di posizione, di un’azione coerente coi valori positivi dello sport.
Le candidature saranno selezionate da Amnesty International Italia e Sport4Society e proposte, per la scelta finale, alla giuria del premio presieduta da Riccardo Cucchi e di cui fanno parte esponenti delle due associazioni, giornalisti sportivi e personalità di rilievo del mondo dello sport.
Nelle passate edizioni, il premio è stato conferito al cestista Pietro Aradori nel 2019, al Pescara Calcio nel 2020, al calciatore Claudio Marchisio nel 2021, alla ciclista Alessandra Cappellotto nel 2022 e alla calciatrice Natali Shaheen nel 2023. Nell’edizione 2023, inoltre, è stato assegnato un riconoscimento speciale a Gary Lineker.
31 gennaio 2024 – Myanmar, terzo anniversario del colpo di stato
Alla vigilia del terzo anniversario del colpo di stato del 1° febbraio 2021, Amnesty International ha denunciato che, nonostante le sanzioni, l’esercito di Myanmar sta ricorrendo a nuove tattiche per continuare a importare carburante per compiere attacchi aerei che causano morti e feriti.
30 gennaio 2023 – Gli stati che hanno sospeso i fondi all’Unrwa annullino la loro decisione
“È profondamente sconcertante – anzi, disumano – che diversi governi abbiano preso decisioni che causeranno ulteriori sofferenze a più di due milioni di palestinesi, già esposti al rischio di genocidio e a una carestia pianificata, solo pochi giorni dopo che la Corte internazionale di giustizia ha concluso che la sopravvivenza dei palestinesi a Gaza è a rischio. È particolarmente sconvolgente che tali azioni siano state intraprese a seguito di accuse riguardanti 12 su un totale di 30.000 dipendenti dell’Unrwa. Le accuse riguardanti il coinvolgimento di dipendenti dell’Unrwa negli attacchi del 7 ottobre sono gravi e devono essere oggetto di un’indagine indipendente; chiunque sia implicato in modo sufficientemente accertato deve essere sottoposto a processi equi. Tuttavia, le presunte azioni di alcuni individui non devono essere utilizzate come pretesto per interrompere l’assistenza vitale in quella che potrebbe configurarsi come una forma di punizione collettiva”
Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International
29 gennaio 2024 – Quattro curdi impiccati dopo un processo farsa e accuse infondate
“In Iran c’è stata l’ennesima alba di sangue: le autorità si vendicano dei crimini israeliani a Gaza mettendo a morte loro cittadini accusati di spionaggio per Israele”. Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ha commentato l’impiccagione, avvenuta questa mattina all’alba, di quattro prigionieri curdi nella prigione di Karaj.
Mohsen Mazloum, Pejman Fatehi, Vafa Azarbar ed Hezir Faramanzi erano stati arrestati il 22 giugno 2021 e accusati di “inimicizia contro Dio” e spionaggio in favore di Israele. Dopo mesi di isolamento, seguendo una prassi consolidata, gli organi d’informazione di stato avevano diffuso i video delle loro “confessioni” forzate. Per tutta la durata della detenzione, i quattro prigionieri non hanno potuto incontrare i loro avvocati. I familiari hanno potuto vederli, per un ultimo saluto, solo un giorno prima dell’esecuzione.
“Siamo sempre più preoccupati per la sorte di un altro condannato a morte per l’assurda accusa di spionaggio in favore di Israele: Ahmadreza Djalali, con passaporto svedese che ha svolto ricerca presso l’Università del Piemonte Orientale, nel braccio della morte dal 2017″, ha sottolineato Noury.
27 gennaio 2024 – Giornata della Memoria: lezione appresa solo in parte
In occasione del 79° anniversario dell’apertura dei cancelli di Auschwitz, la presidente di Amnesty International Italia Alba Bonetti ha diffuso questa dichiarazione:
“La Giornata della Memoria sta lì a ricordarci, quasi 80 anni dopo, il peggio del secolo passato. Qualcosa di irripetibile, che spinse la comunità internazionale di allora a immaginare e attuare strumenti per impedire che quell’orrore si verificasse ancora. Il ‘mai più’ ispirò la Dichiarazione universale e questa ha ispirato trattati e meccanismi, giudiziari e non, per prevenire i più gravi crimini di diritto internazionale”.
“Dire che ciò abbia avuto successo sarebbe ipocrita. La lezione è stata appresa solo in parte: odio, deumanizzazione e volontà di distruzione caratterizzano i conflitti del nostro tempo, dalle guerre più note a quelle dimenticate. Sta ai movimenti della società civile, alle organizzazioni per i diritti umani ricordare cos’è stato il nazifascismo e cosa ha prodotto e riattualizzare, a partire dalle scuole, quel ‘mai più’ di otto decenni fa”.
26 gennaio 2024 – Israele deve rispettare la decisione della Corte internazionale di giustizia
La decisione odierna della Corte internazionale di giustizia di emanare misure cautelari in risposta alla denuncia di genocidio presentata dal Sudafrica contro Israele, rappresenta un passo significativo che potrebbe contribuire a salvaguardare la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza occupata, evitandole ulteriori sofferenze e danni irreparabili.
“La decisione di oggi è un autorevole richiamo al ruolo cruciale del diritto internazionale nella prevenzione del genocidio e nella tutela di tutte le vittime di crimini atroci. Invia un chiaro messaggio che il mondo non rimarrà in silenzio mentre Israele intraprende una spietata campagna militare per decimare la popolazione della Striscia di Gaza e scatenare morte, orrore e sofferenze contro i palestinesi su una scala senza precedenti” ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
26 gennaio 2024 – L’Unione europea deve approvare una direttiva solida per contrastare la violenza contro le donne
Nel corso delle trattative finali per la direttiva dell’Unione europea sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica (COM/2022/105), Amnesty International e altre 11 organizzazioni per i diritti umani e della società civile hanno inviato una lettera aperta ai negoziatori della presidenza belga del consiglio dell’Unione europea, agli stati membri, al Parlamento europeo e alla Commissione europea.
26 gennaio 2024 – Messo a morte con l’azoto in Alabama il 58enne Kenneth Eugene Smith
Kenneth Eugene Smith è stato il primo statunitense messo a morte, questa notte in Alabama, mediante il metodo dell’ipossia da azoto.
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ha dichiarato:
“Premesso che nessun metodo di esecuzione è indolore o incruento, qui è stato raggiunto un livello peggiore. Smith è stato una cavia su cui è stato testato un nuovo metodo che, inspiegabilmente, la Corte suprema non ha considerato incostituzionale ai sensi dell’Ottavo emendamento, che vieta le pene crudeli. Pompare azoto per molti minuti per togliere ossigeno è una cosa terribile, una sofferenza atroce. Sembra quasi che la Corte abbia deciso di vedere come andava a finire con Smith per poi, eventualmente, vietare esecuzioni successive. Un esperimento nell’esperimento, dunque”.
“Dopo l’annullamento della prima condanna a morte, Smith era stato nuovamente condannato alla pena capitale su decisione del giudice che aveva ignorato il parere, 11 contro uno, della giuria favorevole a salvarlo: una prassi poi messa fuorilegge ma non retroattiva. Ma non basta: 14 mesi fa era stato immobilizzato su un letto per diverse ore mentre invano gli addetti all’esecuzione cercavano una vena per l’iniezione letale”.
“L’Alabama ha introdotto il metodo dell’ipossia da azoto nel 2018, così come Oklahoma e Mississippi. Gli scienziati hanno preso la parola contro questa pratica, hanno letto la procedura e hanno confermato che si tratta di un metodo di esecuzione crudele. Gli esperti delle Nazioni Unite lo hanno equiparato alla tortura. Del resto, non viene usato per abbattere gli animali. Ma per le autorità dell’Alabama è andato tutto bene”.
25 gennaio 2024 – Usa: vite distrutte dall’inquinamento dell’industria petrolchimica
Amnesty International ha pubblicato oggi un nuovo rapporto, dal titolo Il prezzo degli affari? L’inquinamento tossico dell’industria petrolchimica negli Stati Uniti d’America, che descrive nel dettaglio i danni connessi all’inquinamento tossico proveniente da centinaia di impianti petrolchimici e di combustibili fossili lungo lo Houston Ship Channel in Texas; il rapporto esamina inoltre le emissioni e i registri di sicurezza di quattro stabilimenti industriali appartenenti a società multinazionali.
24 gennaio 2024 – Stop ai trasferimenti di armi a Israele e ai gruppi armati palestinesi
Mettere immediatamente fine ai trasferimenti di armi, componenti e munizioni a Israele e ai gruppi armati palestinesi, dato il rischio che siano usati per commettere o facilitare gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. È l’appello lanciato oggi alla comunità internazionale da 16 organizzazioni umanitarie e per i diritti umani, tra cui Amnesty International, Oxfam e Save the Children.
24 gennaio 2024 – Altre due esecuzioni in Iran
L’esecuzione di due prigionieri in Iran, al termine di processi clamorosamente irregolari, ha segnato un nuovo picco di crudeltà da parte delle autorità iraniane.
All’alba del 23 gennaio è stato impiccato Mohammad Ghobadlou, un manifestante di 23 anni con disabilità mentale, a seguito di un processo e di una sentenza avvolte dal segreto. Lo stesso giorno è stato messo a morte Farhad Salimi, appartenente alla minoranza curda, la cui richiesta di un nuovo processo era stata ignorata per un decennio
23 gennaio 2023 – Alabama, Usa: fermare la crudele esecuzione di Kenneth Smith
È prevista il 25 gennaio, nello stato dell’Alabama, l’esecuzione di una condanna a morte, quella di Kenneth Smith, mediante un metodo mai sperimentato: l’ipossia da azoto.
Smith era già sopravvissuto a un tentativo di esecuzione, 14 mesi fa, quando col tradizionale metodo dell’iniezione letale il personale medico, per lungo tempo, non era riuscito a trovare una vena in cui inserire l’ago. Smith è stato condannato a morte poiché il giudice del processo aveva ribaltato la decisione della giuria, che non aveva chiesto la pena capitale: una prassi messa fuori legge nel 2017 ma senza retroattività.
L’esecuzione di Smith tramite un metodo mai provato potrebbe essere estremamente dolorosa e costituire tortura o altro trattamento o punizione crudele, inumana e degradante, in violazione di norme internazionali ratificate dagli Usa
Amnesty International ha pertanto chiesto alla governatrice dell’Alabama di esercitare il suo potere di clemenza per fermare l’esecuzione di Smith e di collaborare con gli organi legislativi dello stato perché sia approvata ed entri poi in vigore la proposta di legge 27, sulla retroattività dell’annullamento della prassi per cui Smith venne condannato a morte e di cui potrebbe beneficiare un altro detenuto in attesa di esecuzione, Rocky Myers.
19 gennaio 2024 – Italia: il Ddl contro gli attivisti climatici è legge
Criminalizzare l’attivismo e la disobbedienza civile e quindi il diritto di protesta, peraltro concentrando l’attenzione su uno specifico gruppo e specifiche vertenze, cercando di eroderne gli spazi attraverso leggi draconiane che hanno il chiaro scopo di porre pene esemplari per “spaventare” le persone che vorrebbero protestare con modalità più radicali, è un atteggiamento che non permette di realizzare e implementare il diritto di protesta, ponendo quindi barriere improprie al godimento di questo diritto.
19 gennaio 2024 – Ratifica del protocollo Italia-Albania: “Conseguenze negative sui diritti umani”
“L’attuazione del protocollo avrà innumerevoli conseguenze negative sui diritti umani. In particolare, sul sistema di ricerca e soccorso in mare, sul diritto di asilo e sulle garanzie procedurali a difesa delle persone in condizioni di vulnerabilità, nonché sulla libertà personale delle persone richiedenti asilo e migranti”
Anneliese Baldaccini, responsabile Relazioni istituzionali di Amnesty International – Italia
18 gennaio 2024 – L’Europa fermi i rimpatri in Russia di rifugiati e richiedenti asilo del Caucaso del Nord
“È scandaloso che, nonostante abbiano dichiarato di aver sospeso ogni forma di cooperazione giudiziaria con la Russia, a seguito della sua invasione dell’Ucraina, diversi stati europei stiano minacciando di rimandare persone nel Caucaso del Nord, esattamente nei luoghi dai quali erano fuggite a causa della persecuzione. Gli stati europei devono riconoscere che molte di queste persone, in caso di rimpatrio, rischierebbero arresti, rapimenti, maltrattamenti e torture, nonché l’arruolamento forzato”
Nils Muiznieks, direttore di Amnesty International per l’Europa
18 gennaio 2024 – Ilaria Salis: il governo si adoperi per il rispetto dei suoi diritti
Amnesty International Italia ha scritto alla presidente del Consiglio Meloni, al vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri Tajani, al ministro della Giustizia Nordio e, per conoscenza, all’ambasciatore italiano in Ungheria Jacoangeli sollevando una serie di preoccupazioni riguardo alla situazione di Ilaria Salis, in detenzione preventiva nel carcere di massima sicurezza di Budapest da febbraio 2023.
L’organizzazione per i diritti umani ha sottolineato le condizioni degradanti in cui è detenuta Ilaria Salis, riferite dai suoi familiari e dai suoi legali, e ha evidenziato come la mancanza di traduzione di una parte degli atti processuali e di accesso ai video depositati come prove incriminanti violino il diritto, internazionalmente riconosciuto, a un processo equo.
Nella lettera al governo, Amnesty International Italia ricorda come i legali di Ilaria Salis abbiano ripetutamente presentato istanza per chiedere che le misure cautelari fossero svolte nello stato di residenza dell’imputata, in ottemperanza alla Decisione quadro 2009/829/GAI del Consiglio: tali richieste, mai sostenute dall’ambasciata italiana a Budapest, sono state respinte dalla magistratura ungherese.
Amnesty International Italia chiede pertanto al governo Meloni di “intraprendere ogni azione possibile per garantire i diritti fondamentali a Ilaria Salis e a rispondere con la massima solerzia alle richieste dei legali e della famiglia di adoperarsi per consentire che abbia luogo un processo in Italia”.
16 gennaio 2024 – Supercoppa italiana in Arabia Saudita
“Il calcio non può rinunciare ai valori, vendere la passione dei tifosi e se stesso, in cambio di soldi. Se lo fa minaccia la sua stessa identità di sport per trasformarsi in strumento di un processo di cancellazione della realtà. Una realtà che, in Arabia Saudita, è violazione dei diritti umani, violenza e totalitarismo”.
Riccardo Cucchi, giornalista, scrittore e presidente del premio Sport e diritti umani
12 gennaio 2024 – Argentina: l’Italia rifiuta la richiesta di estradizione di don Franco Reverberi
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha rifiutato l’estradizione di don Franco Reverberi, ricercato per crimini contro l’umanità dall’Argentina, lo stato in un cui centro di detenzione, durante la dittatura militare, aveva svolto la funzione di cappellano. La richiesta di estradizione dell’Argentina era stata già rigettata dall’Italia nel 2013 perché i reati di cui era accusato, imprescrittibili in quel paese, in Italia erano prescritti. In seguito la richiesta di estradizione era stata modificata e ripresentata, ottenendo lo scorso anno il parere positivo della giustizia italiana, fino alla Corte di cassazione.
“Dopo tutto questo tempo, secondo il ministro Nordio, don Reverberi è in età avanzata, ha il cuore debole e la probabilità di non tornare più in Italia sarebbe fonte di uno stress eccessivo. Giustizia ritardata, giustizia negata come si dice. Don Reverberi non dovrà rendere conto a nessuno”, ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
10 gennaio 2024 – Accusa di genocidio a Israele: al via le udienze alla Corte internazionale di giustizia
Il procedimento avviato dalla Corte internazionale di giustizia sulla denuncia del Sudafrica circa la violazione, da parte di Israele, dei suoi obblighi ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio, potrebbe contribuire a proteggere i civili palestinesi, porre fine alla catastrofe umanitaria nella Striscia di Gaza occupata e offrire un po’ di speranza per la giustizia internazionale.
“In attesa di una sentenza finale della Corte internazionale di giustizia che dichiari se il crimine di genocidio e altri crimini di diritto internazionale siano stati o meno commessi, un ordine urgente di attuare misure provvisorie sarebbe uno strumento importante per evitare ulteriori morti, distruzioni e sofferenze dei civili e servirebbe a segnalare ad altri stati che non devono contribuire al compimento di gravi crimini contro i palestinesi”
Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International
20 dicembre 2023 – Gaza: necessarie indagini urgenti sui trattamenti inumani e le sparizioni forzate di detenuti palestinesi
“Tutte le persone detenute devono essere trattate umanamente e devono vedersi garantito il diritto a un processo equo. Tutti coloro che sono detenuti arbitrariamente devono essere rimessi in libertà. Il drammatico livello d’impunità di cui godono le forze israeliane per le violazioni dei diritti umani da loro commesse sottolinea l’urgente bisogno di un’efficace indagine internazionale su tutti i decessi in custodia, sulle denunce di sparizioni forzate nonché di torture e maltrattamenti dei palestinesi di Gaza”
Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord
20 dicembre 2023 – Accordo sul Patto Ue migrazione e asilo: un’ondata di sofferenza alle frontiere
“Questo accordo farà regredire di decenni la legislazione europea in materia di asilo. Il suo esito più probabile sarà un aumento della sofferenza umana, in ogni fase del viaggio intrapreso in cerca di asilo nell’Unione europea. Dal modo in cui le persone verranno trattate dai paesi extra Unione europea, al loro accesso all’asilo e all’assistenza legale alle frontiere europee, fino all’accoglienza all’interno dell’Unione europea, questo accordo è progettato per rendere più difficile l’accesso alla sicurezza”.
Eve Geddie, direttrice dell’Ufficio Istituzioni europee di Amnesty International
15 dicembre 2023 – Giornata di azione globale per un “cessate il fuoco” nei Territori palestinesi occupati e in Israele
Il 18 dicembre associazioni e organizzazioni della società civile di tutto il mondo si mobiliteranno nuovamente per una giornata di azione globale, con l’obiettivo di chiedere ai leader politici e alle istituzioni un “cessate il fuoco” permanente nei Territori palestinesi occupati e in Israele.
14 dicembre 2023 – Grecia: sei mesi dopo il naufragio di Pylos, giustizia ancora assente
Secondo Amnesty International e Human Rights Watch, le indagini ufficiali sulle accuse credibili per cui azioni e omissioni della Guardia costiera greca avrebbero contribuito, sei mesi fa, alla catastrofica perdita di vite umane seguita al naufragio di Pylos, hanno fatto ben pochi passi avanti.
“Quasi 10 anni dopo il mortale naufragio di Farmakonisi, la risposta delle autorità greche alla tragedia di Pylos è un test decisivo per determinare la loro volontà di indagare sulle violazioni dei diritti umani ai danni di persone razzializzate ai confini dello stato. La Grecia deve assicurare che i sopravvissuti e le famiglie delle centinaia di vittime possano partecipare al massimo livello possibile, in sicurezza e con efficacia, ai procedimenti in corso e devono altresì garantire che le indagini siano condotte in modo tempestivo, garantendo la completezza e l’integrità delle prove ammesse”
Adriana Tidona, ricercatrice di Amnesty International sulle migrazioni
13 dicembre 2023 – Diritti umani e corretta informazione: firmato con Fnsi un protocollo di intesa
Amnesty International Italia e Federazione nazionale della Stampa italiana hanno firmato oggi a Roma un protocollo di intesa per lo sviluppo di progetti comuni finalizzati a diffondere la cultura dei diritti umani, della trasparenza e della corretta informazione e a contrastare disinformazione e linguaggio d’odio.
12 dicembre 2023 – Russia, timore per il prigioniero di coscienza Aleksei Navalny
Aleksei Navalny, attivista politico russo e prigioniero di coscienza non è più ufficialmente registrato nel penitenziario in cui stava scontando una condanna ingiusta a 19 anni di carcere. Attualmente il suo destino e il luogo in cui si trova sono sconosciuti.
“Come se avvelenamento, prigionia e condizioni disumane di detenzione non fossero stati abbastanza, ora Aleksei Navalny potrebbe essere vittima di sparizione forzata. Nella sua risolutezza nel reprimere le critiche, il Cremlino non si fermerà davanti a nessun ostacolo”.
Denis Krivosheev, vicedirettore per l’Europa e l’Asia centrale di Amnesty International
12 dicembre 2023: Emirati Arabi Uniti: nuovo vergognoso processo di massa contro i dissidenti
“Avviare udienze per un nuovo processo di massa durante quella che è stata dichiarata come ‘la Cop più inclusiva di sempre’ è uno sconcertante atto di disprezzo nei confronti dei diritti umani da parte delle autorità emiratine. Il tempismo sembra studiato appositamente per lanciare un messaggio inequivocabile al mondo intero: nessuna forma di dissenso pacifico sarà tollerata e le autorità non hanno nessuna intenzione di migliorare la precaria situazione dei diritti nel paese”.
Aya Majzoub, direttrice per il Medio Oriente e l’Africa del Nord di Amnesty International
11 dicembre 2023 – Ucraina: l’aggressione russa continua a limitare l’istruzione
Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, coloro che vivono sotto l’occupazione russa rischiano brutali rappresaglie se cercano di continuare a seguire i programmi scolastici ucraini. Alcuni genitori scelgono di nascondere i loro figli per evitare che vengano portati negli istituti per la “rieducazione”, adottati in Russia od obbligati a iscriversi alle scuole che seguono i programmi russi.
10 dicembre 2023 – Sfide e trionfi: la Dichiarazione universale dei diritti umani compie 75 anni
La Dichiarazione rappresenta fiducia e ispirazione. È una testimonianza vivente che una visione globale per i diritti umani è possibile, fattibile e realizzabile ed è per questo che celebriamo coloro che hanno usato la Dichiarazione per modellare il corso della storia.
9 dicembre 2023 – Il veto Usa alla risoluzione sul cessate il fuoco è spietato
Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International, ha così commentato il veto posto dagli Usa al testo della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per un immediato cessate il fuoco nei Territori palestinesi occupati e in Israele:
“Col loro veto, gli Usa hanno mostrato uno spietato disprezzo per le sofferenze dei civili di fronte a uno sconvolgente numero di vittime, alla vasta distruzione e a una catastrofe umanitaria senza precedenti in corso nella Striscia di Gaza occupata”.
7 dicembre 2023 – Gli attacchi israeliani contro i giornalisti nel sud del Libano siano indagati come crimini di guerra
Gli attacchi israeliani del 13 ottobre contro un gruppo di sette giornalisti nel sud del Libano, che hanno causato la morte del giornalista dell’agenzia Reuters Issam Abdallah e il ferimento di altri sei colleghi, sono stati attacchi diretti contro i civili e in quanto tali devono essere indagati come crimini di guerra.
“Dalla nostra indagine sono emerse inquietanti prove di attacchi a un gruppo di giornalisti internazionali che stavano svolgendo il loro lavoro, documentando il conflitto. Gli attacchi diretti ai civili e gli attacchi indiscriminati contro obiettivi civili sono assolutamente vietati dal diritto internazionale umanitario e possono costituire crimini di guerra”, ha dichiarato Aya Majzoub, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.
4 dicembre 2023 – Al Campidoglio con 250 studenti per il 75° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani
Amnesty International Italia ha celebrato oggi il 75° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, che ricorrerà domenica 10 dicembre, presso il Campidoglio, riunendo 250 studenti delle scuole secondarie di primo grado e delle scuole primarie della l.C. Via delle Carine Roma.
1 dicembre 2023: Un cessate il fuoco per porre fine a bagni di sangue e sofferenze di massa
A seguito della ripresa degli attacchi israeliani contro la Striscia di Gaza occupata e del lancio di razzi da parte di gruppi armati palestinesi contro il sud d’Israele, con la conseguente fine della tregua di sette giorni, Amnesty International ha ribadito la necessità di un immediato e duraturo cessate il fuoco ad opera di tutte le parti in conflitto.
1 dicembre 2023: Invasione russa in Ucraina: l’impatto sulle persone con disabilità
In Ucraina, mentre l’invasione russa perdura, le persone anziane con disabilità sfollate non riescono, né fisicamente né economicamente, a ottenere cure e alloggi adeguati; in alcuni casi, non hanno alternativa se non finire nelle strutture assistenziali statali. È quanto ha dichiarato oggi Amnesty International, in un nuovo rapporto reso pubblico in vista della Giornata internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre.
30 novembre 2023: Malta, incriminati “i tre della El Hiblu”
Il procuratore generale di Malta ha incriminato tre giovani richiedenti asilo dell’Africa occidentale, conosciuti come “i tre della El Hiblu”, per aver cercato di impedire che l’equipaggio della nave che, nel 2019, li aveva soccorsi in mare li riportasse illegalmente in Libia.
29 novembre 2023: Cop28 – difendere i diritti umani, facendo pressione sugli Emirati Arabi Uniti
In occasione della partecipazione di Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, alla Conferenza annuale delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Cop28) negli Emirati Arabi Uniti, l’organizzazione per i diritti umani ha esortato tutti i leader presenti a porre al centro della discussione i diritti umani. Tale impegno dovrebbe concretizzarsi tramite un accordo sull’immediata eliminazione dei combustibili fossili, garantendo la partecipazione libera della società civile ed esercitando pressioni sul governo emiratino per la liberazione di tutti i dissidenti attualmente in carcere.
28 novembre 2023: Le restrizioni dei donatori Ue discriminano la società civile palestinese
Amnesty International e altre 95 organizzazioni hanno reso pubblica una lettera inviata all’Unione europea e ai suoi stati membri, in cui esprimono preoccupazione per gli annunci della Commissione europea e di alcuni stati che ne fanno parte di limitare i finanziamenti alle organizzazioni palestinesi per i diritti umani: provvedimenti discriminatori che avrebbero un impatto negativo sulla situazione dei diritti umani e minerebbero ulteriormente la credibilità di un’Unione europea auto-proclamatasi campione dei diritti umani.
23 novembre 2023: Egitto – si avvicinano le elezioni presidenziali e aumenta la repressione
In vista delle elezioni presidenziali, in programma dal 10 al 12 dicembre, le autorità egiziane hanno intensificato la repressione contro dissidenti e manifestanti pacifici, impedendo anche la candidatura di un esponente dell’opposizione.
22 novembre 2023: Israele – TPO: l’accordo per la liberazione di ostaggi e prigionieri non basta
La notizia della liberazione di almeno 50 ostaggi detenuti da Hamas e altri gruppi armati palestinesi, insieme a 150 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, è un sollievo per tutte le persone coinvolte e per le loro famiglie. Tuttavia, è necessario fare molto di più per far fronte alla sofferenza e alle ingiustizie in corso.
20 novembre 2023: Il Protocollo Italia-Albania è illegittimo e va revocato
Il Tavolo Asilo e Immigrazione (TAI) chiede che il Protocollo Italia-Albania venga revocato e presenterà, insieme ad altre reti e organizzazioni, nella conferenza stampa convocata per domani, un documento di analisi critica nel quale si spiegano i diversi profili di illegittimità.
20 novembre 2023: Nessun luogo di Gaza è sicuro: una nuova ricerca
Le forze israeliane hanno dimostrato ancora una volta un’agghiacciante indifferenza per il catastrofico numero di vittime civili dei loro incessanti bombardamenti sulla Striscia di Gaza occupata. Lo ha dichiarato oggi Amnesty International, rendendo nota una nuova indagine sulle violazioni delle leggi di guerra da parte di Israele, relativa a due attacchi che hanno causato 46 vittime civili tra cui 20 bambini, il più piccolo dei quali di soli tre mesi, e una donna ottantenne.
20 novembre 2023: Fermare la strage di bambine e bambini a Gaza.
Lunedì 20 novembre come ogni anno si celebra la giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, occasione in cui ci si interroga sugli sforzi internazionali e le azioni intraprese per garantire ai bambini e alle bambine i diritti fondamentali come quello alla vita, alla famiglia, alla salute, alla protezione da ogni forma di abuso e sfruttamento, al gioco e allo svago.
IL PORTAVOCE DI AMNESTY ITALIA
Riccardo Noury è dal 2003 portavoce di Amnesty International Italia, organizzazione per la quale lavora dal 1980. Cura l’edizione italiana del rapporto annuale di Amnesty International. Ha due blog, sul Corriere della Sera e sul Fatto Quotidiano, e collabora con Articolo 21, Focus on Africa e Pressenza.Ha scritto, tra gli altri, Non sopportiamo la tortura (Rizzoli Libri Illustrati, 2001), La testa altrove (Infinito Edizioni, 2020), La stessa lotta, la stessa ragione (People Pub, 2020) e Molla chi boia. La lenta fine della pena di morte negli Usa (Infinito Edizioni, 2022).
E’ possibile contattarlo inviando una mail: