24.03.2022 >
È trascorso un mese dall’inizio dell’atto illegale di aggressione della Russia contro l’Ucraina che continua a causare indicibili distruzioni a ogni livello: un mese che ha avuto conseguenze devastanti per la popolazione dell’Ucraina, per la libertà d’espressione in Russia e per la stessa architettura internazionale dei diritti umani.
“L’azione della Russia ha provocato una catastrofe dei diritti umani. In Ucraina, nello spazio di quattro settimane, vite, beni personali, abitazioni e infrastrutture civili sono andate distrutte, famiglie sono state fatte a pezzi, milioni di persone sono state costrette alla fuga. In Russia le autorità hanno avviato una campagna repressiva senza precedenti nei confronti del dissenso: persone che manifestavano contro la guerra sono state picchiate e arrestate, i pochi organi d’informazione indipendenti sono stati obbligati a chiudere. La grave penuria di forniture essenziali, causata dall’invasione, rischia di accelerare ancora di più l’ampio disastro umanitario nel mondo”, ha dichiarato Bruce Miller, vicedirettore delle campagne di Amnesty International sull’Europa orientale e l’Asia centrale.
Dall’inizio dell’invasione, Amnesty International ha documentato attacchi indiscriminati che hanno ucciso e ferito civili, sospetti attacchi illegali che hanno distrutto o danneggiato infrastrutture civili come ospedali e scuole e l’uso di munizioni vietate come le bombe a grappolo: tutti possibili crimini di guerra.
Amnesty International è determinata ad assicurare che vi sia giustizia per tali crimini e a fornire le prove essenziali da usare per processare i responsabili.
L’invasione russa dell’Ucraina è una palese violazione della Carta delle Nazioni Unite e costituisce il crimine internazionale di aggressione. La decisione di Mosca di ritirarsi dal Consiglio d’Europa e di denunciare la Convenzione europea sui diritti umani ha vanificato alcune delle ultime garanzie in materia di diritti umani proprio per chi ora in Russia ne aveva maggiore bisogno.
